Io sono una sognatrice. Nella vita reale e anche in quella onirica. A volte non mi ricordo nulla di ciò che ho sognato, o almeno me ne ricordo appena sveglia, poi tutto svanisce nel giro di poco tempo. A volte sogno semplici avventure realistiche stile 007 che davvero mi appassionano mentre le sogno, a volte, e mi capita ciclicamente, sogno di dover ripetere l’esame di maturità e di sapere di non essere preparata per superarlo. A dire il vero era proprio questa la sensazione che avevo nel ’93, all’esame di stato…

Ieri notte è stato diverso… ho sognato di essere morta.

Non ricordo la causa della mia morte, ma ricordo la sensazione che vivevo nel sogno, il senso di impotenza, l’angoscia nel non poter più stare con la mia famiglia.
Io vagavo per la mia casa, cercando di toccare Giovanni che non smetteva di piangere, di stringere Tommaso ed Emma, che vivevano questa situazione a modo loro, come solo i bambini sanno fare.
Ma gli passavo attraverso.
Ero spirito impalpabile.

E più mi rendevo conto che la situazione era irreversibile più mi angosciavo per la mia stessa assenza, perchè non avrei più potuto portare a termine i miei progetti, non avrei più potuto seguire Emma nel modo giusto, vederla ridere e crescere come bambina  down autonoma, non avrei più giocato con Tommaso e non avrei più sentito i suoi leggeri baci “di amore”, non lo avrei seguito con i primi compiti delle elementari, non avrei più potuto ridere con Giovanni, e sentire il suo forte abbraccio, la sensazione di crescere insieme a lui…

Voglio svegliarmi… voglio svegliarmi…

Mi rendevo conto di dimenarmi tra le lenzuola, mugugnando mentre cercavo di aprire gli occhi, ma poi ripartiva il sogno, e quella sensazione così angosciante…

Quando finalmente mi sono svegliata, ho pianto. Ho pianto perchè grata che fosse solo un sogno, ho abbracciato mio marito che ancora dormiva, accarezzato i bambini nei loro letti, e sono uscita in giardino.
Era ancora presto, il sole stava per sorgere, e speravo che proprio il sole si portasse via quella sensazione appena provata e ancora così tanto presente nella mia testa, nella mia pancia. Niente. Era ancora lì. Viva e vibrante. E dolorosa.

Chissà cosa nasconde questo sogno, quali paure inconsce, quali speranze mal riposte. O quali cambiamenti interiori, quali mutamenti radicali…
Non ho una risposta. So solo che quella sensazione, anche se più debole, mi ha accompagnato per tutto il giorno.
Ora, davanti al computer, cercando quella risposta, ho trovato questa frase di Stephen Littleword

“Vivi pienamente la tua vita ogni singolo giorno. Fai esperienze, gioisci, sogna!
Abbi cura di te e dei tuoi amici. Divertiti, fai il pazzo, non aver paura di essere considerato strano.
Esci, viaggia, impara! Vai dove desideri e godi ogni singolo istante, ogni singolo passo.
Cogli l’opportunità di imparare dai tuoi errori, non essere così cocciuto da credere che non li farai.
Immagina la vita come tu la vuoi e costruiscila un mattoncino al giorno, te la meriti!
Non cercare di essere sempre perfetto, perchè ti do una buona notizia, nessuno lo è.
Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno.
Ama le cose che fai e sii felice.”

E ho trovato conforto.