Domenica. Da tempo attendevo una domenica così.
Niente corso, niente trucchi, niente impegni.
Una classica, oziosa, coccolosa domenica in famiglia, noi 4.
Non potevo chiedere di meglio.
A letto fino a tardi, con Emma che ci raggiunge nel lettone a notte fonda (come capita ogni notte) e Tommaso che si intrufola sotto le coperte per poter stare ancora un po’ con gli occhi chiusi.
Il nonno che ci sveglia con una telefonata per sapere a che ora saremmo andati da lui a mangiare, e noi, mentre annuiamo, ci stringiamo sempre più sotto le coperte.
Ancora un po’ … si sta bene qua sotto!
Ci alziamo a fatica, preparo la colazione preferita dei bambini, toast con acqua e sambuco, mi siedo sul divano, caffettone in tazza, e li osservo.
Beh, Tommaso non so per quanto posso ancora definirlo “bambino”, lo vedo così cresciuto, così consapevole, così denso di domande e silenzi allo stesso tempo, così bisognoso di coccole e spazi, così capace di mostrare la sua indole.
Osservo Emma, nel suo periodo “adoroladanza“, che prende la tastiera, attacca quel medley di canzoni che conosco ormai a memoria e ci mostra la sequenza della coreografia che fa con la maestra.
Ride la mia Emma, con quella risata cristallina, i suoi meravigliosi profondi occhi a mandorla.
Osservo Giovanni, nel suo periodo “ripartodazero“, e lo vedo nella mia stessa identica espressione di stupefacente amore. Lui che ha visto infrangersi tutte le sue certezze lavorative, lui che non ha perso il sorriso e il rispetto nei confronti dei valori della famiglia, lui che si sta reinventando.

Ci ritroviamo a casa verso le 18, con la stessa voglia di stare vicini che avevamo questa mattina.
Tommaso propone lo Spa-time e questa volta niente ci rovina i piani, ognuno è disponibile per l’altro.
Le candele profumante, la luce soffusa, la musica rilassante, la stufetta alla giusta temperatura, l’olio da massaggio che mi ha regalato un’amica, il tempo necessario.
Alle 19.15 siamo già in pigiama, rilassati e profumati, pronti a mangiare guardando insieme un film davanti alla tv.
Tommaso sceglie Wall-e, adorabile film d’animazione della Pixar, che narra di un possibile futuro soggiogati dall’uso eccessivo della tecnologia, dinamica che ci fa perdere quanto di bello abbiamo al di là di uno schermo di smartphone. Trovo questo film toccante e vero, dolcissimo nella storia d’amore tra wall-e e Eve, il classico film che ti fa scendere la lacrima (specie se si è portati al lacrimozzo come me e Giovanni). A Tommaso fa nascere una moltitudine di ragionamenti sul “possibile e non possibile”, ad Emma delle espressioni di empatia nei confronti delle immagini che vede (sempre se si può parlare in tali termini di empatia), a me e Giova, lacrime, “ma di quelle belle”!
Sarà la colonna sonora del film in sottofondo, sarà l’effetto famiglia unita… ma in questo momento non ci sono pensieri che distolgono dall’essere semplicemente “noi”: non ci sono debiti, conta cromosomica, terapisti incerti, competenze non raggiunte, difficoltà a non voler sbagliare, dilemmi su fantomatici oculisti da rintracciare, questiti amletici su progetti non proprio fatti a misura di bambino, paure su percorsi di assoluta introspezione.
Ci siamo solo noi… la nostra energia, il nostro amore.
E questo, oggi, mi basta.

“Il maggior ostacolo del vivere è l’attesa, che dipende dal domani ma spreca l’oggi.”
Lucio Anneo Senec