Che periodo complesso, questo …
Il trasloco nella casa nuova finalmente ultimato (anche se gli operai ancora girano per casa);
lo svuotamento della casa vecchia per l’arrivo imminente della coppia che ci andrà in affitto (Marco e Lisa sono perfetti per la coloratissima casina mia!);
il nuovamente confermato lavoro come esperta esterna in pratica psicomotoria nella scuola dell’infanzia;
Il ciclo di sedute di aiuto terapetutico individualizzato da fare e relazionare;
l’esame del terzo anno alle porte (un mese esatto!)…
Ma soprattutto l’elaborato finale da preparare, realizzato nel poco tempo che mi resta.
E’ vero, non è una tesi, è un chiudere il cerchio di un percorso durato 3 anni e mezzo, che di sicuro è stato più un percorso evolutivo e vissuto più che teorizzato… ma … s’ha da fare!
Perciò mi rendo conto che il sito lo sto un po’ trascurando, che con l’associazione non sto progettando nulla, che sono costretta a dire “no” per non aggiungere altro a questa infinita lista.
Ma tempo al tempo, di progetti per l’anno venturo ne ho già in mente… Si ragiona per priorità, no?
Priorità che a volte sovrastano, innervosiscono, fanno alzare la voce per nulla, specie con chi non ha colpa e ti guarda con stupiti occhi di bambino perchè non è abituato a vederti così.

Respiro. Chiedo scusa. Respiro ancora.

E poi… accade.

Accade che la tua nuova vicina ti porta un piatto di biscotti appena sfortati per darti il benvenuto, “a voi che portate il sole dentro“.

sindrome di Down

Accade che sei alla magica fiera di Sarmede, e un gruppo di artisti di strada si esibisce su una canzone mai sentita dei The Piano Guys e ti ritrovi a piangere per quanta emozione portino con se quelle note.

Accade che una “collega” ti dica che è felice che tu sia tornata.

Accade che lei, proprio lei, ha finalmente avuto l’opportunità di affiancare la tua Emma, lei e la sua meravigliosa attitudine celata da una semplicità che mi ha conquistato tanti anni fa.

“Quando ho detto a mio figlio che avrei affiancato Emma mi ha risposto:
“wow mamma, sei fortunata… è bellissimo stare con la Emma!”
E io:
“Sono certa che hai ragione”
Dieci giorni fa mi raccontava della spassosa presenza di Emma in classe sua con il maestro E., con cui lei collaborava nell’esposizione di un racconto. E così nella conversazione mi dice che ha saputo che Emma è uscita altre volte dalla sua classe.
Al che io, (da tipica adulta insulsa) esordisco con:
“Lo sai, Emma è una bambina speciale…”
E lui subito mi guarda stranito e mi blocca dicendo:
“Perchè? Cos’ha di diverso?”
E li ho sentito che tra i due la piccola ero io perchè volevo spiegare ciò che per i bambini è superfluo cioè le convenzioni che noi vediamo, ma loro no.”
Così gli ho sorriso e semplicemente risposto che è molto più simpatica della norma!
Io sono privilegiata a poter ogni giorno imparare qualcosa da ognuno di loro.”

Accade che si può essere felici, nonostante tutto.
Accade che si può imparare a ballare sotto la pioggia.