Quanti fiori ci sono nel mio giardino…

Colorati, profumati, saporiti, brillanti.
Trovo estremamente terapeutico camminare in questo mio piccolo giardino, su quest’erba così verde e soffice, sedendomi a rimirare il lento volare delle api,
osservando il mio laghetto e i suoi abitanti: il nuotare dei pesci che si rincorrono tra loro, la voracità dei girini di rospo appena nati, che puntualmente
mi divorano le piantine galleggianti che inserisco.
Vedo che questa “esigenza” ce l’hanno anche i miei bambini, che appena possono escono, rigorosamente scalzi, a godersi il verde.
E di sicuro la loro gioia non è solo negli occhi, ma nel corpo, liberi di muoversi all’aperto, giocando e sperimentando.

ninfea nel laghetto

ninfea nel laghetto

la mia bambina con sindrome di down

la mia bambina con sindrome di down

fragole biologiche
Quanto ci dicono gli occhi, osservando e andando a pescare dentro di noi il proprio significato di “bello”?
Non tutti i fiori possono essere perfetti.
La natura non chiede il permesso sulla loro condizione e, a volte, questi fiori nascono senza steli dritti, con foglie più piccole e meno rigogliose, con petali colorati con toni più delicati.

la mia bambina con sindrome di down
Sono pur sempre viventi.
Forse ci impiegano più tempo ad uscire dal terreno, il loro crescere può essere incerto, il nostro occhio ha bisogno di tempo per abituarsi alle sue caratteristiche, ma una volta fatto quel passo, una volta ritarato quegli occhi, tutto il suo essere diverso ci potrà apparire incredibilmente speciale.

la mia bambina con sindrome di down

la mia bambina con sindrome di down

la mia bambina con sindrome di down

la mia bambina con sindrome di down

Questo pensiero è per te, cara Silvia…

Ognuna di noi ci è passata, ognuna di noi ha pianto tutte le sue lacrime per l’arrivo di un bambino ritenuto imperfetto, non meritevole del nostro Amore, fonte di rifiuto, senso di colpa… vergogna?
I milioni di “ma” e “se” che ti annebbiano la mente non possono avere risposta, non subito almeno, e so bene quanto immediate si vorrebbero quelle risposte.
Tutte le persone che ti cercano di tirare su il morale, che ti dicono che è arrivata a te perchè sei speciale , che pretendono che tu smetta di piangere perchè devi curarti di tua figlia.
E’ vero… non sanno.
Da quando è nata Emma provo un profondo rispetto per i tempi di accettazione altrui, specie se hanno a che fare con la disabilità, perchè la reazione di ognuno è personale, e mai, mai si dovrebbe presumere di sapere cosa stanno provando.
Piangi tutte le tue lacrime Silvia, urla al mondo la tua incredulità nell’avere una bimba inaspettata, continua a porti mille domande alle quali sai che non avrai risposta.
Tempo, e piccoli passi ogni giorno.
Ma in quelle 3 ore trascorse insieme, con il tuo piccolo fagottino tra le braccia, che ha iniziato a piangere perchè ti ha sentito troppo triste per lei… io ho visto la tua forza.
E’ ancora nascosta nel profondo, non sai nemmeno di averla, ma io l’ho vista.
E a quell’immagine lego quella di tua figlia che involontariamente (siamo sicuri fosse involontariamente?) ti afferra un dito con la sua minuscola manina, quasi a dirti:
“mamma io ci sono, dammi l’amore che ti chiedo, fidati di me, ci conosceremo e innamoreremo a vicenda”.

E io ci credo.