I bambini piccoli lanciano le cose. Lo fanno per sentirne il rumore, per capire quanto consistenti sono, per instaurare un rapporto di gioco con l’adulto che gli riporta l’oggetto, o per il puro piacere di una causa e un effetto.
Una teoria interessante sull’utilità di questo loro agire l’ho riportata in questo post, che consiglio di leggere perchè fa pensare a quali sono i tempi di sviluppo del bambino, da rispettare, assecondare, contrastare… ognuno è libero di scegliere come porsi in base a questa teoria.
I tempi dei nostri bimbi con trisomia 21 sono un tantino diversi, sia come comparsa di certi comportamenti sia come loro superamento, ma è vero che certi comportamenti si possono protrarre nel tempo, fino a diventare non controllati, o comunque fuori luogo in base all’età del bambino.
Una cara amica ha chiesto consiglio a Sabrina, educatrice professionale (leggete “i consigli di Sabrina e qui per sapere qualcosa in più di lei) su come gestire proprio questo lanciare che sua figlia A., 2 anni, fa ripetutamente.
Ecco parte del suo consiglio, che reputiamo utile condividere.
La parte più personale, che Sabrina ha cercato di capire ponendo a M. domande precise, continua via e-mail tra di loro
Mamma: “A. è una bambina dolce e molto solare ma, è allo stesso tempo un vero terremoto, sempre in movimento e ora che cammina sempre di più…”
Sabrina: “Relativamente a questo io mi immagino che sia una gran fatica seguirla, tutelarla dai pericoli e stare al ritmo della sua energia. Immagino, però anche che A. abbia bisogno di muoversi e sperimentare le possibilità del proprio corpo e che il suo muoversi abbia bisogno di essere guidato e canalizzato verso degli obiettivi chiari e per i quali ci sia una specifica attenzione.
Intendo dire che, secondo me, la bambina ha, nella sua esplorazione dei movimenti e degli spazi, bisogno di imparare a concentrarsi su un “fare” alla volta, dimodoché le sue energie cognitive, emotive e fisiche vengano soddisfatte e i suoi sforzi siano appagati.
Mamma:“… lancia ancora molto gli oggetti, dal seggiolone il bicchiere dopo aver bevuto… ” Sabrina: “mi raccomando a questo punto non ridarglielo, se lo getta, lo raccogli lo metti via e, se protesta, le dici che lo ha lanciato via quindi non le serve più…se piange resisti, non alterarti e mantieni la tua posizione.
Mamma: “… e lancia i giochi in giro, ad esempio se gioca alla sua cucina prende e lancia a terra gli oggetti.”
Sabrina: “Ecco, vedi, questa è, per me, una conferma dei bisogni individuati poco fa.
A. a mio avviso, sta osservando e sperimentando, attraverso il proprio movimento, le possibili e varie conseguenze e reazioni, che si verificano negli oggetti, nei luoghi e nelle persone. Ancora una volta, però, il suo agito non ha un obiettivo specifico sicché l’esperienza risulta poco produttiva per lei e, probabilmente, fastidiosa, dannosa, pericolosa per voi.”
Pensando al lancio degli oggetti, io ti consiglio di non dare un NO categorico, bensì di contestualizzare l’azione, cioè il no va accompagnato da una frase del tipo:
“qui no, il gioco del lancio si fa in camera” oppure “no A., adesso si mangia, dopo giochiamo ai lanci”.
Relativamente, poi all’effettiva gestione dei suoi lanci, bisognerebbe che, riempiste una scatola con delle cose ,che si possono lanciare, e che individuaste il posto dove si può.
Una volta realizzato il COSA si può lanciare e il DOVE, è il momento di strutturare il gioco, ad esempio:
“Bene A. adesso si gioca ai lanci, pronta viaaaaa, tutto fuori…brava, si tutto fuori...”.
Quando è tutto fuori il gioco si inverte e può essere:
“Ok A. adesso giochiamo ai lanci dentro, pronta viaaaaa, dentro brava,…dentro…ok”.
Quando ogni oggetto è dentro dovreste commentare il gioco per permetterle di rielaborare l’azione e quindi potreste dirle: “Bravissima, hai fatto proprio un bel gioco, sei stata proprio brava, hai messo tutto dentro e poi tutto fuori…brava, che bel gioco che abbiamo fatto”.
Poi le chiedi se vuole giocare ancora o basta, attendi la risposta e se è basta le dai la scatola e la induci a riporla in un posto ben definito, che avrai precedentemente deciso con lei.
In questo gioco, se riesci ad avere il tempo è bene che tu coinvolga anche il resto della famiglia e che proponiate ad A. il concetto di turnazione, ovvero… la catastrofe dei lanci non è una sua esclusiva prerogativa (così come gli applausi e le lodi per aver giocato bene) ma a turno spetta a tutti, oppure si lancia un oggetto alla volta a turno.
Attraverso questo gioco consolidi i concetti di dentro e fuori, lancio, ancora e basta, io e gli altri, i turni e l’attesa, il possesso del centro e la capacità di lasciarlo agli altri, il qui ed ora (contesto -spazio e momento- adeguato all’azione).
Vi invidio ,magari la mia tirasse so i capelli sapeste quanto e’ peggio non poterla lascire un attimo allontanarsi di 2 passi dico 2′, e vedere tua tua figlia schiantare con forza la testa ripetutamente x terra o su qualunque cosa trovi oltre a darsi i giochi in testa, ti porta alla disperazione te e tutta la tua famiglia. Dopo 14 mesi senza smettere mai . non solo , prima camminava e ormai da 2 mesi non si muove dal tappeto sempre per questo fatto.
Ciao Rosella… mi stai dicendo che fa solo questo? Ripetutamente in ogni momento della giornata? Ma che tipo di consulti hai fatto?
Aaaaaghhh sembra la descrizione di Ginevra lei lo fa da quando ha un annetto circa e non ha mai smesso anche perchè non ho mai fatto nulla!!!! Sabrina ti devo conoscere ASSOLUTAMENTE!!!!!!
Dai! non sei nemmeno tanto lontana tu, da Bologna!! Come Gingi, Emma.., e come un sacco di altri nomi!!!
Ciao :-)…possiamo conoscerci quando vuoi.. 🙂
Sabrina Monaco
Ciao sono Giusy mamma di Gabriele di 27 mesi,e anche io sto lottando con questo problema,il quale mi imbarazza e non riesco a manovrare soprattutto quando siamo con gli altri e in più G. ama tirare tanto i capelli a grandi e piccoli ovunque e a chiunque.Ho provato non solo a sgridargli ma anche a dargli pacche sulle sue mani,ma niente anzi lo stimolo di più…non so.Cmq grazie dei consigli,ciao a tutti
Cara Giusy, tanto piacere! Ehh capisco bene il problema che ti si presenta, e sai che quello del tirare i capelli so essere comune a molte mamme? Lo chiederó delucidazioni a Sabrina!
Per quanto riguarda la sberla, ti direi di evitarlo, è solo il mio modesto parere, ma io sono contratia alla sberla, anche se data sul pannolino, sulla mano.. Se pensi il messaggio è “punisco il tuo gesto violento (anche se è una piccola violenza
con un altro gesto violento: IO posso ma tu no! Fa pensare, non trovi?
È anhe vero che certe reazioni delle mamme offese da una spintina sono esagerate.. Io di sicuro vengo guardata malissimo, perchè il mio pensiero è “potete sbrigarvela da soli”… E di sicuro qualcuna mi guarda come se fossi una madre pazza perchè non punisce la figlia, per giunta down, per un simile gesto.. Lo so, non è facile!!
Ciao Giusy, non faccio fatica a crederti…non è affatto piacevole trovarsi tra la gente e avere il tuo bambino che inizia a tirare i capelli. Sai, secondo me, hai fatto quello che, generalmente, viene istintivo fare…sgridare o cercare degli stop decisivi con delle pacchette … però questi sono interventi che, secondo me, hanno in sé l’obiettivo “clandestino” di toglierci dal problema, dal disagio, dal fastidioso imbarazzo….però questo è l’obiettivo su di noi…per noi e per il piccolino? qual è l’obiettivo per lui?…un obiettivo sensato e motivante per lui? Ecco Giusy, penso che per il tuo piccolo Gabriele, sia importante ricevere dei “consigli”, per lui, interessanti e motivanti alla trasformazione dell’azione. Sicuramente il no va dato e, magari hai già provato, anche uno scambio di esperienza cioè…appena lui tira i capelli a qualcuno, un po’ glieli tiri anche tu e dici aià!!!…Che male…Aiai fa male!…rispetto a questa azione lo ignori…quindi se piange gli dici povero bimbo hai ragione se ti tiro i capelli fa male aiai..però non lo rimproveri…se tira ancora i capelli, sempre gurdandolo negli occhi e senza esagerare con il tiro…però rifai l’azione…non rimproveri ma agisci a specchio…
Parallelamente in altri momenti della giornata massaggi ogni parte del suo corpo con un lento impasto…usando il palmo delle mani e non i polpastrelli… “impasti” in successione ordinata ogni parte del suo corpo (compresa la testa e il volto-che accarezzi in ogni sua parte, occhi..orecchie…) e la nomini.
E ora ti faccio una domanda :-)…quali sono gli interessi di Gabriele? Cosa lo diverte? Cosa Lo interessa? Cosa lo irrita? Cosa lo spaventa?
Spero di esserti stata d’aiuto, a presto! Un sorriso Sabrina Monaco
Grazie. Grazie perchè passo di qui e trovo frasi come quelle di ieri (che mannaggia non sono riuscita a commentare..) che ho fatto mia sul profilo facebook… Grazie per i consigli che leggo… grazie perchè quando mi sembra tutto difficile sai riportarmi alla bellezza…. Grazie di cuore.
Micaela, mi piace pensare che nel sito trovi ció di cui hai bisogno nel momento giusto… Ed è vero che certe riflessioni o consigli aiutano a far pensare..! Un abbraccio!
Preziosi come sempre i tuoi consigli
Anto! ho visto che eri ancora sveglia pure tu! grazie… un abbraccio!