Il famoso educatore e psichiatra nordamericano Rudolf Dreikurs parla della teoria per cui “le abitudini giornaliere sono per i bambini quello che le pareti sono per una casa, danno loro confini e una prospettiva per la vita. Nessun bambino si sente a suo agio in una situazione nella quale non sa cosa aspettarsi. Le abitudini danno una sensazione di sicurezza. La routine stabile dà un senso di ordine dal quale nasce la libertà.

In questo periodo di disorientamento, anche da parte degli adulti, una mancanza di routine può far mettere in atto al bambino comportamenti insoliti. Regressioni, difficile gestione della frutrazione, oppositività.

Come possiamo introdurre il bambino in questo mondo di sicurezza, per ora limitato alla quarantena in casa?

Attraverso le routine e le abitudini. È il modo per offrire ad ogni bambino un ambiente di stabilità, che infonda sicurezza e faccia comprendere al bambino che può ricreare uno schema quotidiano.

Ma cosa sono l’abitudine e la routine?

Un’abitudine è un meccanismo di stabilità che permette di sviluppare le proprie abilità. Atteggiamenti e comportamenti che portano a formare modelli di apprendimento in diverse situazioni, dall’allacciarsi una scarpa, fino ad organizzare il tempo di studio.

La routine è un’abitudine personale che si crea in quanto conveniente, senza necessità di modifiche. In questo caso può trattarsi di cose semplici come lavarsi i denti dopo aver mangiato.

Entrambe sono di vitale importanza per la vita dei bambini. Grazie ad esse, oltre al già citato ambiente stabile e tranquillo nel quale i piccoli si sentono sicuri, si apporta anche regolarità, costanza e perseveranza nella mentalità dei giovani, che saranno molto utili al loro sviluppo verso la vita adulta.

Riferendoci a questo particolare periodo, abitudine e routine, una volta acquisite, lavorano sulla coscenza del bambino, e lo fanno sentire capace. Capace di autoregolarsi, in uno spazio-tempo indefinito, per ora. Ma una volta superato questo momento, la base sicura creata farà da contenitore buono, trasportabile anche nel fuori.

Emma e anche Tommaso, hanno sofferto per la mancanza di una quotidianità già consolidata. Tommaso, pur essendo quasi 14enne e andando bene a scuola, non riusciva a gestire bene il tempo a sua disposizione per i compiti. Ne risultava che passava tantissime, troppe ore, davanti allo schermo, pur non ottimizzando il risultato.

Emma invece, risultava oppositiva, svogliata, poco capace di organizzarsi nel gioco, con  problemi di sonno, soprattutto risvegli notturni.

L’introduzione di un planner settimanale, con orari precisi e attività da svolgere, una volta interiorizzato, ha dato ai miei bambini un senso di stabilità.

so che cosa devo fare, quando lo devo fare, e in che spazio lo devo collocare”.

Questo ha modificato anche gli spazi dentro casa, con il grande tavolo da pranzo del soggiorno coperto dai libri di Emma. Ma ogni materia è ben organizzata, in ordine, così che Emma sappia in autonomia quale materia dovrà fare il mattino seguente. Il sabato e domenica il tavolo è sgombro, perchè non si fanno compiti.

Tommaso ha occupato la nostra scrivania nello studio, e ogni sera si programma le materie e gli orari per lo sport da fare a casa.

Io sono sempre stata restia ai planner giornalieri, troppo fissi e limitanti per la fantasia del bambino. Ma questo valeva nel periodo precedente, già denso di impegni fissi. Ora, in questo periodo, il tempo lo definisco liquido.

Nel giro di 10 giorni entrambi i miei figli hanno integrato il planner, e come risultato ho visto una Emma più tranquilla e un Tommaso più propositivo.

Ora lo abbiamo aggiornato con le video lezioni programmate. Dalla prossima settiamana lo aggiorniamo con le visite agli amici! Finalmente!