La disciplina spiegata nel corso del dottor Lagati ben ci sta con questo periodo.

In questi ultimi mesi Emma è, come dire, un tantino oppositiva.
So bene che questo comportamento denota un buon funzionamento cognitivo, proprio perchè le fa esprimere ciò che sente dentro, ma a volte i metodi utilizzati non sono consoni. Soprattutto perchè se a fare le bizze è un bimbo normo, è un conto, se a farle è un bambino con bisogni speciali, le cose cambiano, soprattutto agli occhi di chi guarda.
Per me i capricci dei bambini non esistono, esistono solo modi sbagliati di esprimere un bisogno, affettivo o materiale che sia. Ed Emma ultimamente i suoi bisogni li richiede a gran voce, puntando i piedi, abbassando la testa e facendo il broncio, correndo in un angolo e raggomitolandosi su se stessa, piangendo e strillando.
E’ una Emma diversa dalla solita bimba che conosco, è forse un ritardo del “terribile bambino dei 3 anni” o un grido all'”onnipotenza dei 5 anni“?
L’aggravante è data da un periodo di stanchezza eccessiva, tanto che appena sale in auto crolla addormentata (Emma non fa più il pisolino pomeridiano dall’estate scorsa) e da svariate levatacce notturne per venire ad intrufolarsi nel nostro letto… ma questo è un altro post!
Comunque quando assisto a queste scenate eccessive, è difficile restare indifferenti.
Io cerco di respirare, mi volto dall’altra parte, lascio passare qualche minuto e … resto irremovibile.
Beh, non proprio, perchè guardando bene un bambino si capisce cosa vuole in realtà, e si comprende se serve l’essere ferrei o malleabili… in ogni caso credo che i NO detti vadano pesati, non gettati là, a caso, ad ogni minima occasione, pronti poi a rimangiarseli perchè forse abbiamo esagerato.

Se prese dalla rabbia diciamo “continua così e non ti faccio più la festa di compleanno” che credibilità daremo se poi, ripensando alla punizione eccessiva, ci rimangiamo tutto?
Sono convinta di essere fortunata, perchè ogni bambino accetta i divieti a modo suo, e dopo non molto tempo Emma dice “adesso passato!” e torna sorridente. Ma è un continuo osservare e tarare le risposte.
Con questo non voglio dire che è semplice imporsi amorevolmente con i figli, a volte di mezzo ci sono problematiche cognitive particolari che ci fanno perdere la pazienza e urlare, o addirittura passare alla mani. Il fatto che i bambini con sindrome di Down non abbiano un linguaggio appropriato per l’età aggrava il loro modo di reagire, proprio perchè devono usare altri canali per esprimersi, ma non mollate! Rivolgetevi a qualcuno che vi possa aiutare se pensate di non potercela fare da sole, qualcuno di sicuro c’è, a volte basta solo cercare…  e cercare, e cercare!
Lo spunto proposto dal Corso per Corrispondenza alle famiglie di bambini con la sindrome di Down del dottor Lagati risulta prezioso, soprattutto perchè ribadisce concetti fondamentali, come i genitori che sono lo specchio del bambino, e che la parola disciplina non ha il significato che spesso le si attribuisce.

Con il consenso del dott. Lagati riporto parte del suo Corso (cap. 5 – pag. 24-28):

Il significato originale della parola “disciplina” non ha nulla a che fare coi castighi, nè col forzare un bambino a fare ciò che vogliamo noi. Viene dal latino e vuol dire “imparare”.
Pensate alla disciplina come a un modo per guidare il comportamento del bambino. E fate questo mettendo dei limiti fermi e coerenti. Il vostro compito di genitori è di aiutare il bambino a sviluppare l’autocontrollo e ad imparare ciò che deve saper per vivere bene con gli altri.
Ricordatevi che disciplina è qualcosa che si insegna al bambino e insegnare e volere bene vanno assieme.
L’obiettivo della disciplina è l’autodisciplina. Non dobbiamo ottenere con le minacce o la paura o le punizioni fisiche. Date il buon esempio. I bambini imparano attraverso l’osservazione e l’imitazione.
Se volete che il vostro bambino impari ad autocontrollarsi, dategli l’esempio. Il bambino ha bisogno di un modello da imitare. IL SUO MODELLO SIETE VOI.
Il tipo di relazione che instaurate fra voi e il vostro bambino è la base di una buona disciplina.
E’ ciò che voi sentite per il bambino, che vi dirà come comportarvi con lui.
Alla base di ogni tipo di disciplina, deve esserci un AMORE GENUINO.
Abbiamo parlato dei vantaggi di avere una giornata ben strutturata, con degli orari da seguire. Tuttavia anche cos’, vi saranno occasioni in cui dovrete dire qualche NO!
Seguite un vostro metodo.
Ovviamente non possiamo dirvi esattamente come fare, perchè il vostro bambino accetti i limiti da voi posti per la sua sicurezza, il suo benessere e il rispetto degli altri. Nessuno potrà dirvelo. Questo dipenda da voi e dal vostro bambino. Alcuni bambini accettano i limiti più facilmente di altri.
Quando dovete dire “no” e dare delle direzioni, fatelo in modo semplice. Spesso potrete pensare che il bambino vi ignora o vi sfida, quando in realtà egli non capisce ciò che voi volete che faccia.
Quando volete che il bambino faccia o non faccia qualcosa, diteglielo e subito dopo dimostrateglielo, per chiarire ciò che gli avete detto.
Una volta stabilito un limite, fatelo rispettare.
Pensateci prima di dire di NO. Ditelo, se proprio dovete dirlo: ma in questo caso siate FERMI sulla vostra decisione. Quando mettete un limite, dicendo, ed esempio al bambino che non può fare qualcosa, o non può avere qualcosa, o andare da qualche parte, dovete credere in ciò che dite e avere la volontà di farvi obbedire.
Quando ponete dei limiti, fatelo con coerenza. Man mano che il bambino cresce, ovviamente, questi limiti dovranno essere modificati.
Quando il bambino vi mette alla prova.
Il bambino potrebbe provare ad infrangere certi limiti per vedere come reagite voi, o per capire meglio in che consistono questi limiti. E’ perciò che è importante essere coerenti e fermi su ciò che avete deciso. Se farete ciò con fermezza e affetto, il bambino capirà certamente ciò che volete da lui.
Aiutate il bambino ad adattarsi.
Certi comportamenti scorretti non devono essere scusati o accettati SOLO perchè il bambino ha la sindrome di Down. Come membro della vostra famiglia, dovete insegnargli a rispettare i diritti di tutti gli altri membri.
L’obiettivo di tutto il nostro Corso per Corrispondenza è quello di andare incontro alle necessità del vostro bambino, sia come bambino con sdD, che come bambino.
A causa delle sue particolari necessità, è della massima importanza che il bambino partecipi alle attività degli altri bambini e che quindi impari ad accettare e a rispettare dei limiti necessari nel suo comportamento.
Potreste fare un quaderno dei limiti.
Man mano che il bambino cresce e comincia a giocare con gli altri bambini, può essere utile avere dei mezzi efficaci per spiegargli alcune regole sociali di base.
Potreste fare un “quaderno dei limiti” sul quale illustrare situazioni tipiche.
Usate un album o un quaderno e incollate una figura per pagina (nel corso ci sono due esempi disegnati: un bambino che colpisce, un bambino che morde). Potete prendere le figure da settimanali o pubblicazioni per bambini (e sono convinta che qui ce ne sono davvero molte), o scaricarle dal web. Aggiungete nuove figure, man mano che il bambino cresce e se ne presenta l’occasione.
Non scrivete sulle pagine. Mostrate la figura al bambino e usate un linguaggio adatto al suo livello. Così il “quaderno dei limiti” (o con qualsisi altro nome voi vorrete chiamarlo) può durare parecchi anni. Potete usare espressioni come “basta” o ” non puoi fare questo” o “non puoi dare pugni” per commentare le figure del quaderno.
Un uso costante di questo quaderno contribuirà a far diminuire i problemi di comportamento del bambino, anche perchè egli capirà cosa ci aspettiamo da lui. Tenetelo a portata di mano, per quando ce n’è bisogno.