Ho voluto riportare questo articolo che un’amica mi ha chiesto di leggere perchè mi ha fatto pensare, e si è collegato con ciò che è uscito al mio week end di corso di pratica psicomotoria.
“La nascita di un bambino disabile lascia sempre una traccia, e un senso di colpa.
Magari a livello inconscio, ma pur presente. E questo condiziona il nostro atteggiamento nei confronti del bambino”.

E’ vero, noi, la nostra famiglia, l’ambiente, le terapie fatte precocemente… tutto condiziona lo sviluppo del bambino.

Ed è anche vero che l’approccio positivo, che peraltro condivido apertamente, porta ad avere ottimi risultati, vuoi perchè con uno spirito che tente a valorizzare le potenzialità e a sminuire le limitazioni, i pesi dati alle performances giornaliere assumono valori più leggeri. Anzi, di conseguenza un bambino che rende un feedback positivo crea a sua volta un genitore positivo…

Ma…

Ma è anche vero che ognuno di noi è fatto alla propria maniera e ha reagito con le proprie risorse all’arrivo di un bambino disabile. A volte vedere le difficoltà del bambino, i suoi problemi di salute (che non sono imputabili a nessuno) scoraggiano e il senso di colpa cresce… O magari l’approccio positivo non fa proprio parte di noi, e vedere genitori positivi che generano bambini disabili performanti crea ancora di più un senso di frustrazione.

Io non credo esistano genitori sbagliati… solo genitori che fanno del loro meglio.

I modi di essere genitori e il loro impatto sui ragazzi con disabilità
di Michelle Diament

Il modo con cui i genitori interagiscono ed educano i loro bambini con disturbi dello sviluppo è direttamente legato a quanto poi questi saranno indipendenti, ma anche capaci di collaborare con gli altri, nella loro vita futura.

In una analisi comparata degli studi esistenti che analizzano l’influenza della genitorialità sui bambini con bisogni speciali, i ricercatori hanno scoperto che quando le mamme e i papà adottano uno stile genitoriale “positivo”, i loro bambini acquistano più facilmente una maggiore indipendenza, una migliore conoscenza delle lingue straniere, maggior facilità di esprimere emozioni e un temperamento più aperto e una facile interazione sociale.

Nelle famiglie in cui prevale la “positività” dei rapporti genitori-figli, i sintomi e la gravità della disabilità del bambino tendono a diminuire nel tempo,” ha dichiarato Tim Smith della Brigham Young University che ha lavorato allo studio scientifico, pubblicato questo mese.

“La ricerca ha dimostrato che tanto prima e tanto più coerentemente i rapporti genitori-figli sono impostati in maniera “positiva”, tanto più lo sviluppo caratteriale del bambino è rapido e organico”, ha inoltre aggiunto.

Smith e i suoi colleghi hanno identificato le tre principali modalità genitoriali:

nella modalità permissiva le mamme e i papà accettano in maniera passiva il comportamento dei loro figli non richiedendo loro di raggiungere alcun obiettivo,

all’altro estremo la modalità autoritaria in cui i genitori controllano e dirigono il comportamento e le attività dei figli non permettendo loro alcuna autonomia;

nella modalità “positiva” entrambi i genitori mantengono l’equilibrio tra controllo e autonomia consentendo ai figli di agire secondo una loro modalità istintiva ma mantenendo l’attenzione sugli obiettivi e la disciplina necessaria per raggiungerli.

Nonostante gli evidenti benefici dell’approccio equilibrato nei rapporti genitori-figli, realizzarlo può essere particolarmente difficile quando è presente una disabilità.

“Quando si pensa a genitori di un bambino con disabilità dello sviluppo, potrebbe sembrare più utile adottare uno stile autoritario visto che si suppone che il bambino non riesca a capire le cose da solo. D’altra parte, con un bambino nello spettro autistico, può sembrare più facile e utile essere più permissivi con lui, evitando quindi il conflitto “, indica Tina Dyches della Brigham Young University che ha collaborato allo studio. “Ma ci deve essere un equilibrio. Un bambino con una disabilità non dovrebbe essere soggetto a norme diverse in una famiglia, né essere totalmente al centro di una famiglia. ”

Lo studio condotto dalla Brigham Young University è tra i primi a valutare il ruolo di stile genitoriale in bambini con disabilità dello sviluppo; sono disponibili migliaia di studi di analisi del comportamento di genitori di bambini con sviluppo tipico, mentre sono stati pubblicati solo 14 studi tra il 1990 e il 2008 che si concentrano in particolare su bambini con autismo, sindrome di Down e altre disabilità dello sviluppo.

Nonostante la piccola numerosità delle ricerca, i vantaggi di modalità genitoriale “positiva” sono chiari ed evidenti per i bambini con tutti i tipi di disabilità dello sviluppo, indipendentemente dalla loro età.

I risultati principali di questo studio sono tuttavia nella conferma della necessità di promuovere competenze genitoriali “positive” sostenendo e affiancando entrambi i genitori nel corso dello sviluppo dei loro figli come parte dell’intervento precoce con la stessa rilevanza di altre attività e terapie.