A volte penso a quanto sia bello condividere. Non per il detto “mal comune mezzo gaudio” ma perchè raccontarsi a qualcuno, donare la propria storia, rendere partecipi di cosa abbiamo provato… è un grande regalo. E se chi ascolta lo fa per davvero, ripensando alle parole, cercando di memorizzarle, si può creare un profilo reale di una persona virtuale, e sentirla più vicina.
Eliana è una delle mie amiche-virtuali-vicine, con la quale ho avuto un fitto scambio di email in quest’ultimo anno, nelle quali ci siamo raccontate molto…
Io me la immagino (grazie anche alle foto) con il suo dolce sorriso, a lavorare al mattino, a sistemare la casa, a seguire i ragazzi durante i compiti, a portare Alice alle terapie, a preparare la cena…
Ah, segue con impegno anche le attività proposte dall’associazione della sua zona… insomma una mamma come tante (ma ne siamo sicuri?) alle prese con le solite cose di tutti i giorni.

Solo che lei lavora in proprio…
Solo che i figli da seguire sono 5…
Solo che la sua storia non  è proprio una come tante

La nostra storia comincia il 26 Dicembre del 1993 quando sulle piste da sci ho incontrato il ragazzotto con cui condivido la mia vita. Dopo un anno e mezzo ci siamo sposati con tanti sogni e con il desiderio di aumentare la nostra felicità con dei figli.
Passavano gli anni e questi figli non arrivavano, allora abbiamo iniziato l’iter delle visite per verificare che tutto fosse ok, alla fine la diagnosi è stata “incompatibilità” ossia entrambi fertili, ma assieme non avremo mai avuto figli….. Strano vero, due persone si vogliono bene, ma sono incompatibili…
Comunque non ci siamo persi d’animo e siccome non era nostra intenzione accanirsi su di noi per avere dei figli, abbiamo subito iniziato le pratiche per l’adozione con la convinzione che ogni bambino ha diritto ad essere amato, e pertanto avremo amato un bambino che non aveva avuto la possibilità di avere una famiglia. La burocrazia è veramente tanta in questi casi, comunque dopo circa un anno e mezzo siamo riusciti ad avere la nostra tanto desiderata idoneità dal Tribunale, e abbiamo dato mandato ad una associazione della provincia di Belluno, mettendoci tranquilli visto che ci avevano detto che ci sarebbero voluti circa 2 anni.
Dopo un paio di mesi riceviamo una mail dall’associazione che ci informa che c’erano 3 fratellini indiani di 3-4 e 5 anni disponibili che cercavano una famiglia. Mi sento quasi svenire, faccio un rapido calcolo…. Dobbiamo cambiare casa, dobbiamo cambiare macchina dobbiamo organizzarci…. 5 minuti per riavermi e chiamo Raffaele, non so se ha capito proprio tutto di quello che ho detto, comunque ha risposto: “chiama immediatamente!”, così ho fatto, il giorno dopo eravamo a Belluno a firmare la nostra disponibilità e a vedere le piccole foto dei nostri figli, si perché in quel momento, quelle piccole immagini erano i nostri figli lontani che già amavamo alla follia che avremo voluto avere con noi immediatamente, ma come al solito la burocrazia è lenta, tanto lenta e poi in India ci sono tante festività e quindi la sentenza del giudice indiano è arrivata dopo 6 lunghi mesi, nei quali ovviamente abbiamo cambiato casa e macchina, dove ci siamo sentiti dire che eravamo dei pazzi a portarci a casa tre bambini e alla detta di molti già grandi, visto che Pinki è arrivata a 6 anni, già perché a 6 anni si è grandi vero? Comunque nulla ci ha potuto far venire dei dubbi, eravamo determinati e forse anche un po’ pazzi, ma d’amore per i nostri figli! Il 10 Marzo 2004 siamo partiti da Milano per il nostro ultimo viaggio soli, da quel momento è iniziata la vera storia della nostra famiglia! Siamo arrivati a Bombay in piena notte con un caldo pazzesco, c’era il nostro referente ad attenderci, Valentino, che persona meravigliosa! Dopo qualche ora di riposo, siamo partiti in Jeep diretti a Pune, 5 ore di macchina in strade che non si possono definire tali, comunque, stremati arriviamo al cancello dell’istituto, l’ultimo ostacolo che ci separava dai nostri figli.
Ci hanno fatto accomodare in una saletta e lì attendiamo quasi un’ora, l’ora più lunga della mia vita, poi vediamo movimento dalle finestre una “tata” che porta 3 scricioli, cominciamo a piangere… i nostri figli…
E’ stato un momento che non potrò mai dimenticare Pinki la bambina la più grande piangeva, non voleva staccarsi dalla sua tata, l’unica certezza che avesse mai avuto, ma dopo qualche minuto è venuta tra le mie braccia, i due più piccoli sorridevano e giocavano con un papà emozionatissimo. Stiamo lì un’ora e poi ci lasciano andare in albergo con i piccoli, permaniamo nel paese 10 giorni, giorni belli, emozionanti passati a giocare e conoscere i nostri bambini, ma il desiderio di tornare a casa era grande. Ricordo però l’ultima volta che siamo usciti dall’istituto, dopo l’ultima giornaliera visita, c’erano i bambini più grandi, che ci guardavano andare via con i nostri tre piccoli cuccioli con uno sguardo quasi rassegnato, lo sguardo di chi ha perso la speranza di uscire da quel luogo con una mamma ed un papà, una cosa che mi fa rabbrividire anche ora a distanza di quasi nove anni…..
Finalmente il 24 Marzo atterriamo a Venezia, ad attenderci amici e parenti, una folla, e tra pianti e abbracci siamo riusciti ad arrivare a casa con i nostri 3 piccoli. Le prime visite sono state confortanti, a parte qualche batterio intestinale che li aveva ridotti a pesare 9-10 Kg , per il resto bene, la vita era frenetica, un grande cambiamento, ma era così meraviglioso! La cosa che dopo circa un anno e mezzo aveva iniziato a turbarmi un po’ era il fatto che mi sentivo strana e per di più avevo saltato il ciclo, subito mi è balenata alla testa chissà quale infausta previsione di malattia, così ho contattato il mio medico che candidamente mi dice “hai fatto il test di gravidanza?” io rispondo “no, non posso avere figli..!” e lui “prova così escludiamo subito quello”, allora mi sento mancare la terra sotto i piedi…. Chiamo Raffaele, è perplesso, comunque decidiamo di fare subito il test, i bambini sono a scuola, mi chiudo in bagno e attendo, la mia sorpresa è stata tanta, quando ho visto il mio test di gravidanza positivo, chiamo subito Raffaele che mi dice “Oh cavolo!” Felicità felicità, ma anche un po’ di paura, la paura di tutte le future mamme di pancia, con l’aggiunta della preoccupazione dell’accettazione del bambino da parte del resto della truppa, ma questa era solo una nostra preoccupazione infatti quando, dopo qualche giorno abbiamo avuto la certezza della gravidanza, li abbiamo riuniti ed abbiamo iniziato il nostro discorso che però è durato ben poco… “bambini abbiamo una cosa da dirvi…” loro seri ci guardano, poi Ajay il più piccolo dei tre mi chiede “mamma stai male? Hai fatto tante visite in questi giorni..” io chiaramente rispondo di no e allora lui mi dice “allora aspetti un bambino” io e Raffaele ci siamo guardati ed abbiamo annuito, loro hanno cominciato a saltare e a ballare, ci hanno abbracciati felici dicendo “speriamo che sia una bambina così gioca con Pinki”! Siamo sempre noi genitori a sottovalutare i nostri figli!
La gravidanza è andata benissimo, e il 14 Giugno 2006 è nato Matteo, data davvero particolare, visto che i nostri tre piccoli avevano date presunte di nascita il 10-11 e 12 Giugno! Quindi grande festa e la nostra famiglia si è arricchita di un altro piccolo cucciolo da amare, con il pensiero che avremo comunque voluto tornare in India ad adottare uno di quei bambini dallo sguardo rassegnato, quei bambini più grandicelli che a fatica trovano una famiglia, ma ovviamente con Matteo piccolo questo pensiero doveva essere rimandato a quando lui sarebbe stato più grande.
Passa il tempo e dopo 4 anni ho ancora quella sensazione strana, questa volta ne ero sicura prima ancora di fare il test: ero incinta! Nuovamente un grande entusiasmo in famiglia e sempre la maggiore speranza dei bambini che fosse femmina per accontentare Pinki che era sempre in mezzo ai maschietti! Anche questa gravidanza è andata benissimo e con 3 settimane di anticipo sul termine il 20 aprile 2011 Alice ha fatto il suo ingresso nel mondo bella e cicciottella! Alla sera me la portano subito, si attacca al seno, tutto ok, famiglia in estasi per la tanto desiderata bambina!
Ma il giorno dopo Raffaele è stato chiamato, il primario voleva vederlo, e allora il panico ha cominciato ad assalirmi, il pensiero che la mia bambina stesse male mi ha lacerato per un’ora, il tempo che Raffaele è stato a colloquio da solo con il medico…. quando è arrivato da me aveva un viso teso, ostentava tranquillità, ma lo conoscevo troppo bene e sapevo che non era per nulla tranquillo… Penso che abbia raccolto tutto il suo coraggio per dirmi che sospettavano che la nostra piccola e meravigliosa bambina avesse la sindrome di down…..
Sono stati giorni difficili, la bambina ha iniziato ad avere problemi è stata ricoverata in neonatologia, non saturava, e poi è arrivato l’ittero, e poi mangiava poco, insomma la paura cresceva, la poca conoscenza sulla sindrome, l’essere in ospedale con lei e non potermi informare, vedere gli sguardi compassionevoli delle persone, mi deprimeva.
Dopo 10 giorni dalla sua nascita siamo finalmente tornati a casa abbiamo iniziato subito ad informarci, cercando di scrutare su di lei quelle caratteristiche che tutti dicono avere le persone con la sindrome, cercando di non vederle, pensando, “si forse ma non è così chiaro….”, cercando di illuderci che così non fosse, ma dopo un ulteriore mese abbiamo avuto la conferma, la nostra bambina ha la sindrome di down.
Sinceramente mi vergogno dei pensieri che ho fatto in quel periodo, delle nostre paure, adesso dopo 20 mesi, la nostra Alice è la più bella e meravigliosa bambina che avessimo mai potuto desiderare ed è amata e vezzeggiata da tutti i nostri figli e dalle nostre famiglie.
Vivendo in un paese piccolo ed essendo abbastanza conosciuti, ci sono state molte persone con poco cuore, per non dire altro, che hanno fatto commenti orrendi su di noi e sui nostri bambini, molte persone ci guardano con quello sguardo, che solo chi ha figli con disabilità vede e sa cogliere, quello sguardo misto tra compassione e pietà, quelle frasi di circostanza, quei “mi dispiace”… (chissà poi per cosa), abbiamo imparato a non curarci di questo a guardare avanti perché queste persone non sanno quanto noi siamo felici della nostra famiglia, non dovrebbero compatirci non ce n’è alcun motivo.
Non so cosa ci riserverà il futuro, con noi il destino è stato buono e generoso, per il momento abbiamo imparato a vivere senza fare troppi progetti, a prendere la vita come viene, gioendo delle piccole e grandi conquiste di ogni giorno di ognuno dei nostri figli perché quello che conta è che loro siano felici e questo si vede e per un genitore non c’è cosa più importante di veder crescere felici e sereni i propri figli.

Eliana Raffaele, Pinki, Baba, Ajay, Matteo e Alice