Come possiamo aiutare il bambino a fronteggiare la paura in questo periodo di emergenza Covid-19?
La paura è un’emozione primaria, insieme a rabbia, gioia, sorpresa, disgusto e tristezza. Ogni individuo la prova, ed è fondamentale per la nostra sopravvivenza, psicologica e sociale, in quanto ci mette in guardia. Riguardo a che cosa? Ad una potenziale minaccia che potrebbe farci soffrire o causare danno, e non soltanto sul piano fisico.
Spesso si tende a scansare la paura, definendola come emozione negativa, e per questo non andrebbe provata. Sembra quasi che si debba essere sempre coraggiosi e felici. Quante volte viene detta la frase “non devi aver paura” ai bambini? In realtà non esistono emozioni negative o positive, piuttosto emozioni piacevoli o spiacevoli.
E allora perchè non trasformare la questione non avere paura in poter sviluppare coraggio? Acquisendo capacità per affrontare le nostre paure, accogliendole, parlandone e cercando di non farsi sopraffare da esse.
Venendo ai bambini, in una relazione educativa, il compito degli adulti non è farli crescere senza paura, ma di sostenerli nell’affrontare i propri timori, senza fuggire, in modo da utilizzarli per crescere.
La frase “non avere paura” può trasformarsi in “avere paura è normale, anche i grandi hanno paura. Provarla non è sbagliato e tu non sei sbagliato. Sono qui accanto a te, non sei solo.”
In questo modo il bambino si sente accolto, capisce che non c’è nulla di male nel provare ciò che prova, e la paura può diventare assumibile. Si può entrare nello spazio del timore se ci si sente accompagnati da chi ci vuole bene. Al contrario, se ci si sente soli nell’affrontarlo, la sensazione sarà ancora più minacciosa. E questo non vale solo per i bambini.
Grazie ad un ascolto empatico il bambino potrà prendere coraggio e sviluppare la convinzione di potercela fare a fronteggiare le sue paure, sapendo che se vorrà, potra trovare supporto in chi crede in lui.
In questo periodo di emergenza Covid-19, la paura viene trasmessa costantemente attraverso media, telegiornali e notizie non filtrate, che impauriscono il bambino in quanto in esso manca la condizione spaziale che dia un senso di concretezza a quel timore. Dove sta avvenendo questa emergenza? Quando finisce? Sono al sicuro dentro casa?
E come reagisce il bambino a questa mancanza di risposte? Il bambino risponde con il suo non-verbale, carico di significato. Aumentano i capricci, ossia il reagire in maniera poco equilibrata in determinate situazioni; si presentano casi di insonnia, con alzate notturne e incursioni nella camera dei genitori ma anche nel momento dell’addormentamento; è possibile un ritorno all’enuresi notturna. I piagnucolii sono più prolungati, il ricorrere al dito in bocca è più frequente, la frustrazione meno gestibile.
E’ opportuno creare un ascolto empatico, parlando delle paure non con le parole ma utilizzando metodi alternativi, che l’aggirino ma allo stesso tempo la mitighino.
- non neghiamo la loro paura soltanto perchè noi non la reputiamo tale. Piuttosto pensiamo ad una nostra paura, fonte di ansia e preoccupazione reale.
- non minimizziamola, con ironia o peggio ancora, con sarcasmo. Ripeschiamo nella nostra mente un avveniemento simile nel quale non ci siamo sentiti accolti da chi avevamo vicino.
- non razionalizziamola. Le paure dei bambini sono reali, e seguono le varie tappe di sviluppo del suo crescere. I fantasmi non esistono? Il pensiero magico del bambino anima gli oggetti, da loro vita e sentimenti. E poi si sa, i fantasmi sono trasparenti!
- non prendiamola con troppo impeto, forzando il bambino a prendere di petto la sua paura, dedidendo noi quando e come iniziare a farlo.
- non iperproteggiamoli o risultiamo troppo apprensivi, altrimenti daremo al bambino l’idea che non è capace di fronteggiare i propri timori.
- non respingiamo le sue richieste di aiuto. Mai.
Soprattutto per la fascia d’età 0-6 , nel caso della paura ci sono numerose pratiche come risorsa nell’imparare delle strategie di regolazione dell’emozione.
- abbracciare e massaggiare per rasserenare il bambino. Le braccia dei genitori sono il posto più sicuro nel quale trovare rifugio.
- leggere o raccontare fiabe sull’argomento.
- creare una storia con peluches, bambole o burattini.
- fare un disegno o usare la plastilina, senza puntare sulla realizzazione, ma al suo significato. Una volta raccontato quanto rappresentato, l’opera può essere confinata in una scatola, o distrutta, o ancora bruciata.
- creare un talismano, un amuleto, un rituale magico.
Ed è proprio un talismano per mitigare la paura quello che ho voluto creare oggi. Lo spray anti mostro, realizzato con facilità con quanto abbiamo a casa. Una bomboletta spray riciclata, qualche goccia di olio essenziale, puro o per ambienti, con un essenza delicata in modo da poterla usare sui bambini (arancio, mandarino). In mancanza di oli si può usare qualche foglia di erba aromatica, o buccia di agrumi, o qualche petalo di fiore. Il senso è creare qualcosa di magico che spruzzato in giro, sul corpo, sul cuscino, in cameretta, allontani la paura.
Qui il file pdf per stamapare l’etichetta dello spray anti mostro: etichetta mostro
In un momento tanto difficile, forse un talismano sarebbe d’aiuto anche a noi adulti.