Ricordo che quando Tommaso iniziò a guardare la televisione la mia regola nei confronti di quanta concedergliene fosse ferrea: non più di mezz’ora al giorno.
Io e Giovanni scegliemmo la piattaforma Sky proprio per questo, per poter avere a disposizione numerosi canali di cartoni animati di qualità, spesso dedicati alle diverse fasce d’età, e per la vasta scelta di documentari incentevoli.
Il nostro abbonamento è quello base, i cartoni animati non hanno molta pubblicità, si ha la possibilità di registrare, mettere pausa in diretta, programmare la registrazione di puntate intere da lì a diversi giorni. Per noi è una spesa sostenibile, e sappiamo che i bambini possono vedere programmi di qualità.
Ma da un po’ di tempo a questa parte temo che la televisione abbia preso il ruolo di baby sitter nella mia famiglia, e in modo un po’ troppo invasivo.
In effetti ho parecchie premesse da fare in merito:
Tommaso alla mattina si alza con le cannonate, una fatica immane per schiodarlo da sotto le coperte;
A scuola fa tempo pieno, esce di casa alle 8 e finisce alle 16…
Sta ultimando un corso di nuoto durato 3 mesi, senza aver mollato il judo, quindi sono 3 pomeriggi sportivi più quello dedicato al catechismo…
Si sta appassionando al calcio (con mio grande… ehm … disappunto contenuto), alla Juve e ai goal… (ma io dico, una volta le squadre non giocavano solo di domenica? Ora è quasi ogni giorno!)
A queste premesse rispondo con queste scuse:

bambini davanti alla tv
15 minuti di tv mattutina lo fanno scendere dal letto più volentieri;
sarà stanco dopo così tante ore di scuola;
sarà lesso dopo 3 pomeriggi sportivi;
anche se non mi piace il calcio e tutto il mondo legato a questo sport non posso impedirgli di avere questa passione e di guardare i goal in tv.
Potrei linkare i vari siti che parlano di quanto pericoloso e deleterio sia far vedere la tv o usare il tablet o lo smartphone a bambini in età di sviluppo (qui), soprattutto per troppo tempo, ma credo marginalmente a queste notizie, in quanto ritengo spesso limitato il campione di persone sulle quali viene condotto lo studio, e che fare terrorismo ora va un po’ di moda.
Ma non è quello a cui voglio arrivare.
Il papà di Tommaso vende videogiochi, e io ero assolutamente fiera, tenendo presente questa “aggravante” in famiglia, che fino a 7 anni quasi non sapesse accendere la playstation, e che tutt’ora non possieda un nintendo.
Ma in quest’ultimo periodo, forte di quelle scuse elencate, i tempi di Tommaso passati davanti alla tv sono aumentati.
Noi non mangiamo con la tv accesa, tantomeno la lasciamo come sottofondo alla giornata, siamo fuori dal mondo (io, non Giovanni, perchè lui poi si aggiorna sul tablet) perchè non esiste l’ascolto di un dico un telegiornale.
Ma il quarto d’ora di tv mattutina è diventato quasi mezz’ora, la merenda un’ora abbondante e il pre o post cena altrettanto.
E non è che ho deciso di darci un taglio perchè la mia prof. dice che 10 minuti sono piu che sufficienti per permetterci di preparare la tavola e poi tornare a dedicare del tempo ai nostri bambini (eh, non esageriamo nemmeno dall’altra parte!) ma è il messaggio che Tommaso mi manda a farmi decidere di ridimensionare orari davanti allo schermo: praticamente mio figlio si è spento.
La prima cosa che fa appena entra in casa, dopo aver sistemato scarpe, zaino e giubbotto, è accendere la tv. Se gli si rivolge la parola la sua risposta arriva dopo vari richiami, e la sua espressione è di totale assorbimento dello schermo, pure con la bocca aperta e la mandibola calata.
Ma io dico… si può? Si può essere, o diventare dipendenti dalla tecnologia?
Certo che si può. Perchè io e Giovanni ne siamo l’esempio, e di conseguenza Tommaso ed Emma copiano.
Il telefonino è spesso a portata di mano, e anche se c’è il divieto di rispondere durante i pasti, a volte lo si sbircia per leggere il messaggio arrivato in whatsapp, per curiosare su facebook, per scattare una foto.
Fortuna che tutto ciò che faccio per il sito lo faccio alla sera, e fortuna che loro entro le 21 già dormono.
Ma credo molto nelle sensazione di pancia (d’altronde sono un’emotiva!) e questo problema legato al perdere i rapporti reali mi stava tanto logorando.
Perciò il buon proposito anti-tecnologia partito venerdì scorso riporta il tempo concesso davanti ai vari schermi, piccoli o grandi che siano ad un’ora, che diventano un’ora e mezza nel caso in cui si voglia guardare un film d’animazione insieme, ma questo capita solo nei fine settimana.
Naturalmente Tommaso ha obiettato, sbuffato, si è chiuso in sè mormorandomi qualcosa sottovoce (chissà quante me ne dice quando lo vedo mormorare così! Ma d’altronde io facevo la stessa cosa con i miei genitori alla sua età) ma il giorno dopo, quando sono rientrata alla sera dopo il mio corso, era molto più ciarliero, e propositivo… e sorridente!
C’era anche Lia a casa da noi, abbiamo messo un sottofondo musicale, ci siamo raccontati cosa abbiamo fatto e al posto di mostrar loro un video che mi era venuto in mente, glielo ho mostrato ballando. Avete presente il video di Sia, chandelier? Dove quella fantastica ragazzina balla in modo così particolare e aggrazziato? Ecco… io aggrazziata non lo sono affatto.
Morale: Tommaso mi ha soprannominato “metallo pesante”!
Abbiamo riso e riso e riso, e ho rivisto quella sua espressione così inondante di gioia quando ride a crepapelle e si accascia sul divano…
Sono motivata in questa scelta. Mi sono ripromessa di dedicare ogni giorno del tempo per giocare con loro, ho ripreso dalla mia libreria il libro di Tata Lucia “Spegnete la tv!” e “Il gioco intelligente” di Barbara Sher, perchè a volte è questione di riprendere le abitudini, e se si sono un po’ perse, qualche nuova idea le può di sicuro rinvigorire.
Sì perchè tempo fa Tommaso mi disse “mamma non giochi più con me come una volta“, e ora non me lo dice più.
E e il fatto che non me lo chieda più non mi piace affatto.

Volere è potere!