Sognare non costa nulla dicono, giusto?
Io sogno di continuo, quel genere di sogno fatto ad occhi aperti, che forse nemmeno si chiama sogno.
Sogno per i miei figli, perchè possano crescere in un mondo che li accetti per quello che sono, perchè possano districarsi nel difficile periodo dell’adolescenza, perchè una volta scoperto possano affrontare l’immenso mondo che hanno dentro di loro, senza perdersi in esso.
Sogno che preferiscano guardarsi negli occhi, uno di fronte all’altro, per parlare, per scegliersi come amici o amanti, per litigare, per costruire, per distruggere… mi ferisce vedere quante relazioni effimere si creano dietro ad uno schermo lcd.
Sogno che non abbiano paura di esprimere il loro personale pensiero, che crescano come individui sicuri, che abbiano i valori fondamentali che io e Giovanni stiamo sostendendo di fronte a loro… sogno che se non trovano il sentiero giusto per loro non abbiano paura di aprirne uno di nuovo.
Ma questo è il mio sogno, non il loro, e in cuore mio spero solo che loro stessi abbiano questi miei desideri.
Anch’io ho un sogno, mio, personale, colorato, vibrante… e passo dopo passo sto impilando tanti piccoli mattoni per costruire un muro solido.
Un muro fatto di piccoli gesti quotidiani, di prospettive ritrattate, di sguardi più aperti.
E di conferme.
Conferme che mi fanno credere che di gente bella ne esiste tanta, ed è pronta a crescere e a percorrere quei sentieri che ancora non sono stati battuti.
L’ho visto nei bellissimi occhi nocciola di lei, mamma quasi sconosciuta, nel suo dire “posso partecipare anch’io alla tua festa, e dare il mio contributo?”, nel suo sapere che mi legge, nel suo raccontarsi nel privato. L’ho visto negli occhi di sua figlia, che in asilo mi saluta con tanto calore, che abbraccia Emma con impeto ma allo stesso tempo “alla pari”…
L’ho visto negli occhi di papà orgoglioso che coinvolge la propria figlia 10enne in un progetto di cuore, “perchè a fare del bene si sta davvero poco“, e nel piccolo ma per me immenso dono che mi hanno portato ieri, preparato per la festa del 26 ottobre.
Al di là della diversità, al di là dei pregiudizi, anche questi due genitori hanno dei sogni, e indirettamente o direttamente coinvolgono i propri figli. Si cerca sempre di essere sufficientemente bravi, quantomeno che l’impronta resti…
Sappiate che il vostro gesto ha lasciato l’impronta, anzi, ha creato un piccolo mattone colorato che aspetta di far parte di quel muro di solidarietà.
Grazie col cuore.