Oggi è una giornata particolare. Al mattino andiamo alla scuola di Lia, il mio “dono di nozze”, impegnata a fare una recita per sensibilizzare il riciclo dei rifiuti. Finalmente molte sue compagne di classe conoscono Emma, solo vista in foto, e lei sembra ben felice di scorazzare per i corridoi della scuola con a seguito un gruppetto di dodicenni sorridenti. Durante la premiazione saliamo sopra una scala, in modo da vedere bene tutto, ed Emma si mette a chiamare Lia sbracciandosi per salutarla! Ehm… a dire il vero lei dice “ia”! porto con me la macchina fotografica… ma senza memory card, ahimè!

Nanna e poi via di nuovo, verso la serata cubana che la nostra amica Soley ha organizzato, insieme all’associazione persone Down FVG. Ma perchè non approfittare ed incontrarsi anche con Iolanda e Melody, oggi senza Erik perchè a casa con il papà? Io sono una mamma precisina, almeno in quanto a orari, mi piace che i miei bimbi mangino sano, alla giusta ora a cui sono abituati, e che vadano a letto presto, in modo da essere riposati e di buon umore il giorno dopo. Ma sono flessibile. Come è giusto che sia, credo, perchè gli imprevisti possono capitare e perchè a volte è giusto che anche noi genitori ci prendiamo il tempo necessario per dire:

“oggi… chissene!”

Giovanni lavora fino a tardi, così passo a prendere il nostro caro amico Paolo, che volentieri si unisce a noi per la festa, e sa che posso contare su di lui come ottimo baby sitter!

cambiare prospettiva sulla sindrome di downAttendendo che arrivino un pò di persone ci concediamo un aperitivo e qualche ballo per riscaldare l’ambiente

E un giretto per le vie del paese, dove in questo periodo c’è la Sagra del vino. E non posso certo dire di no a Tommaso che, da bravo futuro cavaliere, chiede a Melody di fare un giretto sugli autoscontri…

Tornando al ristorante troviamo Soley, impegnata in cucina a preparare il platano e gli ingredientri per il mojito.

Arrivano anche le bimbe di Soley, ed Emma a quanto pare si ricorda di Anna

Incontriamo anche Silvia e il suo Elia

E poi il presidente del Coordown, che presenta il progetto di integrazione dei ragazzi grandi. Le sue parole arrivano dritte al cuore, lui che è papà di Sandra, e si sente che ci crede davvero, in quello che fa.

La cena è ottima, la musica altrettanto, e devo dire che la band ci guarda con occhi grati, come se il vedere la sala ghermita da così tante persone solidali tra di loro, dia davvero un messaggio di speranza, di integrazione possibile. E vedere gli occhi dei ragazzi, la loro gioia di trovarsi insieme, a chiaccherare e a ballare… è davvero una sensazione bellissima, fa pensare ad un futuro luminoso, e non di certo buio come lo si era prospettato alla nascita di Emma.

Ci raggiunge anche papà, e ad Emma non pare vero di gettarsi tra le sue braccia, chiudendo gli occhi. Ce ne andiamo così, salutando e ripensando alle sensazioni appena provate, all’essere grati di appartenere a questo mondo, che per certi aspetti è davvero triste  e crudele, ma per altri, se lo si sa ascoltare, è davvero emozionante.

Se solo ci si accontenta.