La mia amica Sara R. mi dona questo piccolo stralcio di vita quotidiana. Meditiamo!

Mattina ore 9.
Chiedo a Ginevra:
Gine si va al mare?
La sua risposta è “No“.
Beh, ha scelto.
I miei pensieri vanno ai danni causati dal terremoto, e mentre sistemo la cose dell’associazione Aipd lo avverto. Il silenzio …troppo silenzio!
Vado in camera e trovo una montagna di calze mutande, canottiere e pigiami… in sostanza Ginevra aveva svuotato totalmente la mia cassettiera!
Non me la prendo molto, perché penso che posso approfittare per buttare un po’ di roba e mettere a posto (la precisina eh!)
Finisco mezz’ora dopo e mi dirigo in cucina.
Ginevra era per terra e aveva srotolato tantissima carta scottex!
Stavolta la mia reazione non è così pacata: brontolando, le do un piccolo sculaccione.
Lei corre in camera da letto, arrabbiata e in lacrime.
Poi guardo il divano e vedo che aveva vomitato il latte della colazione e realizzo: voleva forse pulire il divano con la carta?
Corro da lei, le chiedo se voleva pulire il divano è lei: “Sci!
Allora le dico “Brava! E scusa… mamma non aveva capito! Andiamo insieme a pulire ?”
E lei, tutta felice: “Sciii!

Penso. Penso che spesso non ci soffermiamo a capire il perché di alcuni comportamenti dei nostri figli, dando per scontato che sia una marachella, un dispetto (perché poi?).E se comunque avesse voluto solo giocare, sperimentare?
In realtà sotto c’era un profondo pensiero di strategia legato ad un’azione causa-effetto.

Sì, è ufficiale: devo rallentare e ascoltare.