Quanto è impegnativo fare l’insegnante?
Quanta passione, senso del dovere, responsabilità e fatica devono essere calibrate ogni giorno?
Quante strategie, ogni volta considerate, vagliate, applicate e scartate per poter trovare il canale giusto con quel particolare bambino?
Quanta affinità o quanta scarsa sintonia, entrambe difficili da scollarsi di dosso, idealizzano o penalizzano l’alunno che abbiamo davanti?
Ammiro profondamente il lavoro dell’insegnante.
Ne riconosco la fatica, fatica che a volte rinchiude in una sorta di gabbia di giudizio bambino/famiglia difficile, tanto pesante da non metterlo in ricerca di una giusta maniera per aiutarlo.
Ma esistono anche insegnanti sensibili, che si pongono continue domande, si formano e informano, vagliano differenti strade per arrivare alla stessa meta.
Riconoscendo innanzitutto il disagio dell’intricato mondo interiore del bambino.
E sono convinta che siano proprio i bambini piu “difficili” a restarti per sempre nel cuore.
Lo so bene io, che nella mia fresca esperienza di psicomotricista vedo in quella sala il bambino messo a nudo. E quando riesci ad ottenere anche un piccolo risultato positivo da quel bambino così particolare, capisci che il tuo cercare e il tuo attendere non sono stati vani.
E ti senti orgogliosa di aver capito il vero significato di educare, che significa appunto tirare fuori da ogni alunno, il suo meglio.
Non so se questo racconto sia vero o solo ispirato a fatti reali.
Mi interessa maggiormente l’autenticità delle sensazioni che sentiamo muoversi dentro di noi, leggendolo.
Mentre se ne stava davanti alla sua classe di quinta elementare, il primo giorno di scuola, la maestra disse ai bambini una falsità. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò i suoi studenti e disse che lei li amava tutti allo stesso modo.
Tuttavia, ciò era impossibile perché lì in prima fila, accasciato sulla sedia, c’era un ragazzino di nome Teddy Stoddard. La signora Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non giocava serenamente con gli altri bambini…
I suoi vestiti erano disordinati e spesso avrebbe avuto bisogno di farsi un bagno. Inoltre, Teddy era scontroso e solitario.
Arrivò il momento in cui la signora Thompson avrebbe dovuto evidenziare in negativo il rendimento scolastico di Teddy; prima però volle consultare i risultati che ogni bambino aveva raggiunto negli anni precedenti; per ultima, esaminò la situazione di Teddy. Tuttavia, quando vide il suo fascicolo, rimase sorpresa: in prima elementare il maestro di Teddy aveva scritto “Teddy è un bambino brillante con una risata pronta. Fa il suo lavoro in modo ordinato e ha buone maniere…” . Il suo insegnante, in seconda elementare, aveva scritto, “Teddy è uno studente eccellente, ben voluto dai suoi compagni di classe, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita in casa deve essere una lotta.” Il suo insegnante di terza elementare aveva scritto, “La morte di sua madre è stata dura per lui e tenta di fare del suo meglio, ma suo padre non mostra molto interesse e, se non verranno presi i giusti provvedimenti, il suo contesto famigliare presto lo influenzerà.”Infine l’insegnante del quarto anno aveva scritto, “Teddy si è rinchiuso in se stesso e non mostra più interesse per la scuola. Non ha amici e qualche volta dorme in classe“.
A questo punto, la signora Thompson si rese conto del problema e si vergognò di se stessa. Si sentì anche peggio quando i suoi studenti le portarono i regali di Natale, avvolti in bellissimi nastri e carta brillante, fatta eccezione per Teddy. Il suo dono era stato maldestramente avvolto nella pesante carta marrone di un sacchetto di generi alimentari. La signora Thompson però aprì il regalo prima degli altri. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando videro un braccialetto di strass con alcune pietre mancanti e una bottiglietta di profumo piena per un quarto, ma lei soffocò le risate dei bambini esclamando quanto fosse grazioso il braccialetto e mettendo un po’ di profumo sul polso.
Quel giorno Teddy Stoddard rimase dopo la scuola, giusto il tempo di dire: “Signora Thompson, oggi profumava come la mia mamma quando usava proprio quel profumo”. Dopo che i bambini se ne furono andati, la signora Thompson pianse per almeno un’ora; da quel giorno si dedicò veramente ai bambini e non solo per insegnare loro le sue materie. Prestò particolare attenzione a Teddy e, con la sua vicinanza, la mente del piccolo iniziò a rianimarsi. Più lei lo incoraggiava, più velocemente Teddy rispondeva. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più intelligenti della classe e, nonostante la sua bugia che avrebbe amato tutti i bambini in ugual modo, la maestra si accorse che Teddy divenne uno dei suoi “preferiti”.
Un anno dopo la fine della scuola, la signora Thompson trovò un biglietto sotto la porta: era da parte di Teddy; la lettera diceva che era stata la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua. Passarono sei anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Terminato il liceo, terzo nella sua classe, riferiva che la signora Thompson era ancora la migliore insegnante che avesse mai avuto in vita sua. Quattro anni dopo, ricevette un’altra lettera, dicendo che quando le cose erano difficili, a volte, era rimasto a scuola, si era impegnato al massimo e ora si sarebbe presto laureato al college con il massimo degli onori. Confermava che la signora Thompson era sempre la migliore insegnante che avesse mai conosciuto in tutta la sua vita, la sua preferita.
Poi passarono altri quattro anni e arrivò ancora un’altra lettera. Questa volta spiegava che dopo aver ottenuto la laurea, aveva deciso di andare avanti. La lettera spiegava che lei era ancora la migliore e preferita insegnante che avesse mai avuto, ma ora la sua firma era un po’ più lunga. La lettera riportava, in bella grafia, Dr. Theodore F. Stoddard.
Ma la storia non finisce qui. Arrivò ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy scrisse che aveva incontrato una ragazza e stava per sposarsi. Spiegò che suo padre era morto un paio di anni prima e chiese alla signora Thompson di accompagnarlo al matrimonio facendo le veci della madre dello sposo.
Naturalmente, la signora Thompson accettò. E indovinate un po’ che fece?
Indossò proprio quel braccialetto, quello con gli strass mancanti, quello che Teddy le aveva regalato; fece anche in modo di mettere il profumo che la madre di Teddy indossava l’ultimo Natale che passarono insieme.
Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio della signora Thompson, “Grazie signora Thompson per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che avrei potuto fare la differenza.”
La signora Thompson, con le lacrime agli occhi, sussurrò “Teddy, ti stai sbagliando. Sei tu quello che mi ha insegnato che potevo fare la differenza: non sapevo come insegnare fino a quando ti ho incontrato.“
Ganz Super-Hero-Like habe ich einer jungen Frau mit Hilfe von Google Maps auf dem Smartphone geholfen, die gesuchte Straße in der Nähe zu finden.Eine gute Tat am Tag, denn die junge Frau war sehr glücklich zu wissen, wo sie hin muss.
That’s not just the best answer. It’s the bestest answer!
I have been so beedriwled in the past but now it all makes sense!