Il ruolo del genitore non è cosa facile, non lo è nemmeno quello dell’adulto a dire il vero.
In testa hai un’idea di comportamento da tenere nelle varie situazioni, hai i valori che ti contraddistinguono, hai un progetto ben preciso, lo costruisci, lo alimenti, lo sostieni. Poi la vita ti condiziona, ti fa uscire quell’invisibile sentiero che ti sei prefissato di percorrere, riaffiorano le tracce indelebili che ti hanno segnato e quei valori vacillano… le orecchie non ascoltano più, non riesci più a mediare, ormai sei troppo pieno, troppo assordato dal rumore, e dentro di te si alimenta il colore verde… o forse è il giallo ?
Non è facile essere adulti.
Non è facile essere genitori, perchè noi siamo lo specchio per i nostri figli, ed è come se fossimo sempre sotto i loro personali riflettori.
Ma siamo umani.
Abbiamo dei limiti.
Ed è giusto accettarli, perchè l’accettazione è proprio arrivare alla consapevolezza di un limite, che esiste.
Cosa ti insegno bambino mio?

 Passeggiata invernale
Ti insegno a credere in te stesso e nelle relazioni con gli altri.
Non piacerai a tutti, stanne certo, ma chi ti sceglierà lo farà per come sei dentro, e ti comprenderà veramente.
E se anche qualcuno di ferisce, lo farà di sicuro per una ragione, una sua ragione, perchè tu fai risuonare in lui qualcosa che lo turba.
Cerca di comprenderlo.La comprensione, che è prendere-con fa pensare a quanta importanza c’è dietro al capire per primo noi stessi, prima di capire gli altri.
Ma se dopo tanto tuo mediare vedi che l’ascolto è impossibile, ripensa al grande Dante Alighieri, il quale diceva:
“Non Ti Curar Di Loro, Ma Guarda E Passa”

In un paesino, aldilà della fantasia e dal mondo dei sogni,
vivevano due compari, uno molto povero, di grandi qualità umane,
generoso verso gli altri, faceva il sarto, purtroppo madre natura,
gli aveva fatto un brutto scherzo dotandolo di una gobba dietro le spalle.
L’altro, faceva il barbiere di mestiere, alquanto maldestro, come
maldestro, era nei rapporti con gli altri, arido nell’animo e
profondamente anemico di sangue d’amore.
Un giorno il sarto si recò, nella vicina città per andare a comprare
delle stoffe e del filo da cucito, mentre attraversava il bosco vide
degli gnometti che piangevano perchè si erano loro strappati i vestiti.
Il sarto con grande pazienza e generosità in pochi minuti rammendò
i vestiti degli gnomenti, i quali riconoscenti, gli tolsero la gobba
e gli diedero metà di zecchini d’oro riposti in un scrigno.
Di ritorno al paesino, raccontò tutto al compare barbiere,
il quale roso dall’invidia e dalla cupidigia si armò di forbici e rasoi
e si avviò verso il boschetto. Qui incontrò gli gnometti e nonostante
il loro dissenso, inizio a fare loro la barba e tagliare i capelli,
con il risultato finale che i poveri gnomi avevano il volto e il capo,
coperti da tagliuzzi e ferite. Nonostante ciò gli gnometti, gli chiesero,
cosa volesse per ricompensa, l’invidioso chiese che gli fosse dato
quello che il compare sarto aveva lasciato.
Allora gli gnometti presero la gobba del sarto e gliela attaccarono
sulle spalle, cosi l’ingordo dall’arido animo umano rimase
con la gobba per tutta la vita.

Chi è umile sarà sempre ricompensato!