L’ho già detto, amo l amicizia. Amo conoscere persone nuove, stimolanti, che ti fanno vedere le cose da diversi punti di vista.
Quando ero più giovane credevo di sapere tutto io, di dover tenere testa a tutti, di dimostrare che ce la potevo fare senza l’aiuto di nessuno. Ma forse questo era un discorso più legato al rapporto “adolescente versus famiglia”!
Crescendo mi sono invece resa conto che è utile chiedere aiuto, non quell’aiuto assoluto che senza di esso non riesci a prendere le tue decisioni, ma quel tipo di aiuto sano, che gratifica chi te lo concede, e non fa sentire te troppo incapace. Magari non concorderete con me, ma credo che sia proprio grazie a questo dare/avere aiuto che si creano legami fitti e indissolubili, non certo di dipendenza, quanto di collaborazione e coesistenza.
E in un luogo tanto virtuale come quello del web l’aiuto ha un sapore diverso, impalpabile ma comunque autentico.
E questa nuova sfumatura al termine “aiutare”, la sto concretizzando come sua caratteristica proprio grazie a questo mio sito.
Le amiche che mi commentano, che condividono il mio link con altri, che a loro volta commentano, magari sto sottolineando l’ovvia scoperta l’acqua calda, perchè proprio su questo principio si basa la potenza di internet, ma nel mio piccolo… ha un sapore diverso. Nei commenti di persone che non conosci ti delinei un immagine nella mente, ad ogni loro parola aggiungi un pezzettino di puzzle che ti fa capire come possono essere, ti senti “parte di loro con loro”.
Come Valentina, che nel suo blog dcomediverso parla della sua vita di tutti i giorni, delle sue emozioni, considerazioni, mettendomi addosso tanta voglia di conoscerla.
E poi ci sono Cristina, Mara, Barbara, Paola, e ancora Paola che con commenti inviati privatamente (condivideteli please!) mi scrivono di come si sono sentite a leggermi, e di come la pensano sulla “diversità”…
E’ una sensazione davvero bella.
Potente.
Non onnipotente. Solo potente. Perchè le persone recepiscono il giusto messaggio che voglio dare, e si mettono in discussione.
E poi c’è Kelle.
Io leggo il sito di Kelle Hampton ogni giorno. Nei suoi post traspare la voglia di raccontare la vita di ogni giorno, al di là della sindrome di sua figlia Nella, che ha la stessa età di Emma, e il suo messaggio è di VIVERE e basta, con il sorriso, se ci si riesce, e di non preoccuparsi di come andranno le cose finchè non accadranno. Poi verranno affrontate.
Condivido.
In un suo ultimo post parla di come ha spiegato al marito che Nella da grande avrà probabilmente una certa mentalità infantile, e logicamente le è stato risposto che non è proprio così, e che le sue parole possono essere davvero inappropriate per qualcuno. Tra le righe della sua risposta traspaiono le sue scuse a tale affermazione, e sembra ammettere, con il cuore in mano, che lei sta solo imparando, imparando a vivere ogni giorno, imparando ad ascoltare. Mi piace Kelle. Non mi pare artefatta, ma sincera. Che c’è di male se uno vuole truccarsi o mettersi il vestito carino per venire meglio nelle foto? Lei si racconta ogni giorno, si lascia giudicare ma non per questo vuole apparire diversa da quello che è. Lei davvero ispira…
E io un giorno la conoscerò di persona! Perchè anch’io come lei ho grandi sogni per i miei figli. E grandi sogni anche per me.