Caro bambino sconosciuto…
Ti vedo spesso passeggiare lungo la pista ciclabile, accompagnato per mano dalla nonna… o è forse la tua mamma? Ti ho notato qualche anno fa, richiamata da quella tua andatura un po’ goffa, la testa leggermente reclinata all’indietro, lo sguardo sognante, la bocca un po’ aperta. Ti ho notato di sicuro per merito di una vista affinata nel tempo. Ma quattro anni fa ti avrei notato, avrei provato una stretta allo stomaco, e sarei passata semplicemente oltre. Avrei provato pena per te, per quella donna che si affrettava a camminarti cinquanta centimentri davanti, tenendo il braccio teso, come per metterti fretta. Avrei immaginato vergogna e turbamento. E poi avrei volto il mio sguardo altrove.
Che presuntuosa… ho appiccicato un vestito fatto di pensieri negativi ad una persona che nemmeno conosco, perchè ancora non sapevo quanto spesso capita di parlare delle nostre paure, credendole altrui.
Ma in questi 4 anni i miei occhi si sono trasformati… forse hanno seguito le vibrazioni di un cuore più in ascolto, sentito messaggi diversi provenire dal cervello.
Non ti ho solo visto… ti ho guardato, con l’anima, concedendoti tutta la mia attenzione e i miei sensi. Lì, in quei 10 secondi di passaggio, tu a piedi, io in auto.

anziani-e-bambini

Hai ricominciato ad indossare i pantaloncini corti! Ho visto che ti sei fatto un bel taglio di capelli estivo, e hai pure messo su qualche chilo, dai forse anche solo uno, ma ti ho visto procedere più sicuro.
Oggi, la nonna/mamma si è fermata per staccare un fiore e fartelo vedere da vicino. Tu hai sorriso, un sorriso grande grande, hai alzato gli occhi al cielo, e mentre ti guardavo dallo specchietto retrovisore la tua nonna ha sorriso con te, e il suo sorriso era di gioia piena, ti ha accarezzato il viso e stampato un bacio sulla guancia.
Mentre sparivi dalla mia vista ho immaginato quel bacio d’amore, di quelli dati con lo schiocco, un po’ come quelli che la mia adorata zia dava ad Emma e Tommaso, a denti stretti, pronunciando un mariavergine che voleva dire “quanto ti adoro, dal più profondo del cuore, ti mangerei di baci”.
Chissà se saprò mai il tuo nome… chissà se mai fermerò l’auto per venirvi a conoscere… chissà.
Io intanto sorrido ancora ripensando all’immagine che oggi mi avete donato.
Caro bambino e nonna sconosciuta… grazie!
E buona vita!