Anna Rita Casolini, mamma di Gabriele Di Bello racconta l’esperienza del figlio all’evento Special Olympics.
Leggettela ed immedesimatevi in quest’emozione condivisa.
“Ormai è passato più di un mese dal nostro rientro dagli Emirati Arabi, ma quel sogno é ancora vivissimo nella nostra mente e nei nostri cuori.
Abbiamo aspettato a raccontarvi la nostra fantastica esperienza perché speravamo di poterla completare, come hanno fatto in molti, con le foto ufficiali del saluto delle istituzioni locali. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma per le istituzioni locali tiburtine, nonostante la medaglia di bronzo ai mondiali e le moltissime medaglie riportate da tutto il team azzurro evidentemente lo sport non è fra gli interessi primari, o forse non lo é quello “speciale”.
Facile che sia così visto il poco interesse mostrato sul tema “disabilità” negli ultimi anni.
Abbiamo aspettato a raccontarvi la nostra fantastica esperienza perché speravamo di poterla completare, come hanno fatto in molti, con le foto ufficiali del saluto delle istituzioni locali. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma per le istituzioni locali tiburtine, nonostante la medaglia di bronzo ai mondiali e le moltissime medaglie riportate da tutto il team azzurro evidentemente lo sport non è fra gli interessi primari, o forse non lo é quello “speciale”.
Facile che sia così visto il poco interesse mostrato sul tema “disabilità” negli ultimi anni.
Ma non ci interessa, fortunatamente invece in tutto il resto d’Italia e nel Mondo, i nostri atleti sono stati accolti in maniera trionfale e la gioia per tanti applausi soffoca il silenzio di alcuni.
Abbiamo sempre considerato lo sport come un potente mezzo di integrazione sociale e di inclusione, oltre che un validissimo strumento di crescita e un enorme ausilio per la conquista dell’autonomia.
Questa esperienza è stata l’ennesima dimostrazione che Special Olympics non è solo un’organizzazione sportiva, ma che si tratta della più grande palestra di vita, dedicata all’inclusione di persone con disabilità intellettiva.
Gabriele é partito per Abu Dhabi senza familiari al seguito, come tutti gli altri atleti che portavano i nostri colori del resto, ed ha gestito il suo tempo come ogni altro atleta al mondo chiamato a vivere una esperienza così importante. Allenamenti, riunioni di team, incontri istituzionali, e tempo libero insieme ad amici e coach alla scoperta del fantastico paese che li ha ospitati. Un’esperienza che ci raccontava, sempre con enorme entusiasmo negli scambi su Whatsapp, a cui allegava sempre foto sue e dei suoi compagni di squadra. É partito con il cuore carico di gioia. Coronare il sogno per cui ci si allena da anni ti da una forza e una spinta emotiva talmente grande da farti sentite bene come non mai e quel sogno lui lo stava realizzando.
Lo abbiamo raggiunto dopo una settimana, per vivere otto giorni di sport e di avventura in un paese fantastico e molto accogliente, spettatori di uno degli spettacoli più belli del mondo, i Giochi Mondiali di Special Olympics. Lo abbiamo visto, come era giusto che fosse, solo in piscina e abbiamo incontrato un ragazzo cresciuto, più sicuro di sé, più attento e soprattutto molto concentrato nella bellissima esperienza che stava vivendo, ed è giusto così, non capita certo tutti i giorni di “vivere un sogno da campioni”.
Da parte nostra, perderci per dieci giorni nel mondo coloratissimo di un’esperienza mondiale con Special Olympics é stato una cosa fantastica. Abbiamo parlato tutte le lingue del mondo, anche se oltre la nostra conoscevamo solo un po’ di inglese, perché ci capivano, nonostante nazionalità, usi e religioni diverse. C’era qualcosa che ci univa in maniera profonda, quel simbolo e quella voglia di cambiare il mondo, per i nostri figli e per noi che solo qualcosa di veramente grande e forte ti può trasmettere.
Ed è li che ho compreso, veramente a fondo il significato del “sogno comune”. Sognare insieme può essere veramente l’inizio di una splendida realtà.
Grazie Eunice per averci regalato questo sogno e grazie Special Olympics Italia per averci permesso di viverlo.”
tratto dal sito specialolympicsitalia.org
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