Tempo fa un’attentissima mamma-educatrice-amica-lontana, conosciuta in un gruppo facebook sulla sindrome di Down, mi ha consigliato un oggettino davvero utile per aiutare Emma a stimolare la motricità fine.
L’ho trovato geniale. Emma lo ha guardato incuriosita, rigirandoselo e provando ad agire su ciò che le sembrava più facile (anche perchè il progetto in mio possesso è davvero audace a livello di abilità)… stiamo a vedere!
In effetti in passato avevo scovato sul sito della Imaginarium questo bellissimo Drago di attività che poteva avere un simile utilizzo, ma alla fine non l’ avevo mai preso.

Personalmente penso che a volte la motricità fine dei bambini venga poco sviluppata, e non parlo solo dei bambini con difficoltà. Durante l’entrata a scuola dell’infanzia ho visto parecchi bambini svestiti dai genitori (anche se dell’ultimo anno), con le mamme in ginocchio davanti a loro per abbottonare il grembiule, per allacciare le scarpe, per sollevare pantaloni un po’ calati.
E all’ora dei pasti? Quasi non si prepara la tavola con forchetta e coltello tanto siamo noi mamme a tagliare la carne del bambino, perchè reputato compito troppo difficile, perchè non abbiamo tempo di aspettare… perchè non lo fa come noi vorremmo?
Lo so, il tempo a volte è davvero tiranno, e i tempi dei nostri special need kids a volte non combaciano con i nostri, ma ogni tanto, solo ogni tanto… possiamo farli provare da soli?

E sorridendo, (poi spiego il perchè) riporto il progetto fatto da mia suocera, la cara nonna Dani, lei che con ago e file e colla a caldo ti crea un progettino D.I.Y. in poche ore…

Dico sorridendo perchè io con ago e filo sono negata… o così mi veniva detto?

Da piccola mia madre mi “incitava” a fare il punto croce, (proprio come faceva mia sorella) e a me faceva solo sudare le mani e innervosire per il triste risultato.
Ora attacco a malapena i bottoni, non so da che parte prendere per rialzare un orlo dei pantaloni, e se una maglia ha un buco… beh, c’è la sarta, no?

Questo per dire che in effetti la mia amata mamma non ha perso occasione per ricordarmi che io non sono afferrata nell’arte del cucito, e che dovrei imparare (proprio come molte mogliettine sanno fare per i loro mariti (???))… ma forse se non avesse sottolineato questa mia mancanza in passato, se non avesse corretto un bottone da me cucito imprecisamente, se mi avesse lasciato provare, a modo mio…

Chissà…