In molti mi hanno dato il proprio parere sulla lettura precoce.
Come spesso accade molti utilizzano facebook per rispondere, quindi incollo qui i vari commenti, perchè volendo il mio sito utile a molti, tra queste risposte forse troverete quella giusta per voi…
Eccole:
Ho iniziato con il metodo doman proprio dopo il nostro incontro ad Omegna. È faticoso perché sono tanti esercizi ma credimi ho pianto vedendo il risultato. Se vuoi qualche esempio pratico ti scrivo privatamente!
Alla primaria il metodo globale è poco in uso perché è più difficoltoso per i bambini con disturbi dell’apprendimento. Prevede tempi molto distesi!
Secondo me il metodo global è un disastro! Faccio fede della lunga esperienza d’insegnante di tutta la mia famiglia!
Dipende come viene usato. La logopedista che seguiva Nicola, sordo, l’ha usato e alla fine dell’ultimo anno di di scuola dell’infanzia leggeva e scriveva tranquillamente. Le cose poi dipendono da quanto le esasperi. Noi siamo partiti con calma senza fretta. Doveva aver acquisito la parola prima di passare a quella successiva. A volte faceva una parola a settimana a volte impiegava più tempo ma non importava. Nico era sereno e si divertiva a leggere.
Qui in Inghilterra Sue Buckley ha fatto vari studi sull’argomento e afferma che mentre il linguaggio parlato in genere e’ un punto debole tra I bambini con la sdd, la lettura e’ invece un punto forte. Secondo lei tramite la lettura precoce si aiuta molto a sbloccare il linguaggio e a porre le basi per pronunciare e assimilare un linguaggio ricco, articolato e grammaticalmente/sintatticamente corretto.
Quando Thomas era piccolino abbiamo provato con le parole grandi scritte in rosso. Già il fatto che calamitassero la sua attenzione mi sembrava un buon segno, inoltre ho visto che lui le recepiva e le distingueva l’una dall’altra. Poi anch’io come Veronica ho usato Little Readers, sono 5 minuti al giorno e non è ossessivo come il metodo Doman. Purtroppo la costanza manca e a volte a lui non va, quindi non lo forziamo mai. Per un periodo abbiamo usato moltissimo “Special Words” e il programma della Buckley “See and Learn” (special words c’è anche in italiano, sia in cartaceo che in app su tablet o ipad), ora si è stufato perché credo sappia ormai a memoria tutto il vocabolario. Il nostro problema è che ancora non parla e quindi ci manca la riprova che sappia leggere o meno. Sono però sicura che tutto il lavoro che facciamo e abbiamo fatto porterà a qualcosa…almeno spero!
Visto che Thomas adora l’Ipad ho cercato varie app che tramite il gioco lo portano a riconoscere e interiorizzare lettere, numeri, parole. Ci sono anche app che lavorano sulla memoria, sui concetti grande/piccolo, sugli abbinamenti logici. Insomma le occasioni ci sono sempre, non è che dobbiamo essere terapiste però approfittare per prendere due piccioni con una fava in tutte le circostanze possibili.
Le app te le posso elencare, ma ho visto che il nostro App store in Uk è diverso da quello italiano e non so se le trovate in Italia.
Della Anlock, “Italian First Words with phonics”, Candy Count (gratuita), della Specialsapps “Match and Find” e “Special Numbers”, BubbleSchool (credo gratuita), “Animal Sounds (gratuita), della TabTale “Memory Match”, di Tiny Hands “First Words 1”, “Whats my pair 1”, “Sorting 1” e “Sorting 2”, della 22learn “Basic Skills”, della Disney “Nemo 123s”, della Clementoni “Fantafattoria” e “FantaSea”, poi di aziende che non riesco a recuperare abbiamo “Cute Cards”, “ABC Aquarium”, “Action Words”, “First Phrases”, “Spelling 1” e “Hairy Letters”
Imparare a leggere alla scuola d’infanzia è possibile, anche la lettura globale aiuta molto ma per Francesco ho scelto il metodo sillabico. Ma uno non esclude l’altro
La scuola dell’infanzia può anche insegnare a leggere anche se con mia figlia sdd la maestra si era opposta. Per me è fondamentale che i bambini acquisiscano i prerequisiti. Io per quelli motori ho dovuto portarla privatamente da un’insegnante, che ha insegnato molto anche a me, che sono insegnante
Io ho usato questo metodo con mia figlia e a tre anni riconosceva moltissime parole, “sembrava” che sapesse leggere, in realta’ usava la memoria fotografica. Cmq alle elementari ha iniziato a leggere molto presto e mai sillabando
Col metodo globale è meglio…ti consiglio di seguire il programma strutturato dall’equipe di pedagogia speciale dell’Università di Bologna. Per saperne di più Deesi Aps
Non conosco il metodo Doman, ma sono favorevolissima all’insegnamento della lettura anticipando i tempi, purché il tutto sia somministrato come gioco. Gabriele ha imparato a leggere molto presto, quando è arrivato alle elementari leggeva già parole di più lettere. Non ci sono state forzature però, giocava con giochi interattivi sul pc, in cui le lettere, disegnate ed animate cantando e ballando si univano a formare sillabe e parole. Poi GIOCAVA anche molto con un tipo di carte che avevano disegni e parole e con giochini elettronici per il riconoscimento, fra cui anche il vecchio grillo parlante (per chi lo ricorda). La prima parolina l’ha letta da solo fra i 4 e i 5 anni. Era stampata su una mia maglia, che conservo per ricordo… CAFE’. A scuola ha iniziato il classico metodo sillabico, sia in corsivo che stampato, e a Natale , come gli altri suoi compagni, leggeva le classiche frasi minime.
Io comunque ritengo che possa essere divertente il saper riconoscere lettere e suoni. Non trovo però necessario il saper leggere troppo presto, sia che si tratti di bimbi normo che di bimbi con difficoltà.
La chiave dovrebbe essere proprio quella che in pratica suggerisci tu… divertimento. Se il bambino si diverte a riconoscere suoni e lettere le impara semplicemente perchè è gratificato dal divertimento. Se le cose arrivano così, benvengano. Se invece non gradisce quel tipo di gioco si passa oltre e con il tempo si studieranno strategie diverse.
Noi l’abbiamo usato per pochi mesi. Dopo abbiamo iniziato con il metodo Mcguire. Il metodo Mcguire mi sembra come il metodo globale. È faticoso, sì, ma il risultato e veramente meraviglioso. Mattia parla sempre di più, anche in frase.
L’apprendimento della lettura non è un obbiettivo della scuola dell’infanzia, ma lo sono tutte le attività di prelettura e prescrittura. qesto metodo’ho letto varie volte…Io sono dell’idea che se una cosa male unon fa, e d liverte, di farla pure…prova a casa, ma non puoi chiedere di farlo alla scuola dell’infanzia, non fa parte della sua identità. Tieni conto che scegliere un metodo di approccio alla lettura, senza sapere se poi verrà utilizzato alla primaria, invece di aiutare il bambino, rischia di creargli confusione.
Ana Clara invece mi ha stupita riconoscendo le vocali nella lavagnetta (la prima volta) e poi quando andiamo in giro segnala i cartelli e nomina le diverse vocali.Persino allo specchio riconosce le vocali della maglietta hahahaha Anna Rita anche lei a furia di amare e adorare il clown argentino Piñon Fijo (che ha delle canzoni bellissime su ecologia,natura,abitudini sane, ma in spagnolo) ha imparato le vocali da lui perche troppo buffo quando dice AAAAA solleva le braccia a triangolo,quando O fa un cerchio,ecc…hai detto bene,ha imparato giocando.La lavagnetta l’ho presa per farla scrivere con il pennarello in un posto “permesso” e non sulle mura di casa,ma lei si ferma a ordinare le lettere e numeri…Viviana,tempo fa lessi che non era un bene che i bimbi imparassero presto a leggere perche nella maggior parte dei casi devono maturare certe competenze mentali per trarre beneficio della attività.Se lo fanno giocando potrebbe darsi che sia una continuazione del gioco,quindi io la lascio fare.Non mi interessano i metodi impegnativi perche ho imparato a lasciarla che maturi da sola.
La prima neuropsichiatra che ha visto Francesco dopo la nascita, vedendo che avevo sul tavolo un libro sul metodo Doman mi disse di buttarlo… Io ne avevo scorso alcune pagine e devo dire che ero atterrita dall’impegno continuo e costante che ci voleva…. Per cui preso e buttato!! Forse qualcosa di buono c’è, ma Francesco ha comunque un disturbo profondo del linguaggio a cui sembra non ci sia rimedio… Mi piace pensare che però per ora é ancora tranquillo e abbastanza sereno nonostante la difficoltà di comunicazione attraverso le parole….
Sai che mi sono posta tante volte questa domanda? Io mi ero informata sul metodo doman quando luna era piccolissima e l’abbiamo subito lasciato perdere perché innanzi tutto non va bene per noi. Troppo impegnativo. Non voglio essere una mamma terapista e ora non ne ho nemmeno il tempo! Poi mi sembra un po’ un metodo/addestramento. Nel senso ripeti milioni di volte, meccanicamente, prima o poi impara…ma impara cosa? Sicuramente non a ragionare…Però non tutto è da buttare nel metodo doman. L’apprendimento della lettura in modo globale per esempio secondo me potrebbe essere valida. Il problema è che la vedo dura farlo applicare a tutta la classe in una scuola “normale”. Io ho sempre usato con luna le flash cards. E le ho fatto vedere anche il programma Little readers. Ma come te non sono proprio costante. Vuoi perché non ho tempo, vuoi perché quando ho tempo ci sono “fra i piedi” gli altri due fratelli, vuoi perché quando é il buon momento luna non ne ha voglia…Penso che comunque qualcosa sia passato perché luna collega alcune lettere con persone o cose (la M x mamma la P papà la L luna…G giraffa…). A scuola la lascio seguire il metodo che propongono…
Ho sentito parlare del metodo Doman ma non lo conosco molto bene, effettivamente se é un metodo che richiede un impegno continuo e costante e tempi di attenzione troppo lunghi diventa un qualcosa di ‘assillante’ che crea solo tensione…sia che per il bimbo che per il genitore. Denise ha seguito per otto anni logopedia (dall’età di tre anni) …tra le attività le venivano proposte delle schede descrittive con colori/immagini e così aveva imparato a riconoscere e leggere alcune parole e questo anche alla scuola materna…non era un insomma un ‘metodo’ ma come un gioco al quale Denise partecipava con entusiasmo…penso che la cosa più importante sia proporre sempre e comunque ma senza ‘forzature’
Ana Clara riconosce le vocali perché adora un nostro clown argentino che ha una canzone che parla delle vocali,facendo con le braccia ,mentre canta,il disegno della vocale. Io l’ho scoperta per caso che prendeva della.lavagnetta le vocali e le metteva da parte. Poi ho visto che quando sfoglia un libriccino dice oooooo e segnala l’orso …non so che metodo sia,io direi metodo “piñon” (cosi si.chiama il.clown)
In italiano la corrispondenza lettera suono non è adatta alla lettura globale Emoticon wink. Con l’inglese è già differente, suoni e lettere non vanno di pari passo. Piuttosto preferisco Montessori con le lettere smerigliate da proporre senz’altro alla materna. Doman non ha mai fatto per me per i motivi detti anche da Veronica, preferisco un pò più di metacognizione
Comunque se il metodo Doman è cassato un po’ da tutti in quanto piuttosto radicale ed esasperato, io consiglierei a tutte le mamme soprattutto del bimbi piccoli/piccolissimi di leggere il suo libro “Che cosa fare per il vostro bambino cerebroleso”. Io l’ho trovato affascinante e illuminante sotto tutti i punti di vista. Ripeto, il metodo richiede un lavoro continuo da parte dei genitori, ma i risultati ci sono assolutamente. Poche settimane fa le Iene hanno fatto un servizio su un ragazzo autistico la cui famiglia aveva filmato le tappe della sua crescita e i suoi viaggi a Philadelfia. Quello era il metodo Doman. Io non l’ho usato, ma ho preso alcune cose che mi sono servite tantissimo.
Proprio in questi giorni ho iniziato a leggere qualcosa sulla lettura precoce ….non sono ancora assolutamente in grado di avere un mio giudizio ma posso dirti che ho ritrovato sul tablet un app che avevo usato per Alessio senza assolutamente sapere niente dell’argomento
…Ad Alice piace, ripete qualche parola in più. ..quindi fino a quando sarà per lei piacevole lo useremo. Le ho poi preparato dei cartoncini e anche con quelli gioca ma senza tempi e sequenze fisse. l’app si chiama Impariamo a leggere …è carina e puoi aggiungere la tua voce che legge.
La logopedista di Emma mi ha parlato dei PREREQUISITI PER L’APPRENDIMENTO DELLA LETTURA E DELLA SCRITTURA NELL’ETA’ PRESCOLARE e qui trovate una valida spiegazione di quali tappe “naturali” devono avvenire per acquisire questi prerequisiti.
Il commento di Daniela G. mi ha poi fornito un interessantissimo file in power point composto da slide che spiega lo stesso argomento in maniera dettagliata e approfondita.
Cosa sia giusto oppure no sinceramente non saprei ,ma sono del parere che ogni individuo avendo il giusto stimolo puo’ far molto anche imparare la lettura alla scuola dell’infanzia , non conosco il metodo Doman …. ti posto questo interessantissimo file pps sulle competenze fonologiche e metafonologiche/prerequisiti alla letto scrittura : Lorenzini.Belli
Ma il mio parere preferito è di sicuro quello inviatomi dalla neuropsicomotoricista Giovanna Pensa, terapista alle settimane estive per genitori di bambini con la sindrome di Down dott. Lagati, che mi ha prontamente risposto via mail.
Da anni spiego a tutte le mamme che vengono alle settimane estive come fare i libretti personalizzati che inducono il processo simbolico e quindi la formazione del linguaggio verbale, attraverso le foto delle stesse esperienze vissute dal bambino.
Il concetto è sì quello del Doman, “poche parole chiare”, però in più andare a formare una breve storia con un inizio e un finale chiari. Libretti che partono da 5 foto (quindi storie brevi) fino a 10 foto non ne occorrono di più.
Occorre semplicità e chiarezza.
Esempio:
Domenica siamo andati dai nonni
Che sorpresa, un nuovo amico
Il criceto “Cricco”
Gli ho dato da mangiare
Ho salutato tutti e sono tornata a casa.
Cambiare libretto ogni 15 giorni, rileggere quelli già letti e accorgersi che il bambino riconosce le parole (quindi le legge in modo indiretto e globale anche a 3 anni e anche con un cromosoma in più!) è questione solo di pazienza e di ripetere la lettura almeno una volta al giorno.
Ma il problema non è “il leggere” in sé, che è per altro un fatto meccanico, imparare ad apprendere divertendosi nella relazione di lettura insieme di un libretto che narra un avvenimento accaduto realmente.
Insieme al bambino si riattaualizza un avvenimento carico di emozione e ciò facilita:
– la capacità di rappresentazione interna della realtà esterna
– la memoria fonologica
– la comunicazione sia mimica che gestuale che verbale
– la capacità simbolica se si chiede il riconoscimento di particolari nelle foto, nella scritta a lato foto
Inoltre si vive assieme al bambino un momento che può diventare come un rito durante la giornata, cioè un momento di tranquillo rapporto sicuro che dà al bambino la certezza della nostra presenza rassicurante.
Certo scrivere un libretto (meglio tanti) sembra difficile inizialmente…
Ma poi ci si accorge di essere più creativi del previsto e fa bene anche a noi adulti diventare autori per i nostri figli!
Ci sono molte polemiche sul “carattere” corsivo maiuscolo o minuscolo delle diciture del libretto!
Io penso che, se fatto col cuore, va bene quello che ci viene più facile (corsivo maiuscolo)
Importante usare POCHE parole scritte e invece raccontare insieme la foto.
Buon lavoro!
Mi metto sotto a sfornare libretti, perchè concordo con la dott.ssa Giovanna nel ritenere molto più soffisfacente “leggere” qualcosa legato ad un’emozione, emozione che di sicuro si è depositata nel corpo.