Emma ha quasi 5 anni e mi rendo conto che il mio blog parla soprattutto di bambini piuttosto che di adulti con sindrome di Down, ma essendo proprio agli adulti che noi mamme giovani dovremmo guardare, con uno sguardo aperto che parla di possibilità, ecco qualche notizia davvero interessante.
Mi era sfuggito nel 2013:
Elisha Reimer, detto Eli, ha soli quindici anni, ha la sindrome di down ed è il primo ragazzo al mondo con un’ anomalia cromosomica a scalare la montagna più alta del mondo. Ha raggiunto il campo base del Monte Everest ad oltre 5300 metri di altezza ed ha così coronato il suo più grande sogno.
Ok, avevo detto di parlare di adulti, ma la notizia fa davvero rumore, perciò:
L’adoabile piccola Valentina Guerrero, modella di appena 10 mesi per una linea di costumi da bagno; Ryan Langston modello 6enne per una linea di abbigliamento, Izzy Bradley modella 2 enne per la nota marca americana Target.
(Peccato che in questi articoli si leggano ancora le parole malattia, affetta da, e un incredibile afflitto da riferite alla sindrome di Down, ma è pure sempre un parlarne, e questo è positivo.)
Sul canale rai3 c’è stata la seconda serie di Hotel 6 stelle programma docu-fiction che ha mostrato 6 ragazzi con sindrome di Down alle prese con uno stage lavorativo, un programma onesto e realistico, dove si sono viste le difficoltà, magari motorie ed emotive, ma chi lo ha seguito è di sicuro rimasto colpito dall’intelligenza emotiva, dalla caparbietà, dall’autoironia e dalla voglia di esserci dei ragazzi!
E che dire di Mauro e Marta, coppia sposatasi nel 2014 dopo 10 anni di amore e 2 anni di convivenza?
Qui il video che parla di loro… anzi, il video di loro stessi che si presentano… ascoltarli insieme, sentire il loro linguaggio così fluente, apprendere che entrambi hanno un normalissimo lavoro fa volare la nostra mente in avanti, verso un futuro possibile.
(mettete pausa alla playlist musicale a fondo pagina per ascoltare il video)
In questi giorni mi ha scritto una mamma che mi ha presentato sua figlia, la quale lavora in uno studio di fisioterapia… chissà che abbia voglia di raccontarsi più nel dettaglio, ascolto sempre con umiltà le mamme più grandi di me che sono riuscite a credere nei propri figli.
Con questo non voglio dire che il credere in loro basti, a volte le difficoltà cognitive e relazionali sono pesanti, e certi genitori si sentono impotenti di fronte ad un loro non progredire.
Ma credo nella diffusione positiva della persona con trisomia 21, grazie ad esempi positivi, perchè possa essere vista anche da chi non ha a che fare con la disabilità, affinchè venga abbattuto lo stereotipo ad essa legato.
Noi in famiglia li chiamiamo, ironicamente, ‘superdown’ (ah ci abbiamo messo in mezzo anche Emmina, e suor Cristina, non la cantante!). Sono storie bellissime, danno forza e insegnano la dignità e l’amore per la ricerca della propria ‘missione’ nel mondo. Suvvia, se ci crediamo davvero ognuno di noi può essere nel suo piccolo un pò superdown! 🙂
ahaah superdown! e ci hai messo pure la Emma! beh, ieri sera ne ho trovate altre due di storie super… in settimana le pubblico! E’ come dici tu comunque, ognuno di noi ha un piccola parte down in sè, che può diventare super se la si lavora, o semplicemente rimanere down vicino alle altre up… nel mio caso è assolutamente la matematica! Immagino non sia affatto la tua dott.ssa Beatrice…!