Ciò che sto imparando al corso di pratica psicomotoria fa tanto interrogare. Ti scavi dentro e ti rendi conto che spesso i divieti che dai, sono divieti che partono da tue limitazioni personali, costruite negli anni grazie alla nostra storia. Liste infinite, e francamente discutibili…
non sporcarti (quindi non dovrei fare assolutamente nulla)
corri piano (come faccio a correrre piano? forse intendevi camminare!)
gioca composto (questa poi…!)
Ora non dico che tutti dovrebbero leggere Freud, o seguire la pratica di Aucouturier, ma ciò che riporto sotto, fa pensare…
“Dall’ottavo mese di vita, il bambino è capace di manipolare gli oggetti con grande attenzione anche se, dopo averli portati alla bocca, può gettarli via e guardare se sono ancora nel suo campo visivo. La madre raccoglie gli oggetti caduti e li porge al bambino che si prepara a lanciarli di nuovo, con una forza ed un piacere evidenti.
Verso il primo anno, la madre costruisce sotto gli occhi del bambino una torre di cubi. Egli aspetta e, quando la costruzione è completata, la distrugge con violenza e piacere. A quel punto la madre può dire: “si è rotta, non c’è più”, poi può ricostruirla. Il bambino aspetta nuovamente e la distrugge un’altra volta con la stessa intensità emozionale. Il gioco riprende instancabilmente per il bambino mentre la madre rischia di stancarsi ma, poichè vive il piacere del bambino, continua a ricostruire.
…
Nel caso in cui la madre ricostruisca la torre proibendone la distruzione perchè desidera far imparare al suo bambino come si costruisce una torre imponendogli un modello, il bimbo può arrabbiarsi con lei, e lanciare per aria i cubi con forza. La madre, non capendo la reazione del bambino, gli manifesta la sua disapprovazione con gesti e parole che colpevolizzano. Questa madre, che sembra voler fare qualcosa di buono per suo figlio, in realtà non favorisce affatto l’evoluzione della pulsionalità distruttiva, ne il processo di separazione da lei, nè l’affermazione del bambino.
Più tardi, sui 3 anni, il bambino sarà capace di costruire da solo la torre senza distruggerla perchè non è più preso dalla ricerca di differenzazione dalla madre. Ora può dire: “io faccio, io sono, io tengo”.
Fa pensare soprattutto perchè ai 18 mesi di Emma ho cercato di insegnarle a fare le torri, alte alte, e quando lei cercava di distruggerle le bloccavo le manine, dicendole “nooo…!”
E qui non si parla di bambini normodotati o con un cromosoma in più…
Soprattutto perchè in questi giorni Emma ha tirato fuori la sua scatola, di sua spontanea volontà, si è seduta davanti al suo tavolino e …
e queste sono le sue torri…
CIAO DANIELA
MI SEMBRA CHE IERI NON TI AVEVO INVIATO BENE IL COMMENTO ,CMQ VOLEVO FARE GLI AUGURI ALLA EMMA.
LEI NEL VIDEO è DAVVERO CARINA CON IL SUO MODO DI FARE.
CIAO ,
GLO
Grazie Glo! Auguri recapiati all interessata con tanto di bacino..! Ciao!
Torri…. che disperazione!
Il mio cucciolo è un perfetto distruttore… e io facevo esattamente quello che facvi tu “no, non si distrugge!” “non devi buttare giù, mettili uno sopra all’altro…” con evidente disperazione di entrambi… Ora comincia a farle da solo (cioè se lo guardo non le fa… l’avrò traumatizzato!?!) … e ancora una volta mi dico che devo imparare a rispettare i suoi tempi…
Ma poi… arriviamo ai nostri controlli e la prima cosa che gli fanno fare è mettergli davanti quegli odiosi cubetti di legno per vedere se sa fare questa benedetta torre… e lui – che a casa la fa perfettamente – li prende, li guarda e…. li tira addosso alla dottoressa!! …che poi secondo me è una reazione meravigliosa… li so fare, non li voglio fare….
Purtroppo le tabelle, gli schemi, le scale di crescita ci portano a insistere forse con metodi sbagliati… è così difficile sapere qual è la cosa giusta….
CIao Micky! come sta il tuo biondino? eh immagino, loro due sono quasi coetanei, con specialità diverse magari, ma i tempi penso coincidano… Ecco, vedi che pure tu eri incappata nel “produrre produrre” e non “esprimersi liberamente?” mica sarai pure tu del Nordest?!?!
E per quanto riguarda i controlli, che peraltro penso lascino il tempo che trovano (cosa me ne faccio io di sapere che mia figlia ha un’età evolutiva di 24 mesi al posto di 36? – penso possa essere deleterio per una madre, fortuna che alla npi da noi la vedono con lumino e mai danno responsi) credo che dipenda molto dalla persona che hanno davanti, e dall’empatia che si crea. In asilo Emma non parla molto, con l educatrice che NON crede in lei non parla affatto, con quella che non la giudica invece inizia. Con la logopedista inizia ora a ripetere, e vediamo ora che la vedrà 1 v alla settimana se si crea più feeling, ma con la musicoperapista, che non l ha mai forzata, che non l’ha mai etichettata con sguardi compassionevoli o di diniego, lei ha subito mostrato tanto di quello che è…
a volte davvero ci si confonde con metodi sbagliati, mi sa che quella fatidica domanda ce la faremo sempre!
un abbraccio!
L’ometto sta bene… facciamo lo slalom tra i virus, ma per ora resistiamo… ci prepariamo martedi prossimo a festeggiare i nostri primi tre anni… con l’emozione e la gioia nel cuore!
Non sono del nord-est… sono di Genova… ma il fare-fare-fare è una mia costante… non perdere tempo… e magari mi perdo un sorriso, un abbraccio… Ne parlavo ieri con un’amica… è che quando sai che il tuo bimbo è “diverso” , ti viene una specie di frenesia di fargli fare di tutto e di più… studiare tutto, provare tutto per trovare la strada giusta per insegnargli più cose possibile… almeno, per me è così… a volte mi sembra di sbattere le ali di qua e di là cercando di capire, copiare, studiare… e poi a volte – stanca – mi ritrovo con poco o niente in mano… e magari sono i mometni in cui mi accorgo che lui è cresciuto… ha imparato una cosa nuova… che aspetta solo un mio sorriso, un abbraccio….e allora mi chiedo… sbaglio? lo stimolo troppo? e se l ofacessi meno, non sarebbe altrettanto sbagliato? … è difficile. Tanto difficile. Scusa lo sfogo… vi abbraccio.
Eccomi Miki.. No, non sbagli.. Ognuno di noi fa del proprio meglio, perchè ha ben in mente ció he vuole fare.. Ma poi trovi un consiglio diverso, una tecnica di approccio
Nuova, l amica dell amica che ha fatto così.,, e tu ti trovi spiazzata… Ricordo di aver conosciuto una ragazza la cui bimba aveva un ritardo, ma che ancora non erA definito, non aveva un nome.. E lei mi spiegava come il non avere una diagnosi precisa la facesse sentire in un limbo..
Lo so, a volte puó non essere facile… Ma esternare aiuta, credere che è solo un periodo e che poi andrà meglio…
Sai cosa mi ha aiutato tanto?
L aver azzerato le aspettative di Emma.. Il non dusperarmi perchè non facesse questo o quello in base a tabelle e test, ma l aspettarmi la sua spontanea dimostrazione delle sue abilità…
Aiutandola, ma non stressandola… In clima di gioco libero lei mi dimostra tantissimo…
Ecco sì, penso che il Credere in lei faccia la differenza..
Un abbraccio! Io sono qui quando vuoi!
Condivido!
Spazio all’ affermazione dell’Essere e del Fare !
Dovresti vedere le torri di Mirco!…a volte sfidano la gravità!!!
brava Giusi, soprattutto all’essere!! anzi, come hai detto tu.. all’Essere!