Coscienza… se ne parla tanto, ma sempre meno la vedo ascoltata.

Qual’è la causa? Non me lo so spiegare.
In questi giorni abbiamo avuto un disguido che provo a spiegare senza entrare troppo nello specifico.
Io e Giovanni abbiamo preparato delle carte per l’associazione in modo scorretto; la persona che ci ha seguito, che non rivedrò mai più e dalla quale non mi farò seguire per altri motivi, ci ha chiesto di pagare metà della multa, perchè ci era venuta incontro per altro, altrimenti lui si sobbarcherà l’intero ammontare  ma con noi metterà la parola fine.
Ripeto, non lo rivedremo mai più.
Giovanni mi ha detto senza indugio “paghiamo la metà… noi non siamo così…”
Così come? Privi di coscienza?
Anzi… incapaci di ascoltare la nostra coscienza?
Per me non c’è dubbio, come per lui, paghiamo metà della multa perchè “così è giusto“.
Ma come si forma la coscienza…
Io ho un’immagine ben precisa relativamente ad essa.
E’  come se il nostro corpo fosse una sorta di pelle/contenitore, con al suo interno un infinito mondo fatto più di energia fluttuante che di muscoli ed ossatura, e  in questo immenso ed infinito fluire di luce immagino delle zone che si accendono in base a quello che vediamo, proviamo, sentiamo, che sia dolore, gioia, amore, aspettativa…
La coscienza la vedo lì, proprio a destra del cuore, ma più sotto, nella parte alta della pancia… me la immagino rossa e calda, e ogni volta che si attiva, pulsa.
sassi decorati con aforismi
La mia coscienza entra spesso in funzione, forse perchè sono un’emotiva, e tanto mi risuona nella pancia, ma soprattutto perchè tanto di quello che vedo non comprendo.
Non capisco come per il vile denaro può incrinare un rapporto di amicizia perchè “il contratto parla chiaro”, e tutti i gesti di affetto e sostegno dimostrati vengono dimenticati o cancellati con un colpo di spugna.
Troppo spesso vedo giudizi affrettati, prese di posizione spinte da menti ottuse, brama di possedere, soprattutto cose materiali e non momenti, brama di apparire, per sembrare più grandi, più smaliziate, più corteggiate, più cliccate e condivise, più belli, più prestanti, meno vecchi.
Soffro nel vedere crudeltà su animali, spesso gratuite, violenze inconcepibili su persone indifese, e sto male nel vedere che chi guarda preferisce inneggiare e applaudire, magari solo per il gusto di avere un video idiota da postare con la sicurezza di contare numerosi “mi piace”.
Il video che linko, che ho trovato sul profilo di Roberto R., che stimo e ringrazio,  calza a pennello con il mio sentire di oggi.
I sottotitoli sono in spagnolo, lingua per me così armoniosa, ma si comprende bene, soprattutto perchè le immagini parlano chiaro.
Scolvolge, tanta indifferenza, e so bene che di esempi ancora più dolorosi se ne potrebbero fare a centinaia.
Lascia quasi sgomenti vedere certe scene, perchè è così, sembra che il dolore altrui sia cosa da vedere con indifferenza, un atteggiamento sbagliato di un bambino cosa perdonabile, una violenza un momento condivisibile che dona carica.
Ripensando alla mia immagine di coscienza, me la posso figurare in queste persone.
In loro non è fatta di luce calda, morbida e pulsante, ma è piccola, verde marcio, avvizzita. E ogni volta che si attiva, non è per ingradirsi e riequlibrare la luce che c’è dentro, ma è per diventare sempre più piccola e rugosa, e per lasciare spazio all’assenza di luce che c’è tutto intorno.
C’è speranza?
Non lo so… di sicuro la mia fetta di mondo è fatta di cose e persone buone.
Come quelle che si vedono da metà video in poi.
E io me la tengo stretta.
(mettete pausa alla playlist musicale a fondo pagina per ascoltare il video)

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