Emozione.
Tanta emozione per questo evento, perchè non mi era mai capitato di organizzare un laboratorio così vasto, perchè mai avrei previsto la presenza di 80 bambini e relativi genitori, perchè la vetrina di Pordenonelegge è una vetrina importante, e perchè non sapevo come avrebbero reagito i bambini di fronte a certi discorsi sull’unicità di ognuno di loro.
Ma avevo vicino a me Monika, e la sua sicurezza e risposta pronta ad ogni mia domanda incerta hanno fatto sì che fossi tranquilla … essere rassicurati nel modo giusto porta lontano, fa crescere le ali e quel sano spirito di masìdaicheandràbene
Così è stato.
Noto con grande piacere che riesco a parlare con molta più calma e affabilità davanti alle persone, le riesco anche a guardare negli occhi invece di fissare un punto infinito oltre la loro testa. Se poi tra il pubblico ci sono bambini, taaanti bambini, che si interessano e ti fanno domande, a parlano di sè, interrompendoti, chiedendoti come mai questo e quello, beh, tutto è più semplice. Invece di essere motivo di distrazione, io ne faccio motivo di stimolo.
Quindi grazie bambini.
Quel giorno ci avete fatto un grande dono raccontandovi a noi…

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Pordenonelegge

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Lo spunto lo abbiamo preso dal libro che Monika ed Elia ci hanno regalato, l’altezza del cielo, il cui ricavato aiuta i progetti dell’associazione Guardaconilcuore, e su quelle parole, su quel viaggio percorso su una strada d’acqua, abbiamo suggerito un diverso modo di raccontarsi e raccontare una storia.

Non tutti i bambini sanno parlare… c’è chi usa una lingua diversa, chi usa parole che difficilmente si comprendono, c’è chi non può affatto esprimersi attraverso il linguaggio, e allora usa il tatto, o si racconta utilizzando unicamente lo sguardo. Non per questo ciò che dice è privo di significato. Se solo si aspetta in reale ascolto, quell’ascolto che non utilizza le orecchie ma canali che normalmente lasciamo sopiti,  una volta dentro, quegli sguardi assumono decine e decine di multicolori significati.
Ricordo ancora il mio Tommaso, a 6 anni, che dava senso a ciò che Simone non poteva dire con le parole…

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Quindi perchè non raccontare un viaggio legando ad un filo ricordi fatti di materiali diversi? Ricordando profumi, suoni, sensazioni ed emozioni… un libro che può essere letto da qualsiasi bambino?

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Zigzagando tra le varie persone sedute per terra, ognuna con il proprio materiale scelto tra le tante scatole, accarezzando con lo sguardo ogni piccolo nucleo familiare, fatto di bambini e genitori, fatto di mani unite per fissare gli oggetti, stringere nodi e rappresentare ricordi, ho pensato a quanto si stessero raccontando realmente.

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Nell’aiutare i bambini, ho voluto comunque immortalare qualche scena.

In ognuna delle foto scattate puramente a caso, c’era sempre una manina di bambino… segno che quei genitori gli avevano permesso di dire di sè, al di là del bello, del risultato estetico… e di questo, genitori senza volto, vi sono grata.

Pordenonelegge

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Quelle storie venivano poi raccontate a noi, e legate alla vela della barca che Rami, il protagonista del libro, ci aveva inviato affinchè poi tutti quei racconti di bambino potessere partire per un nuovo viaggio…

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“Questo è il nostro viaggio al museo di Trento…” con tanto di impronte di dinosauro nell’argilla…

Qui ero in viaggio in Francia con mamma e papà, e loro hanno mangiato le lumache

“Questo è il viaggio che io e la mamma abbiamo fatto per venire da te, e la coda di tante e tante persone per poter entrare…
Grazie del tuo dono mio caro Lorenzo… tu e la tua mamma Anna avete fatto proprio tanta strada per regalarmi il vostro racconto… Ne è passato di tempo da quel nostro primo abbraccio a novembre 2011, e tu sei sempre più bello…

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 “Qui è quando io la mamma e il papà siamo andati a raccogliere conchiglie al mare e poi abbiamo aperto l’ombrellone”

“Qui è quando mia sorella è caduta e si è rotta il ginocchio e c’era sangue”

“Questo è l’albero di magnolia della zia che scalo in giardino, ed è pieno di tesori”

“Questa è la storia di quando sono nata”

Pordenonelegge

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Non per tutti è stato possibile regalare quel libro, donare ad una sconosciuta un ricordo tanto tangibile.

Spero tanto che quel libro, portato a casa e adagiato sul vostro comodino, mantenga la sua magia per lungo tempo.

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