Un gruppo di persone, una bambina dai tratti particolari, il colorito pallido, la pelle tesa, le mani chiare, le dita lunghe. Siamo tutti seduti a tavola, lei è in braccio al padre, che le parla a lato dell’orecchio, sorridendo, solleticandole il viso con i capelli e la barba, e il suo sorriso è tutto per lui. Una volta in gruppo, in piedi, lei si appoggia a lui, sentendosi ben sostenuta, supportata, protetta. Suo padre le continua a commentare ciò che sente, con quel sorriso dolcissimo solo a lei dedicato, e lei gli accarezza le braccia, con quelle lunghissime pallide dita.
Li guardo e sorrido loro, uno sguardo lungo, carico di significato che chissà mai se gli arriva, ma non mi piacciono gli sguardi fugaci che possono avere troppe interpretazioni da parte di chi li riceve.
Li guardo e li vedo così complici, così pieni di amore l’un l’altro, così un tutt’uno.
Mi rammarico di non avere Emma lì con me, quasi a voler giustificare quel mio quasi invadente sguardo.
Se avessi Emma sarebbe tutto più chiaro, palese, immediato.
Vorrebbe dire:
Io capisco… Io so!
Chissà… magari non rivedrò mai più quel papà e quella figlia, o forse sì, fugacemente come mi capita di fare ogni tanto con lui, ma i loro occhi, le loro carezze, la luce che emanavano, sono custoditi nel mio cuore.
Ripenso a quanto si parla di persone con disabilità ultimamente, e a quante persone sempre più entusiste mi dicono di aver guardato programmi televisivi con ragazzi son la sdD, o mi segnalano link particolari, o si ritrovano a dare una svolta alla propria vita sentendosi chiamati a dare e dare agli altri, per ricevere indietro solo emozioni.
Ripenso a mio figlio, all’attenzione che dimostra avere nei confronti di sua sorella o degli altri bambini con trisomia 21 che conosce, ai commenti curiosi e allo stesso tempo maturi che fa quando in televisione vede persone con tratti fisici particolari, senza arti, o con difficoltà fisiche importanti, e vede che conducono una vita dignitosa, e che cercano a loro volta la felicità.
Ho trovato questo video nel web.
Mi sono immediatamente innamorata della musica (che ho subito aggiunto alla mia playlist) e ho gustato ogni sfumatura espressiva di stupore/gratitudine/gioia che ho letto sul viso dei protagonisti.
Perchè bisogna anche avere il coraggio di guardare, di andare oltre a quella fugace occhiata che subito rifugge ciò che vede, quasi con vergogna, perchè davvero si può andare oltre…
Oltre allo sguardo… magari arrivando alla parola.
Perchè chi è perfetto? Avvicinati…
(mettete pausa alla playlist musicale di fondo pagina per ascoltare il video)