La mia amica virtuale Roberta T. ha pubblicato nella sua bacheca questo bellissimo racconto.
La foto annessa un pochino mi inquietava, non certo perchè ritraeva un ragazzo con disabilità, ma perchè era svestito e con i pantaloni slacciati. Magari era una mia impressione, ma mi trasmetteva brutte sensazioni, quindi ho cercato lo stesso racconto nel web, citato in un sito che altre volte ho linkato per professionalità e contenuti.
Mi piace raccogliere racconti emozionanti, che ti fanno pensare, interrogare, smuovere dentro.
Tante e tante volte osservo la reazione dei ragazzini di fronte a bambini o adulti con bisogni speciali, e se devo tirare le somme la stragrande maggioranza di loro mette distanza, e non solo nei confronti di chi ha una disabilità. Sono più interessati a come apparire, a come vestirsi, in quale locale andare, quale telefonino comprare.
E poi, se ci parli, ti rendi conto di quanta noia hanno dentro, e di quanta bassa autostima si portano dietro.
Ma tra di loro comunque spicca qualche perla rara, qualche adolescente attento, che non vuole vestirsi come tutto il resto del branco, che se ne frega altamente di non appartenere ad un gruppo, che fa tesoro degli incontri con chi ha qualche difficoltà, che porge il proprio aiuto senza nulla chiedere in cambio… che guarda oltre.
Mi piace pensare che questo racconto sia davvero ispirato ad una storia vera, che quei ragazzi sportivi si siano davvero uniti per donare un semplice momento di gloria a Shay, toccati nel profondo del loro cuore.
Ho la fortuna di conoscere alcune di queste perle rare… mi vengono in mente Carlo, i ragazzi scout conosciuti a Bibione, Francesca e Martina, e mio figlio Tommaso…
D’alronde io sono una sognatrice…
E so che tanti piccoli passi compiuti insieme portano lontano.
Magari in pochi si uniranno in quel percorso, ma smuovere il cuore di anche una sola persona è già cosa grande!
Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: ”Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay, non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov’è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?”. Il pubblico alla domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: “Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino.”
A quel punto cominciò a narrare la storia:
Shay e suo padre stavano camminando vicino a un parco, dove c’erano alcuni ragazzi che giocavano a baseball. Shay chiese: “Credi che mi lascerebbero giocare?” Il padre sapeva che la maggior parte dei ragazzi non voleva una persona come lui nella squadra, ma si avvicinò a uno di loro sul campo e chiese se Shay poteva giocare, non aspettandosi un granché in riposta. Il ragazzo si guardò attorno, in cerca di consiglio e disse: “Siamo sotto di sei e il gioco è all’ottavo inning. Immagino che possa stare con noi e noi cercheremo di farlo battere all’ultimo inning”.
Shay si avvicinò faticosamente alla panchina della squadra, indossò una maglietta della squadra con un ampio sorriso e suo padre si sentì le lacrime agli occhi e una sensazione di tepore al cuore. Il ragazzo vide la gioia di suo padre per essere stato accettato. Inaspettatamente però la squadra di Shay inizio a vincere e alla fine del nono inning, la squadra segnò ancora. Ora, con due fuori e le basi occupate, avevano l’opportunità di segnare la battuta vincente e Shay era il prossimo al turno di battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay e perso l’opportunità di far vincere la squadra?
Sorprendentemente, a Shay fu assegnato il turno di battuta. Tutti sapevano che gli era impossibile colpire la palla, perché Shay non sapeva neppure tenere bene la mazza, per non dire cogliere la palla.
Mentre Shay andava alla battuta, il lanciatore, capendo che l’altra squadra stava mettendo da parte la vincita per far sì che Shay potesse avere il suo momento di gloria si spostò di alcuni passi per lanciare la palla morbidamente, così che Shay potesse almeno riuscire a toccarla con la mazza. Arrivò il primo lancio e Shay girò la mazza a vuoto. Il lanciatore fece ancora un paio di passi avanti e gettò di nuovo lentamente la palla verso Shay. Mentre la palla era in arrivo, Shay girò goffamente la mazza, la colpì e la spedì lentamente sul terreno, dritta verso il lanciatore.
Il gioco avrebbe dovuto finire, invece il lanciatore raccolse la palla e la lanciò proprio al di là della testa del primo in base, fuori dalla portata dei compagni di squadra. Tutti quelli che si trovavano sugli spalti e i giocatori cominciarono a gridare: “Shay, corri in prima base! Corri in prima!”
Shay non aveva mai corso in vita sua così lontano, ma riuscì ad arrivare in prima base. Corse lungo la linea, con gli occhi spalancati e pieno di meraviglia. Tutti gli gridarono: “Corri alla seconda, alla seconda, ora!”. Trattenendo il fiato, Shay corse ancor più goffamente verso la seconda. Quando curvò, la palla era fra le mani del giocatore giusto, un piccoletto, che avrebbe potuto lanciarla alla seconda base per squalificare il battitore, ma comprese le intenzioni del lanciatore e anche lui gettò intenzionalmente la palla in alto, ben oltre la portata della terza base.
Shay corse verso la terza base in delirio, mentre gli altri si spostavano per andare alla casa base. Tutti gridavano: “Shay, Shay, Shay, vai Shay”. Shay raggiunse la terza base, mentre i ragazzi di entrambe le squadre e quelli che guardavano erano tutti in piedi e strillavano: “Shay, corri alla base adesso! Corri alla base, sali sul piatto!” Shay corse, salì sul piatto e fu acclamato come l’eroe che aveva fatto vincere la sua squadra.
Quel giorno, disse il padre a bassa voce e con le lacrime che ora gli rigavano la faccia, i ragazzi di entrambe le squadre aiutarono a portare in questo mondo un pezzo di vero amore e umanità.
Shay superò l’estate ma morì in inverno, senza mai scordare di essere stato l’eroe e di aver reso suo padre così felice.
In internet ci scambiamo un sacco di giochi e mail scherzose senza che queste ci facciano riflettere, ma quando si tratta di diffondere mail sulle scelte della vita noi esitiamo. Il crudo, il volgare e l’osceno passano liberamente nel cyber spazio, ma le discussioni pubbliche sulla decenza sono troppo spesso soppresse nelle nostre scuole e nei luoghi di lavoro.
Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di aiutare il “naturale corso delle cose” a realizzarsi. Ogni interazione tra persone, anche la più inaspettata, ci offre un’opportunità : passiamo una calda scintilla di amore e umanità o rinunciamo a questa opportunità e lasciamo il mondo un po’ più freddo?
Un uomo saggio una volta disse che ogni società viene giudicata da come tratta i propri fratelli meno fortunati.
Tratto dal sito sociale.siamoroma.it
Questo racconto lo conoscevo, e ogni volta che lo rileggo piango, ma lo leggo sempre con piacere anche se ormai lo conosco a memoria, ma sa farmi emozionare come pochi altri racconti…
Baci cara!
Eliana è forse questo il bambino che ha fatto scegliere il nome del cane di Raffaele?
Si certo!
sorrido…!