Qualche giorno fa ho accompagnato, come mamma di Tommaso e come aiuto/mammagrest, 16 bambini con un età compresa tra i 5 e i 6 anni, al parco adventure delle Tre Cime di Lavaredo. Io e le altre mamme eravamo un po’ dubbiose sulla scelta del luogo, in quanto per bambini più grandi ed animatori il posto era di sicuro azzeccato, ma per i bambini del minigrest, ci pareva un pò impegnativo. Molti dei bambini non venivano accompagnati dai genitori e la responsabilità era grande. Una gita a 2 ore da casa, con bambini di cui non conoscevamo molto, tra strutture particolari dove davvero un bambino si mette in gioco.
Il parco è davvero bello, curato e ben strutturato, con personale competente che sa il fatto suo, che non manca di scherzare con i ragazzi o di spronarli a dare il meglio.
Noi siamo rimaste nel parco attrezzato per i piccoli, dai 3 ai 5 anni, ma io vedevo come Tommaso guardava i bambini più grandi arrampicare (io stessa li guardavo con stupore), così abbiamo chiesto se pure qualche piccolo poteva provare il 1° livello, imbragato e con il casco, dopo aver fatto pure il brefing. Permesso accordato!
E questa è l’espressione esultante di mio figlio…
Ma ai bambini di 6 anni si sono accodati alcuni bambini di 5 anni, che volevano provare, chi con la giusta convinzione, chi meno, e a noi mamme è iniziata a salire una certa ansia… Va bene che il primo livello si innalza per “soli” 1,5 – 2 metri dal terreno, ma la sicurezza è necessaria, il bambino deve essere in grado di aprire i moschettoni, ragionare sul non scanciarli mai contemporaneamente, ancorarsi in sicurezza sull’albero dove si erige al piattaforma di transito tra un gioco e l’altro… e così ognuna di noi faceva da riferimento al bambino più piccolo, sostenendolo se in difficoltà e aiutandolo con i vari agganci.
Io avevo Tommaso davanti ad una bimba di 5 anni, che dovevo aiutare, e sentivo battere il cuore per la situazione…
Io che 12 anni fa sono scivolata per 10 metri (ma magari erano solo 3…) da un ghiaione durante una scalata (se così si può chiamare, visto che non era necessaria la cordata) e mentre cercavo di frenare con denti e unghie ho sentito salire l’ansia, la tachicardia, e una volta risalita chi mi accompagnava invece di calmarmi ha iniziato a sdrammatizzare dicendo che tutta la mia scena era davvero esagerata e che di sicuro l’elicottero non sarebbe arrivato per una crisi di panico… morale: ho iniziato a soffrire di vertigini.
Ma forte del fatto che su quel tragitto passavano davvero i bambini piccoli mi sono detta
“proviamo… un bel respiro e via!”
Tommaso era raggiante, felicissimo ma allo stesso tempo molto attento per ciò che doveva eseguire, e la piccola Aina davanti a me era impeccabile… non una parola, concentrata, seguiva i miei suggerimenti come se fosse una veterana di quel tipo di attività.
E la mia preoccupazione iniziale si è trasformata in eccitante divertimento!
Mentre completavo il tragitto insieme alla bimba, agganciando per bene la carrucola che l’avrebbe riportata a terra, ho cercato Tommaso con lo sguardo e l’ho visto risalire la scaletta per ripetere il percorso, quasi ci volesse doppiare!
E allora perchè non provare il percorso successivo, che arriva a 4 metri di altezza? L’ho eseguo con il sorriso sulle labbra, orgogliosa di aver vinto la mia paura (almeno fino a quell’altezza!) felice di riuscire a destreggiarmi abbastanza bene tra le varie difficoltà, io che sportiva non lo sono proprio…
Nel lanciarmi con la carrucola prendo quasi un piccolo slancio, in modo da acquistare velocità, e sotto di me ho sentito escalmare:
“noooo… anch’io voglio farlo mammaaa!”
Ho rifatto il percoso con Tommaso, assecondando il suo entusiasmo ma facendolo concentrare su certi tratti impegnativi, notando come nel vederlo così sicuro traballante a mezz’aria mi rasserenavo io stessa, e mi rendevo conto di che cosa volesse dire
dare fiducia.
A volte siamo noi adulti che limitiamo i nostri bambini, non credendoli abbastanza maturi o all’altezza della situazione.
Mi piace imparare. Mi piace ricredermi.
Mi piace dire “felice di aver creduto in te!”
“Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso.” Kahlil Gibran
Brava Daniela! Bravo Tommaso!
grazie Vero, bellissima la frase che citi… e calza a pennello con la mia paura… oso dire “calzava”!!
:-):-) ma che bello!!! Tommaso è proprio un ometto, ma toglimi una curiosità: come ha fatto poi a scendere? Ciaooo
ehehe.. hai visto quante ragazzine volenterose c’erano sotto? e lui che diceva “no no faccio da solo!”