I nostri figli con sindrome di Down sanno arrivare al cuore. Certi cuori non vogliono sentire e dare un nome all’emozione che provano, non la riconoscono e perciò la scacciano, scegliendo di rimanere indifferenti, quasi infastiditi.
Ma i cuori che invece ascoltano, e si lasciano trasformare… oh, che turbinio di sensazioni ed emozioni reciproche!
E’ quello che è accaduto tra il piccolo Emanuele e la sua maestra del Nido, Ela.
Grazie Cinzia per questo tuo prezioso racconto.
Tra pochi mesi inizierai un‘altra avventura, chiamata asilo.
Abbiamo scelto di ritornare in Italia perché, oltre ad un sistema migliore, è la gente ad essere migliore, o meglio, è la gente che ci circonda nel nostro quotidiano ad essere migliore.
Eppure una persona del TUO quotidiano ci mancherà tantissimo: la TUA maestra ELA.
Credo di non aver mai visto una persona estranea impazzire così tanto per te, vederla piangere il tuo ultimo giorno di nido è una delle immagini che difficilmente scorderò perché … tu hai davvero fatto breccia nel suo cuore.
La tua maestra, così atipica nell’aspetto, con tutti quei tatuaggi e il pearcing al naso, con un sorriso disarmante, da cui correvi diretto e senza paura ogni mattina per avere un suo bacio. Colei che ti portava dal suo cane Gizmo per quella pet therapy che ti ha insegnato il rispetto degli animali, che ti ha considerato fin da subito un bambino da cui imparare, da rispettare e a cui lasciar fare esperienze.
Con lei hai imparato a mangiare da solo, mentre a casa volevi essere imboccato, con lei volevi giocare con pongo e matite, mentre a casa li guardavi con un disinteresse pari alla tua mamma davanti ad una gara di formula 1.
La prima volta che mi ha detto che avevi spinto un bambino, ho pensato “ahi, ora si parlerà di problemi di comportamento “… invece con il suo modo tranquillo mi disse: “fa parte dell’essere bambino, del creare legami” … ed è vero… tutti i bambini chiedono di te, ancora oggi, dopo un mese di assenza e non stanno nella pelle sapendo che a fine giugno farai loro visita.
La sua lettera finale nel tuo quaderno delle attività è un misto di puro amore con una pennellata di ammirazione e un pizzico di malinconia.
“Das wünsche ich dir“ – io ti auguro
“Dass alle Menschen gut zu dir sind“ – che tutti siano buoni con te
“Dass deine neuen Erzieherinnen dich genauso lieben wie ich“ – che le tue nuove insegnanti ti amino esattamente come me
“und DAS WICHTIGSTE: dass du mich nicht vergisst, denn Lele, du hast mein Leben verändert“ – e la cosa più importante: che tu non mi dimentichi, perché Lele, tu hai cambiato la mia vita. Tua Ela.
Ecco cosa spero di trovare in questo nuovo cammino chiamato asilo: persone come la tua maestra Ela, che ti sosterranno e che crederanno in te, che ti sgrideranno quando sarà necessario, che saranno interessate a te e alla tua autonomia.
Esistono ancora persone uniche e speciali, che brillano di una luce vera ed autentica… spero che sul tuo nuovo cammino incontrerai tante altre persone così.
Forse di persone speciali ce ne sono più di quanto ci si pensa…ma a renderle speciali c’è la risonanza…
Veramente un bellissimo augurio. Mi sono commossa.
È capitato anche a noi di ricevere ringraziamenti e vedere occhi lucidi per l’esperienza fatta, anche per brevi periodi, con nostro figlio Matteo. In tutti i casi si trattava di persone che non trattavano per mestiere con la disabilitá ma che hanno aperto cuore e mente alla nuova esperienza e hanno ritenuto, infine, di esserne stati arricchiti. Io spero che un po’ alla volta i sassi lanciati propaghino le onde positive sempre più lontano.