La resilienza.
In questi 3 giorni ho avuto modo di parlare con persone diverse che mi hanno riportato alla mente questo termine che avevo sentito tempo fa.
Termine che non mi si era memorizzato, ma il suo significato mi era rimasto impresso eccome.
Le persone che mi hanno fatto ripensare a questa parola sono diverse tra di loro: una mamma che da tempo affronta difficoltà continue, e lo fa con il sorriso; una giovane ragazza che vuole imparare dai comportamenti sbagliati altrui; una promettente psicologa che studia e ricerca di continuo; una coppia di genitori che hanno creato qualcosa di grande, e lo vogliono celebrare in una giornata speciale, il cui tema principale è proprio questo particolare termine: la resilienza.
“Resilienza è un termine derivato dalla scienza dei materiali e indica la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.
In psicologia connota la capacità delle persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.
Le persone con un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. L’esposizione alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle.
Esse tendenzialmente sono ottimiste, flessibili e creative; sanno lavorare in gruppo e fanno facilmente tesoro delle proprie e delle altrui esperienze.
Bisogna concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all’esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono.
Secondo Susanna Kobasa, una psicologa dell’università di Chicago, le persone che meglio riescono a fronteggiare le contrarietà della vita, quelle più resilienti appunto, mostrano contemporaneamente tre tratti di personalità:
l’impegno;
il controllo;
il gusto per le sfide.
Per impegno s’intende la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività.
La persona con questo tratto si dà da fare, è attiva, non è spaventata dalla fatica; non abbandona facilmente il campo; è attenta e vigile, ma non ansiosa; valuta le difficoltà realisticamente.
Perché ci sia impegno è necessario avere degli obiettivi, qualcosa da raggiungere, per cui lottare e in cui credere.
Per controllo s’intende la convinzione di poter dominare in qualche modo ciò che si fa o le iniziative che si prendono, ovvero la convinzione di non essere in balia degli eventi.
La persona con questo tratto per riuscire a dominare le diverse situazioni della vita è pronta a modificare anche radicalmente la strategia da adottare, per esempio, in alcuni casi intervenendo con grande tempestività, in altri casi indietreggiando, prendendo tempo, aspettando.
L’espressione gusto per le sfide fa riferimento alla disposizione ad accettare i cambiamenti. La persona con questo tratto vede gli aspetti positivi delle trasformazioni e minimizza quelli negativi. Il cambiamento viene vissuto più come incentivo a crescere che come difficoltà da evitare a tutti i costi, e le sfide vengono considerate stimolanti piuttosto che minacciose.
La persona generalmente è aperta e flessibile. Impegno, controllo e gusto per le sfide sono tratti di personalità di cui si può avere consapevolezza e perciò possono essere coltivati e incoraggiati.
La resilienza non è una caratteristica che è presente o assente in un individuo; essa presuppone invece comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da chiunque.
Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare affatto le difficoltà o gli stress della vita. Avere un alto livello di resilienza non significa essere infallibili ma disposti al cambiamento quando necessario; disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di poter correggere la rotta.
A determinare un alto livello di resilienza contribuiscono diversi fattori, primo fra tutti la presenza all’interno come all’esterno della famiglia di relazioni con persone premurose e solidali.
Questo tipo di relazioni crea un clima di amore e di fiducia, e fornisce incoraggiamento e rassicurazione favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza.
Gli altri fattori coinvolti sono: una visione positiva di sé ed una buona consapevolezza sia delle abilità possedute che dei punti di forza del proprio carattere; la capacità di porsi traguardi realistici e di pianificare passi graduali per il loro raggiungimento; adeguate capacità comunicative e di “problem solving”; una buona capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni.
Le strade che possono portare le persone ad accrescere il proprio livello di resilienza sono numerose…. (Tratto dal sito mentesana.it)”
A volte mi capita di incontrare chi mi dice “dove trovi l’energia e il sorriso?”
Ecco… forse il gran dolore provato quel 14 febbraio mi ha permesso di scoprire risorse inaspettate e di imparare ad essere ciò che sono.
Appunto… imparare … imparare ad essere…
Certo che non avevo mai pensato di trasportare il significato del termine resilienza alle persone, visto che l’ho sempre studiato nei materiali, ma ora che leggo il tuo posto ci azzecca in pieno!
Se pensiamo anche alla definizione:
“Capacità di un materiale di assorbire energia quando sottoposto a un carico o a un urto prima di giungere a rottura” oppure “Il reciproco dell’indice di resilienza è l’indice di fragilità, i materiali che presentano bassa resilienza sono detti “fragili”.
Caspiterina impressionante! strepitosa come sempre mia cara! baci Eliana
Si impara sempre eh!! Così sai di questo significato “psico/fisico”… Un abbraccio a voi!
Adesso ho imparato il termine che mi ha permesso di andare avanti. Non avevo mai sentito questa parola. Grazie Daniela
Già.. Giovanni mi ha raccontato .. La vita mette alla prova eh… Felice che tu abbia imparato hn nuovo termine importante ..!