Questo è un post scritto una seconda volta, perchè scomparso a causa di un recupero di backup… non mi “vibra” come la sua prima versione! In attesa che lo riesca a recuperare… ci riprovo!
E’ passato un anno. Un anno senza la tua presenza fisica, il tuo sorriso, il suono della tua voce. Dicono che col tempo la ferita guarisce, ma non è così, forse si è fatta ancora più profonda. Mi manchi zia… mi manchi così tanto che a volte mi manca il respiro… soprattutto oggi…
La morte non è niente.
La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace. Henry Scott Holland
Ma oggi, proprio oggi, tutto ciò non mi basta…