Il Natale… per me ha avuto sempre un significato speciale, fin da quando ero bambina. Di certo per i regali, ma soprattutto per l’attesa della festa. La sera prima io e mia sorella mettevamo pane e vino per Babbo Natale e fieno per le renne, poi a letto fantasticavamo su come riuscire a restare sveglie e a cogliere in flagrante questo fantomatico personaggio che si intrufolava in casa nostra… ma per un ottima causa! E il giorno di Natale mio padre ci svegliava mettendo un vinile di musica classica, magari Peer Gynt, e noi correvamo di sotto impazienti di vedere quali ragali ci aspettavano. E poi il profumo del tacchino, delle patate al forno, del panettone tenuto vicino alla stufa in modo che restasse tiepido, il torrone…
Nel tempo questo senso di festa è rimasto immutato. Natale, a casa mia
si fa con i tuoi
beh, in effetti pure Pasqua, ma il Natale è unico, ed ora che ci sono i bambini lo si inizia a respirare ancora prima del 25 dicembre.
Il Natale è famiglia.
E il sapore del Natale di quest’anno è unico.
Il nuovo dono sotto l’albero è vestito di rosso, ha gli occhi a mandorla, sta a malapena seduto, si innervosisce se lo spupazziamo troppo
Ma è unico. E’ uno di quei regali che non ti aspetti, che quando ti arriva cerchi di nascondere la tua delusione. Ma poi provi a guardarlo meglio, e non ti pare così male.
Ti accontenti.
E cercando di capire quel regalo, chiedendoti perchè sia arrivato proprio a te… passi oltre al semplice “accontentarti”. Vedi ciò che riesce a fare, se solo ti lasci stupire. Vedi quanto quei suoi occhi a mandorla sono semplicemente meravigliosi. Ti sciogli ogni volta che ti chiama per nome e ti butta le braccina per venire da te.
E vedi il sentimento che ha portato in tutta la famiglia
la tua famiglia… ohana!
E ti scopri a dire che non avresti potuto ricevere regalo migliore!