Come posso non dedicare il giusto spazio a questo racconto che mi è stato inviato come commento al post sull’entusiasmo? Io che vivo di questi bellissimi slanci emozionali…
Ieri mentre ti leggevo mi sono emozionata, e con le lacrime agli occhi e quella bella calda sensazione alla pancia ho pensato:
“Ecco, in questo io sogno, sogno una piccola parte di mondo dove qualcuno diventa sensibile al di là delle proprie storie personali, che si sente di essere amico speciale di qualcuno anche se non ha mai avuto a che fare con la diversità, senza che i propri genitori lo abbiamo accompagnato in un certo percorso, che non guarda con pena ma che assapora quanto di speciale un bambino riesce a dare, oltre l’aspetto, oltre la diversa gestualità, oltre la disciminazione degli adulti…”

Mia giovane amica di cui non conosco nemmeno il nome…
grazie

per come hai scelto di percorrere la tua vita grazie a quell’incontro…
per come ti poni all’esame della translucenza nucale (e abbraccio te e il fagiolino!)
perchè questo tuo racconto apre il cuore…
perchè è bello sapere che il destino ti ha fatto riallacciare questa amicizia che si era saldata nei vostri primi anni di vita…
perchè nel leggerti ogni mamma come me sogna…

e poi si sa… io adoro le storie a lieto fine!

foto_di_laghetto

 

Salve mamma speciale (perché lo sei davvero), sono una ragazza di 23 anni e più o meno casualmente (in attesa della tn, pur sapendo che amerei ancora di più un bimbo con trisomia volevo capire una famiglia vera come funzionasse…) sono capitata sul tuo meraviglioso blog e devo dire che mi ha colpita nel profondo e commossa all’inverosimile. Specifico subito che non ho parenti o casi in famiglia di SDD, non posso quindi capire davvero fino in fondo le difficoltà che affrontano una mamma e una famiglia di fronte a questa società che ci pretende perfetti. Il primo bimbo che ho conosciuto con la SDD è stato all’asilo, me lo ricordo ancora! Mi ricordo che gli altri bimbi si stancavano a giocare con lui, mi ricordo che nessuno voleva andare in bagno prima della mensa a lavarsi le mani con lui e nessuno voleva mangiare al tavolo con lui (preciso che non erano davvero i bimbi ad avere percezione di una diversità vera e propria: era più l’atteggiamento delle maestre, in stile “perdita di tempo”, a causare tutto questo isolamento!). Beh, da quando ho messo piede in quella classe (sono stata inserita dopo a causa di un trasloco…) io non l’ho più mollato un secondo. E preciso: non era pena perché un bambino di 4 anni la pena non la prova. Era solidarietà forse, qualcosa di più profondo e umano e che molti adulti perdono…voi non lo volete? Lo voglio io e io non voglio più voi. Mentre le altre “coppie” di bambini cambiavano su volere delle maestre per socializzare, io e lui eravamo coppia fissa.
Alla fine dell’asilo i miei genitori hanno deciso di trasferirsi ancora, ho accantonato quel ricordo e alle elementari avevo in classe un altro bambino con SDD, che porterò sempre nel cuore, stavolta ben accetto da tutti e adorato dalle maestre e dai compagni, un bambino intelligentissimo e con una sensibilità fuori dal comune che ci teneva tutti uniti.
L’epilogo di questa storia: più o meno 12 anni dopo l’asilo, dopo una partita di pallavolo con qualche spettatore, mi si avvicina un uomo e mi chiede se io andavo all’asilo in quel paese: ha sentito il mio nome all’inizio della partita. Si, rispondo, l’ho frequentato li.
Questo inizia ad agitare le braccia quasi con le lacrime agli occhi e mi chiede se mi ricordo di Davide…certo che mi ricordo di lui! E quando lo vedo e capisco che lui si ricorda di me… un’emozione unica!
Il padre mi racconta che Davide parlava tantissimo di me a casa, che disegnava per me e che lo faceva ancora…immaginate il mio cuore in quel momento!
Ora io e Davide siamo sempre in contatto, usa Facebook, fa sport…e senza neanche rendersene conto ha dato un senso alla mia vita.
Sono passati 20 anni dal giorno in cui l’ho conosciuto e non ho mai trovato un amico più sincero.
Non sono bambini diversi, sono solo capaci di fare cose diverse che la maggior parte degli uomini non sa fare nonostante millenni di evoluzione.
Il mio percorso di studi (scelto in terza media grazie al ricordo di Davide!) mi ha dato l’opportunità di passare molto tempo con loro e di amarli: passare del tempo con loro per me è una vera gioia, una passione profonda che mi fa venire le lacrime agli occhi e dato che ancora non sono riuscita a trovare un lavoro che mi permetta di stare con loro svolgo volontariato. Tutto questo per farti sapere che c’è chi ama questi bimbi, che non tutti li ritengono “imperfetti”, che io nella tua splendida bimba non vedo, come te, i segni di una sindrome, ma un viso dolcissimo e pieno di amore e di curiosità, ben consapevole dei limiti che ha, ma chi non li ha in questo mondo?
Grazie per tutto quello che fai, sei davvero una mamma speciale!