Vi è mai capitato di trovarvi nel luogo giusto nel momento giusto? E di vivere quel particolare momento, consci della sua particolarità, quasi al rallentatore?
A me è capitato.
E parecchie volte. Da quando ho Emma poi… ancora più spesso. O almeno questo è quello che mi piace credere!
Emma ha 6 mesi, sono al mare con un amica, in acqua, e tenendo Emma in braccio nella meravigliosa posizione anti-colica, parliamo camminando nell’acqua bassa. Ci si avvicina una ragazza, anche lei con in braccio un pupetto dell’età di Emma, più o meno, ed io, conscia della specialità di Emma, valuto la differenza di movimento tra i nostri due bambini, “uau, è proprio vispo nello sgambettare questo maschietto”. Registro. Differenza. Passo oltre.  Ci scambiamo qualche informazione su età/nome/sei qui in vacanza? e ci salutiamo.


Naturalmente parlo con Katia dei miei pensieri da “mamma down” e guardando verso il bagnasciuga mi vedo di nuovo scendere in acqua la ragazza appena conosciuta, con a seguito altri due figli, uno grandino, sui 7 anni, e una bimba sui 4 credo… e lei mi incuriosisce, i suoi movimenti, le sue espressioni…

E qui parte lo slow motion, vedo quella bambina che si tuffa in acqua, risale, ride verso la mamma e i fratelli… io mi inginocchio, non ancora certa che il mio dubbio sia fondato, ma quando lei si avvicina, insieme al resto della famiglia, e mi sorride contenta, ne ho la certezza. Anche lei è una bimba con sdd.
Guardo Katia, sicuramente con la mia classica espressione da “non lascio trasparire emozione” (cioè con occhi sgranati e bocca aperta) e mi rivolgo di nuovo a quella mamma, questa volta con uno slancio diverso, quasi per sottolineare “eccomi! Adesso sì che ci capiamo!” Scopro che abitiamo a 15 km di distanza, che il suo appartamento qui al mare è praticamente attaccato al mio, da sempre, e che lei oggi non doveva nemmeno venire in spiaggia! Mi parla di sua figlia, di come ha saputo della sindrome di Down, di come ha reagito alla notizia, mi da nomi di pediatri e genetisti
In lei mi stupisce la sua tranquillità, l’essere serena pur avendo quell’esserino speciale in famiglia, e mi dico: ”ma allora è possibile, è possibile vivere una famiglia semplicemente come famiglia, con tutti i suoi figli e le loro peculiarità!”. Credo di sì. I confronti tra bambini si fanno, ma con il tempo hanno un sapore diverso.
Ecco. Quest’incontro ha contribuito a dare una svolta al mio cammino di neo mamma speciale. Il sorriso di Vittoria, le sue competenze tanto stimolanti, la serenità di sua mamma (beh, quasi serenità, 3 figli son sempre 3 figli!) mi hanno semplicemente fatto aggiungere un pezzetto di certezza… dove?

Ancora non lo sapevo di preciso… ma faceva stare tanto bene!