L’empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa sentire dentro ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana. Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento. Significa andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta, inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona.

È una forma molto profonda di comprensione dell’altro perché si tratta d’immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna (di come l’altro appare all’immaginazione) al come invece si sente interiormente, (in quei panni, con quell’esperienza di vita, con quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi).

(fonte: Wikipedia)

 

Dicono che le persone con sindrome di Down hanno un intelligenza emotiva particolarmente accentuata, che riescono a guardare oltre le emozioni che un viso lascia trapelare, e puntano dritte al cuore. Mi viene in mente un capitolo del libro di Alessandro Mosconi, Come aquiloni o quasi, nel quale suo figlio Dario aiuta una signora, conosciuta durante il suo tragitto giornaliero in tram, a trovare lavoro nell’Hotel dove lui stesso lavora.

Mi piace pensare che le persone con sindrome di Down sono uniche, diverse tra loro, ognuna con le proprie abilità e caratteristiche. Ma forse sono davvero accomunate dall’ empatia.

Emma me lo ha già dimostrato di essere empatica.
Soprattutto nei confronti di chi non sta bene.
E a lei ha sempre riservato un trattamento speciale…
il soprannome con cui la chiama (che è lo stesso che uso io da quando sono nata)…
il volersi mettere le “capette” (scarpette) e il “tabotto” (giubbotto) e dire “vado daa Jeja“, nel bel mezzo del pomeriggio, quasi ascoltando un inconscio richiamo.

Oggi le hai portato il tuo bambolotto, dicendo “Jeja… bua”, le hai giocato vicino, ridendo, ma vedevo come ogni tanto gettavi lo sguardo a lei, distesa sul divano.

E quando stavamo andando via tu sei tornata di nuovo da lei, a darle ancora un bacio.

Lei ti chiama il mio angelo…

E un po’ di magia la trasmetti davvero…