Esattamente 11 anni mi sceglievi come mamma.
Venivi alla vita dopo un parto perfetto, tra la gioia e le risate mie e del tuo papà.
Solo qualche minuto dopo, mentre tornavi vestita con la tua prima tutina, portavi con te il tarlo di una diagnosi inaspettata e spaventosa.
Sindrome di Down.
Allora non conoscevo nulla di questa condizione genetica. La mia mente pescava a caso aggettivi negativi, tutto con il suffisso -in.t
Inaspettato, inadeguato, inconcepibile, inadatto… infelice.
Quanto dolore 11 anni fa, in una giornata che in tutto il mondo festeggiava l’amore.
Come poteva capitare a me, a noi?
Oggi ti guardo bambina mia. E sorrido.
Un grande sorriso che non è fatto solo con le labbra. Sorrido con il cuore.
Vedo una ragazzina consapevole, che sa gestire la sua quotidianità, che programma la sua settimana, anche in un periodo tanto complicato. Che lasciata nella libertà di scegliere e di sperimentare le conseguenze di una scelta sbagliata, ha maturato il proprio modo di agire.
Vedo che stai cambiando, nel corpo ma anche negli atteggiamenti. La porta del bagno ora resta chiusa, pretendi di avere i tuoi spazi. Ti ho iscritto alla scuola media, e come ogni grande cambiamento anche noi dovremo adeguarci a te, a questo importante passaggio, e a tutto ciò che esso comporta. So già che il grande forziere marrone chiuso da grossi lucchetti si riaprirà. Ma ci voglio pensare al momento opportuno.
Ora guardo te. E vedo quello che hai creato in questi 11 anni, al tuo passaggio.
Mi hai permesso di destrutturarmi e ricrearmi in una nuova forma. Aggiustando tutte le mie ferite di mamma interrotta con una colata di oro luccicante, come nella tecnica giapponese del kintsugi, che valorizza le cicatrici della ceramica rotta.
Sì Emma, mi hai reso una mamma preziosa. Che oggi riconosce il proprio valore e ha tagliato alcuni dei fili invisibili genitoriali che le facevano credere il contrario.
Hai ammorbidito il cuore del tuo papà, liberando le parole che a volte rimangono intrappolate nella fitta trama della mente, e sono difficili da pronunciare.
Hai affinato in maniera delicata e visibile solo a pochi la meravigliosa parte emotiva di tuo fratello, portandolo a scegliere un liceo che credo amplifichi questo suo talento.
Hai aperto la strada alle relazioni, agli incontri fugaci, ai legami profondi di vite passate e ritrovate, permettendo connessioni indelebili.
Mi hai fatto conoscere un mondo sconosciuto, quello della disabilità.
Un mondo con tinte sfumate: scure, difficili da raccontare; più delicate, da rispettare; sgargianti perché impossibili da non vedere.
Mi hai insegnato che la diversità è solo negli occhi di chi guarda. Che se nello sguardo l’uno dell’altra c’è fiducia, e trasformazione reciproca, si possono superare montagne che sembrano inaffrontabili.
Perciò grazie mia preziosa figlia, grazie di esistere.
Continua a tessere, involontariamente, fili di luce che raggiungono anime preziose.
Anime che aspettano solo di essere sfiorate e rese a loro volta luce che irradia.
Buon compleanno Emma.