Ben arrivato piccolo.
Stamattina ti ho tanto pensato, mentre lavoravo.
La tua mamma mi aveva detto che il cesareo era programmato per oggi, e spesso, il mio pensiero è volato a te.
A come ti potevi sentire, lì, al sicuro nel tuo contenitore, alla giusta temperatura, cullato, amato.
Poi il bisturi, luce che entra, mani che ti afferrano… con delicatezza, certo, ma pur sempre ti portano via da quel luogo che ti ben contiene.
Come si sarà sentita la tua mamma, a vederti finalmente, a poterti dare un volto definito e non soltanto immaginato.
Quante paure svanite, o quante paure reali da fronteggiare, o quanta sana irrefrenabile gioia.
La nascita è un evento.
Ti cambia come madre, lascia traccia come figlio.
E non parlo solo di genitori e figli effettivi, legati da un legame di sangue, ma di persone che sono madri o padri, e che sono a loro volta figli.
In ognuno di noi c’è dell’Altro… dell’altro che si mescola al nostro.
Chissà come ti avranno guardato, piccolo bimbo, i dottori, le ostetriche, le infermiere della sala parto. Come avranno guardato i tuoi genitori, felici di portare avanti una scelta di vita che, ancora al giorno d’oggi, viene vista spesso come incoscente.
Ti avranno accolto come meriti? Svuotandosi gli occhi da quello sguardo giudicante e vedendoti per quello che sei?
E cioè un bambino.
Un bambino e non un caso clinico.
Proprio come afferma il dottor Umberto Formica nel video prodotto per il Progetto Avventuno
Tanto amore ho percepito nella voce della tua mamma, alla vigilia di questa nascita.
Tanta voglia di conoscerti e di crescere insieme a te, una nuova realtà carica di emozione. Un’altalena di emozioni.
Ben arrivato piccolino… ben arrivato davvero.