In questi giorni il pensiero al possibile passaggio tra scuola dell’infanzia e scuola primaria per Emma, gira spesso nella testa.

Quando capire se un bambino dai bisogni speciali è pronto a fare questo salto?
Quando pesa la sindrome di Down in questa difficile decisione?
Quando pesa il dover decidere per un figlio?
Doverlo in qualche modo pesare, scansionare, suddividere in campi di competenza, motoria, cognitiva, linguistica, capacità attentiva, per poter poi valutare la sua possibilità di procedere in una determinata direzione.
Mi vengono in mente le figurine che ci si scambiava da bambini:
“ce l’ha, ce l’ha, non ce l’ha, non ce l’ha”.
Osservo Emma e il suo crescere… il suo linguaggio si fa sempre più complesso, frasi articolate, ricordi raccontati, giochi simbolici, sinonimo di un iniziale accesso al pensiero astratto.
Ma vedo anche le sue difficoltà in ambito sociale, nel gruppo classe, forse troppo numeroso per lei, tanto da dover spingere la sua educatrice ad uscire dalla classe per farla concentrare, il suo non comprendere certe consegne, o il suo confrontarsi e giocare con bambine più piccole piuttosto che con le coetanee.
Il suo tratto grafico è ancora incerto, spesso ancora rivolto allo scarabocchio, la rappresentazione dettagliata del corpo ancora lontana, ma a volte mi porta a casa dei disegni che mi fanno nascere dubbi su chi li ha eseguiti, tanto da farmi chiamare l’educatrice per accertarmente.
Ieri la sua educatrice mi ha scritto:
l’ho fatta giocare con le sagome e le mascherine, e nel suo disegno ha potuto capire come combinandole, si potesse disegnare una casa o altro. La cosa le è piaciuta molto… ho voluto proporle qualcosa che catturasse il suo interesse“.
Di sicuro Serena è un’educatrice attenta, propositiva e rispettosa nei confronti di mia figlia… ma alla scuola primaria… troverebbe ugualmente tanta comprensione? Comprensione dei suoi tempi e spazi? Riconoscenti di quella frustrazione necessaria al punto giusto per far crescere?
Ad una cena un maestro in pensione, dai modi un po’ rudi per la verità, mi ha detto:
“Ricordati, che il miglior stimolo per la crescita è il successo personale, l’insuccesso invece crea solo frustrazione. E nei bambini con handicap questo pesa ancora di più.”
Ma Emma non è “i bambini con handicap“.
Perchè così spesso si generalizza?
Emma è Emma.
Ed è sempre più consapevole di se, dei suoi voleri, dei suoi spazi, dei suoi desideri.
Per la prima volta ha le idee chiare sulla letterina per Babbo Natale.

lettera a babbo natale

Ma i forse persistono.
Siamo in attesa di una nuova logopedista, da oramai 2 mesi, e non abbiamo più continuato il percorso di musicoterapia, per incompatibilità di orari con la terapista.
Abbiamo optato per la danza. L’ho fatto con mille dubbi, io che sono dell’idea che a quest’età i bambini debbano semplicemente giocare, senza dover per forza produrre qualcosa, un prodotto finito da mostrare all’insegnante e ai genitori.
Danza significa saggio serale.
Ma Emma ancora una volta ha risposte per me, mostrando una tale passione per il ballo da lasciarmi incantata e stupita. Attende con ansia i due giorni delle lezioni settimanali, anche se stanca dice che ci vuole andare, riordina con cura il suo zaino dove ripone le scarpette… se non è passione questa!
E allora mi sorgono ancora dubbi, sulle nostre aspettative, sulle nostre previsioni mentali che in qualche modo vengono spazzate via dalle risposte non verbali dei nostri bambini.
So bene che la mia stessa situazione è vissuta da moltissimi altri genitori di bambini dai bisogni speciali.
Ne parlavo proprio venerdì scorso ad una piacevolissima cena con dei cari amici, anch’essi genitori come me, anch’essi dubbiosi.

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I bimbi nati nel 2010 si iscriveranno a scuola di sicuro a gennaio, con la clausola di essere fermati o meno a settembre.

Questo è almeno quanto ho deciso di fare io, proprio a livello psicologico.
Non ti reputo non adatta o pronta, ma ti do tempo per capire se lo sei.

O forse mi do tempo?

Sì, sicuramente il tempo lo do a me, tempo per rimandare questa decisione, per provare a dipanare la nebbia, per riuscire ancora una volta a mettermi in parte, facendo tacere i mille pensieri, e guardare te, piccola bambina in divenire…