Le paure dei bambini sono una normale tappa nel processo di crescita.
“Non a caso, compaiono nei periodi più cruciali, in genere tra i due-tre anni e tra i cinque-sette anni.”
Bene, questo mi rincuora.
“Le paure sono emozioni ed esperienze che ogni bambino vive. Ma sono anche reazioni fisiche e psichiche utilissime. E poi, la paura è un meccanismo di difesa che mette in stato di allarme l’organismo quando ci troviamo di fronte a qualcosa che sentiamo pericoloso o non conosciamo.”
Non sapevo che la paura di Emma fosse molto comune nei bambini piccoli, unitamente alla paura del buio, di alcuni animali, del dottore ecc.
La paura di Emma è la brontofobia, cioè la paura dei temporali.
Certi temporali è vero che fanno paura, e nel caso di Emma c’è stato un elemento scatenante.
Era a casa della nonna, in bagno, e una saetta ha colpito la centralina elettrica che dista poco da casa loro, producendo un boato simile ad una bomba.
La cosa ha molto spaventato pure mia madre, che ha cacciato un urlo, e ha cercato di rassicurare Emma in tutti i modi, ma ormai era fatta.
Il fatto è che Emma ora teme persino il vento, qualsiasi tipo di vento, persino la brezza leggera che muove appena le tende, e di brezza in questi giorni di calura ce ne vorrebbe a chilometri.
Ieri sera, finalmente dico io, arriva un bel temporale, con tanto di vento forte, tuoni, fulmini e pioggia, e mentre sistemo le cose in giardino per evitare che volino via, Emma arriva di corsa, mi si attaccata alla gamba, e con espressione disperata e voce contratta mi dice:
“Mammaaaaaa! Ho paura – c’è il vento – le cose sbattono – noooooo i tuoni nooooo – basta ventoooooo – andiamo dentro, chiudiamo la porta, tiro giù le papparelle (tapparelle) – il temporale è brutto – è nero – ho pauraaaaa – mi viene il vomito!”
Io cerco di rassicurala pur continuando a sistemare, ma la sua espressione e il suo tapparsi le orecchie mi feriscono troppo, desisto e vado dentro con lei.
E’ sudatissima, il terrore negli occhi, qualche sforzo di vomito.
Argh… mi sento impotente.
Leggiamo un libretto assieme, ma è troppo distratta dal rumore del vento tra le fessure delle tapparelle, allora accendo il televisore, alzando il volume un bel po’, e il cartone animato un po’ la calma.
Poi un tuono più forte, e subito schizza giù dal divano, prendendosi pure l’asciugamano se le dovesse venire da vomitare.
Argh… qui la faccenda è seria.
Finalmente si calma, la metto a letto, apro appena le finestre perchè possa entrare l’aria fresca.
Dopo un’ora, ricomincia il temporale, lei si risveglia, riprendo la trafila per calmarla ma poco funziona.
Alla fine me la porto nel lettone.
Mentre lei dorme, controllo nel web.
…
“La paura del temporale nei bambini è una delle tante paure che può manifestarsi nei primi anni o insorgere successivamente e può avere un’intensità variabile fino all’estremo di vero e proprio panico.
Tuoni e fulmini sono di per se un elemento sufficiente a spaventare l’uomo fin dall’inizio del mondo, perchè sono la manifestazione di una forza della natura dirompente che l’uomo non è in grado di controllare. Nelle popolazioni primitive questi elementi venivano considerati come una manifestazione divina e temuti. Un elemento simbolico che è stato utilizzato spesso anche nella letteratura e nel cinema.
La paura del temporale alla base è qualcosa che possiamo definire fisiologico e sotto certi aspetti anche sano. Perchè la paura attiva lo stato di allerta, ci consente di essere pronti a difenderci dai pericoli.
Nei bambini la paura del temporale, come molte altre paure, si manifesta per il timore di qualcosa che può accadere, per l’agitazione che può scatenare il rumore dei tuoni, ma soprattutto per la paura di restare soli, senza la mamma e il papà di fronte a un elemento così sconosciuto e spaventoso.
…
Come ricorda la psicologa Barbara Martino :
La relazione con i genitori è fondamentale non solo per affrontare la paura ma anche per evitare che questa paura si trasformi in una fobia o in un disagio di tipo affettivo.
Il bambino ha bisogno di sentire la nostra vicinanza, comprensione e rassicurazione.
Abbracciate il bambino, rassicuratelo, confortatelo, rispettate la sua paura.
Evitate di convincerlo razionalmente che non c’è niente di cui aver paura: non serve a niente e il bambino si sentirà incompreso perchè lui è terrorizzato.
Eccome se Emma è terrorizzata…
Mettete un po’ di musica serena, accendete la luce, raccontate una favola.
…
“Accettazione, sensibilità, pazienza, rispetto. Rispettare sempre le emozioni dei bambini. Tutte le paure che esprimono i bambini sono legittime e piene di valore, sono davvero indiscutibili ed è fondamentale che il mondo adulto attribuisca loro credito. Questa è la condizione principale perché un bambino si fidi di noi, rispettarle sempre anche se la sua emozione ci pare assurda e irrazionale. Quando il bambino ha paura, ha una o parecchie ragioni per avere timore anche se lui non la conosce ancora, così come non la conosciamo noi.”
Presenti! Anche Luna ha paura…dei rumori forti principalmente. Non tanto dei temporali, ma proprio dei rumori, anche musica quando sono troppo forti. Fino a poco fa in aereo era un dramma, pur essendoci sempre andata fin da neonata, ad un certo punto ha cominciato ad avere paura al decollo e all’atterraggio. Ma proprio terrore, sudore freddo pipì addosso…Visto che non si poteva evitare di prendere l’aereo, io le dicevo che era un rumore forte e le spiegavo che era il motore che faceva volare l’aereo. E le dicevo di chiudersi le orecchie con le mani per sentirlo meno. Per un po’ non serviva a nulla, poi piano piano ha pianto sempre meno e da un anno a questa parte è tranquilla (al massimo si chiude le orecchie con le mani o chiude le orecchie alla bambola che porta con se’).
La paura dei rumori però non è passata, non possiamo vedere quasi nessuno spettacolo perchè di solito ci sono musiche molto forti. Non parliamo poi dei fuochi d’artificio!!!
Ieri ad un festival di artisti di strada siamo riusciti a vedere e ad apprezzare un paio di spettacoli, già un passo avanti,sono fiduciosa!
E invece Aramis ha paura…delle scale! Scale che non conosce le saliamo a gattoni e scendiamo sul sedere…
Un abbraccio