Questa è la storia inviatami da Irene, mamma conosciuta su facebook. Proprio tra quelle pagine le sue amiche hanno svelato la sua genitorialità speciale, e lei ha davvero reagito quasi con imbarazzo, come se adottare due bambini con la sindrome di Down fosse una cosa normalissima. Leggendo le sue parole penso si abbia la mia stessa impressione… Grazie Irene per esserti raccontata a me, per aver scelto, per non aver tentennato, per non mettere fine alla tua voglia di essere mamma di cuore speciale!

“Ciao Daniela, come ti avevo promesso e con molta fatica cercherò di raccontarti la nostra bellissima avventura .Con fatica, perchè mi sono ritovata di fronte ad una valanga di elogi per qualcosa che a me sembrava normale avere fatto, e mi sono sentita in difficoltà.
Inizierò col dirti che la nostra scelta adottiva era dettata da una voglia di genitorialità che non ci era bastata. Avevamo una figlia grande e una bimba allora di 4 anni, ma sentivamo ancora che sia la nostra casa che il nostro cuore era vuoto, mancava ancora qualcosa e lì è nata l’idea di fare un percorso pre adozione che ci mise di fronte ad una realtà che
non ci soddisfava ancora, relazione dei servizi ottima e decreto di
adozione internazionale in mano ora la scelta. Brasile, Africa, India, Vietnam erano le scelte papabili che ci frullavano in testa, ma che non ci convincevano a pieno, secondo noi mancava quel qualcosa che ci aveva spinto a passare mesi di colloqui e sedute di gruppo.
Ci prendemmo un periodo di pausa per decidere e in quel frangente cominciai a viaggiare su internet nei vari forum di adozioni .
Parlando delle nostre scelte conobbi in rete una mamma che mi disse
hai mai pensato a proporti per una adozione speciale?

Cosa e un’ adozione speciale, le chiesi, e lei mi raccontò la sua storia, anche lei
mamma adottiva di un bimbo speciale e amica di una assistente sociale del tribunale che faceva parte di una associazione che cercava famiglie per bambini speciali che non voleva nessuno.
Ecco… era questo che mi mancava e quello che cercavo!
Contattai immediatamente la signora che mi convocò e parlammo a lungo. Mi illustrò un mondo parallelo a quello delle adozioni,  con casi e casi di minori con problemi. Ci venivano illustrati e ci chiedeva volta per volta se conoscevamo e accettavamo un eventuale handicap.
Quando arrivò alla sindrome di Down la nostra risposta fu no,  non ce la facevamo, era
troppo .
Nei giorni successivi però non riuscii a pensare ad altro, e alla fine telefonai e dissi
Sì alla sindrome di Down
pensando che in fondo non poteva essere cosi tremenda come si pensava.
Il 15 agosto del 2008 eravamo in vacanza al mare e alle 9 di sera arrivò la telefonata del giudice che ci comunicava che il 29 luglio era nato Andrea, nostro figlio con sdd, e che finite le vacanze il 3 settembre ci aspettava per firmare le carte di adozione. La
gioia era cosi grande che ballammo tutta la sera alla festa sulla spiaggia, come due pazzi scatenati, anzi 3, perchè la piccola Graziellina condivise con noi l’arrivo del fratellino.
Da quel giorno in poi ci furono tante e tante vicessitudini, l’intervento al cuoricino messo molto male, i continui ricoveri per polmoniti e l’allontanamento di nonni, fratelli e zii che nn
accettavano l’arrivo di un nipotino diverso, ma la convinzione che la nostra scelta era quella giusta si rafforzava giorno per giorno.
Decidemmo di rifare il percorso adottivo con le assistenti sociali per dare disponibilità ad una nuova adozione di minori speciali, ma non venimmo dichiarati idonei,  ma piuttosto dei pazzi invasati che non sapevano quale guaio avevano già sulle spalle, e degli sprovveduti genitori che lasciavano sulle spalle dei loro figli un grave fardello, in caso di nostra dipartita. Ci venne chiesto addirittura se facevamo parte di sette religiose!

Delusi ed amareggiati e arrabbiati decidemmo di lasciare perdere ma nell’ottobre del 2010 mi arrivò una mail di una amica che mi disse che il tribunale di Roma aveva messo in rete un appello per cercare dei genitori per un piccino di 8 mesi, nato con una grave malformazione cardiaca. Capii subito che era sindrome di Down e la sera stessa inviai il fax di disponibilità, anche se con poche speranze di risposta .
Dopo una settimana ricevemmo la chiamata del tribunale per un colloquio.  Un breve incontro, la firma di disponibilità e l’attesa della camera di consiglio che avrebbe deciso.
Il 6 dicembre la telefonata… venite a prendere il bambino!
Ll’8 dicembre eravamo a casa con il nostro cucciolo Nicolas, in onore si San Nicola, il giorno che lo abbiamo conosciuto.
Tante persone ci chiedono il perchè della nostra scelta…
Non so rispondervi… perchè come citava madre Teresa di Calcutta

io sono una matita nelle mani del Signore, ho solo tracciato il segno ma la mia mano l’ha mossa Lui

E questo lo so perchè in nessuna delle due volte la scelta mi ha messo un dubbio, un cedimento, un ma, un se, un forse… sono sempre stata sicura e forte nella mia decisione e la rifarei ancora .
….Abbiamo dato la terza disponibilità, chissà se ci considereranno ancora.