40 anni.
Quando ero ragazzina una persona di 40 anni era un vecchio ai miei occhi, e ora che li ho appena compiuti mi rendo conto che susciterò la stessa immagine agli adolescenti, specie perchè mi danno del “lei”.
Conosco amiche che si abbassano l’età, che sgusciano via quando fanno domande sempre più precise per scoprire quanti anni hanno o che al giochino “dai, quanti anni mi dai” fanno certe facce perchè l’interlocutore sbaglia.
Io ci tenevo a compiere 40 anni. Suona così bene!
E’ come un inizio di una nuova era, perchè si esce dagli “enta” e si entra negli “anta”.
Li dimostro?
Che ne so… tutto dipende dagli occhi di guarda.
Ho le rughe?
Sì, e da un bel pezzo, zampe di gallina, d’espressione, a fianco della bocca e sulla fronte… pure sul collo.
Ho qualche chilo in più? La cellulite?
Sì e sì. Più di qualche chilo in più, che a volte cerco di combattere con qualche dieta fai da te, ma subito rinuncio perchè mi piace troppo mangiare… e pure bere, da brava friulana.
Ho i capelli bianchi?
Ehhhh! Da mò! Mi tingo i capelli da quando ne ho 20 di anni, proprio perchè ancora non posso permettermi la capigliatura bianca… soprattutto finchè mantengo questo colorito di pelle beige/verdolino.
Sto pensando ad altri difetti fisici, ma non me ne vengono in mente… non perchè non ne abbia… ma perchè per me sono di poco conto.
Io guardo l’essenza!

sassi decorati
Perciò…
Mi sento vecchia?
Proprio no. Mi sento un po’ come il buon vino nelle botti di rovere… più corposo, interessante, meditativo.
Forse ho meno energia di una volta… o forse no… più che altro direziono meglio l’energia, verso progetti più interessanti (per me), in cose che mi permettono di stare meglio e di far star meglio.
Dormo poco?
Sì, ma è una scelta. Sono diventata una grande sostenitrice dei cat-nap, i micro pisolini: sono capace di stendermi a letto con Emma alle 20.30, dormire 7 minuti con lei, sognare, risvegliarmi e andare avanti senza problemi fino alle 2.00 per poi svegliarmi, ammetto con immensa fatica, alle 7.00.
Mi sento cambiata?
Assolutamente sì. Oltre a piacermi di più, cosa che non mi riusciva facile in adolescenza e post adolescenza, ho la fortuna di avere un marito che mi da tanta sicurezza, che mi accetta per quello che sono, e non mi chiede di cambiare, cosa che tutti i passati fidanzati mi hanno chiesto di fare… o ero forse io che lo pretendevo da me?
Sono una persona realizzata?
Questa rimane una domanda aperta, perchè sono convinta che si possa crescere finchè si ha vita. Io sto crescendo. L’essere diventata mamma mi ha spinto a studiare, l’essere diventata mamma di una bambina diversabile mi ha spinto a scegliere un percorso di studi di più per me stessa, per stare meglio e poter sviluppare una capacità che troppo spesso si dice di possedere, e in realtà non è così: quella del non giudizio.
Sono all’inizio di questo percorso. Spesso riaffiora la vocina, spesso è quella materna, che mi fa dire “ma perchè diavolo non fa così? La mia soluzione è la migliore”, ma sto imparando a ricacciarla giù, anzi, a cacciarla fuori perchè non sedimenti, ripetendomi che sono aperta alle proposte altrui.
Funziona?
A volte sì, a volte no, ma come tutti i percorsi ci vuole del tempo. Già rendendomene conto penso di essere sulla buona strada. L’aver scelto di diventare psicomotricista mi permette di lavorare molto sulla mia formazione personale, con esercizi mirati e una guida sicura datami dalle mie formatrici. Durante questi fine settiamana formativi affiorano sensazioni assolutamente inaspettate, che la ragione spesso nega.
Soprattutto so tornare sui miei passi, e chiedere scusa, anche ai miei figli.
Ho imparato cos’è il rispetto…
Sì. Il rispetto per me è riconoscere l’altro come diverso da me, portatore di una propria storia, che si può scontrare con la mia, ma non per questo non può renderci felici. E’ proprio nella differenza che si può crescere insieme. E’ concedendo i tempi di ognuno, è facendo spazio, è ascoltando non solo con le orecchie, è credere nelle capacità altrui. E’ non chiudere la porta a chi non vedi da tempo, o perdonare un torto per quanto difficile possa sembrare.
Credo molto nella frase del Dalai Lama, che si può applicare a qualsiasi persona con la quale abbiamo rapporti “Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare, motivi per rimanere”.
Sono mai triste?
Questa domanda mi viene fatta spesso, e la risposta è “certo”.
Succede ma non così spesso.
Ho tanti motivi per essere felice, e a volte la tristezza mi è causata da motivi ormonali, o da problemi esterni alla nostra famiglia, come scelte lavorative sbagliate. Ma sia io sia la mia famiglia abbiamo il sole dentro, come ci è stato detto, e quindi il sorriso che spesso dimostro è sincero proprio perchè rispecchia cosa sento dentro.
Quindi… sono una persona felice?
Sì.
Lo scriverei a caratteri cubitali, lo griderei ballando in maniera poco armoniosa, lo sillaberei prendendo in braccio i miei figli e girando vorticosamente con loro.
Mi sento più bella, consapevole, calma, in ascolto, in armonia, capace, artistica rispetto a come fossi in passato.
Grazie a mio marito?
Grazie ai miei figli?
Grazie ad Emma?
In parte. Loro sono una grande stimolo per me, e mi completano.
Ma tutto è partito da me.
Ho coltivato quel pensiero, quella gioia che si prova quando si è felici, che si può provare così facilmente, e l’ho coltivata, nutrita, lucidata, condivisa, donata.
Perchè la felicità è dentro di noi.
E a volta basta solo farle il giusto spazio.