Voa voa :«Quando mi dissero che Maria, la mia Maria, si era ammalata senza possibilità di guarire, ho pensato di prendere Dio e di tirarlo giù dal Cielo per costringerlo a cambiare i Suoi piani. Intanto, mentre neanche me ne rendevo conto, era Lui che tirava su me, muovendo i fili del mio destino secondo il Suo solito, imperscrutabile disegno. Però, in questa mia storia fatta di amore, mostri, accettazione e perdita infinita, c’è una cosa su tutte a cui proprio non sono riuscita a rassegnarmi: chi per primo pronunciò il nome del male che affligge mia figlia, definì “bambini farfalla” quelli come Maria. Farfalla nel senso che durano il tempo di una stagione sola, poi spariscono senza lasciare traccia. Allora mi è venuta voglia di scrivere di lei, perché più persone possibile potessero innamorarsene com’è successo alla mia famiglia. E per dimostrare che con le farfalle – la mia Maria – ha in comune soltanto la bellezza».

Questo libro nasce dall’esigenza dell’autrice di regalare qualcosa di speciale a sua figlia. Le osservazioni di chi l’ha letto per primo, tra cui l’editore, l’hanno spinta ad andare oltre, a scendere in campo e raccontare attraverso queste pagine la sua storia. Pagine dure e commoventi, che non lasceranno indifferente il lettore.