Un lunedì come tanti.
Iniziale indecisione se mandare Emma in asilo oppure no, vista la nottatina passata a tossire come un cagnetto (per fortuna risolta a miele e umidificatore).
Optiamo per tenerla a casa, già l’inserimento si protrae un pochino, meglio non mandarla se svogliata o fastidiosa.
Tutti i miei progetti di studio sfumati.
Vabbè, proviamo a vedere cosa dice la seconda voce della lista del lunedì:
cucinare arrosto.
D’accordo… e figurati se Emmina non vuole darmi una mano!

Emma_in_cucina

E’ davvero interessante vedere quante parole possono uscire durante una attività del genere, fatta in tranquillità e quante piccole abilità si possono consolidare. Inizialmente per timore che Emma si tagli le porgo un coltello normale, che solitamente nemmeno noi vogliamo usare perchè non taglia nemmeno il formaggio.
Vai… oso… le porgo il mitico coltello Miracle Blade (quello pubblicizzato dallo chef Tony! Quello che taglia pure l’ananas in volo! Consigliatissimo!) e lei se ne esce con un buffo “ohhhh là… taia!” (eh, in effetti, questo taglia!)

Emma_in_cucina

Mettete pausa alla playlist di fondo pagina per ascoltare i video.

Mi vede alle prese con il pelino (se si chiama così!) e appena mi giro verso i fornelli si protende verso di me e me lo ruba. La pressione che esercita è deboluccia, ma basta a veder pelata la carota di qualche fetta. Con sua grande soddisfazione!

Emma_in_cucinaArrosto messo in pentola.
Passiamo in bagno.
Durante uno dei suoi momenti di travaso Emma si è lavata maglia e pantaloncini, ne approfitta per sfilarsi tutto ed infilarsi in vasca da bagno, per un mini bagnetto all’olio di timo, visto il naso intasato.
Detto fatto.
In vasca ha anche iniziato a bagnarsi da sola i capelli, chissà che diventi un po’ più propensa a farseli lavare da noi.
Ma poi, visto che i capelli sono lunghetti, ci sta tutta una trafila da parrucchiere dietro… ecco come la risolve Emma.

Dulcis in fundo.

Avendo appreso questa bella strategia dell’arrampicarsi per raggiungere ciò che vuole, spostando sedie, sgabelli e rialzi (e lungi da me distoglierla dal farlo, sempre nei limiti del pericolo, eh), a volte mi rendo conto che può arrivare ovunque, proprio perchè lo desidera. Mi ritrovo quindi orgogliosa di questo suo ragionare attivo, ma con l’orecchio teso ad interpretare rumori che possano significare lo svolgersi di qualche piccolo esperimento, come dire, un tantino troppo audace.
Ebbene, non è dei rumori che ci si deve preoccupare (si fa per dire!) ma della loro assenza: il cosidetto silenzio da malanni!

Emma_e_la_cremaEmma_e_la_cremaEmma_e_la_cremaE non vi dico che fatica  togliere la pasta Hoffman dalla sua adorabile faccina!