La semplicità di un incontro Guardaconilcuore

Ero tanto combattuta per la scelta della location per l’ incontro Guardaconilcuore.
Mi piaceva l’idea di andare in un posto dove tutto fosse pronto, dove non ci fosse l’obbligo di sistemare prima e dopo, in modo da guadagnare tempo per stare con gli ospiti, visto che questa volta ce ne sarebbero stati parecchi di amici da ritrovare e conoscere.
Ma avevo ben in testa, anzi, in pancia, cosa mi sarebbe piaciuto trovare come posto per ospitare tutti, e mi piaceva che tale sensazione arrivasse oltre a me.
Non volevo un ristorante. Non volevo un classico agriturismo. Volevo un posto che fosse differente, e che lo comunicasse nelle piccole cose.
Tranquillo, immerso nel verde, curato nei particolari ma senza quella precisione che a volte, personalmente, trovo quasi finta.
Non amo le cose forzate, imposte dalla moda, suggerite dai giornali di settore.
Preferisco la spontaneità.
E le cose fatte con cuore.
A Il Salice Ridente ho visto passione, al di là del guadagno.
Ho visto due sorelle correre in cucina, quasi imbarazzate perchè leggermente in ritardo sulla scaletta di preparazione delle pietanze. Ho visto cognati e mariti che, precisando di non essere “addetti ai lavori”, si preoccupavano perchè noi fossimo soddisfatti.
Non avrei voluto un servizio diverso, di quelli impeccabili e a mio avviso freddi, perchè le piccole imprecisioni, che forse per qualcuno hanno un peso, a me fanno stare bene, perchè rende il tutto famigliare.
Era come essere a casa.

Nemmeno io avevo tutto sotto controllo. Sono arrivata e, ahimè, qualcuno di voi era già là,  dimostrandosi subito pronto per un abbraccio e per lasciare una traccia…

Vi ho osservato, da distante, poi passandovi accanto, per cogliere qualche discorso e sguardo…
Mi piaceva vedere come l’iniziale imbarazzo, che spesso si prova ad un incontro con tante persone sconosciute, con le quali si condivide una parte di percorso di vita…

lasciasse posto al formarsi di nuove relazioni, di parole, di confidenze, di aspettative condivise…

Insieme per un giorno.
Magari lontani per tutti gli altri.
Uniti perchè volenterosi di avvicinarsi ad una realtà diversa, da scoprire, per abbattere lo stereotipo che ancora la circonda.
Uniti dall’avere in comune un figlio.
Non disabile, differente, diverso, ma semplicemente un figlio, unico ed irripetibile.

Dotato di abilità e capacità espressive, che non è detto siano fatte di parole…

A volte capaci di una sensibilità non comune a tutti…

Sogno spesso giornate come queste. Dove lo spirito di condivisione è tanto forte. Sogno un incontro dove non partecipano solo persone che hanno bambini con la sindrome di Down, ma anche famiglie con bambini con altre difficoltà, e famiglie che di diversabili in famiglia non ne hanno proprio, ma sanno quanto è importante l’accettazione di ciò che ai nostri occhi, e a quelli dei nostri figli, risulta diverso.

Il senso di essere collegati, da un’invisibile ragnatela che ci sorregge, ci mette in relazione, collega le nostre azioni.. Se noi tiriamo un suo filo si scatena una reazione, nel bene e nel male.

E ci permette di non farci sentire soli…

Oggi si sono creati legami che so che dureranno, perchè certe persone erano nel posto e nel luogo giusto per ciò che stavano cercando, in quel preciso momento.

Grazie di cuore a tutti voi.