La felicità si cerca davvero negli altri?
Ripenso ai giudizi dei professori delle superiori, che tanto turbavano i miei genitori: troppo ribelle, troppo poco interessata, difficile possa essere qualcuno nella vita.
Ebbene, non mi ritengo di essere qualcuno, perchè questa frase mi fa pensare ad un ego eccessivo (uff i condizionamenti!), ma so bene quanta strada ho fatto da quelle taglienti parole. Parole pronunciate in un età importante per dare forma ad una giovane adulta. E allora, quanto le parole dell’Altro creano condizionamenti indelebili nella mente di un bambino, di un ragazzo, di un adulto?
Per conoscere il mondo abbiamo bisogno di fare esperienza, esperienze che spessospessospesso vengono sottolineate dalle parole dell’adulto presente, e la maggior parte delle volte queste parole sono cariche di giudizio, ancor più profezie autoavveranti. In questo breve video che fa produrre pensieri, Sergio Marcellin ci parla proprio dei cercatori di felicità.
Prendetevi 10 minuti per ascoltarlo!
(mettete pausa alla playlist musicale a fondo pagina per ascoltare il video)
Un bambino ed il suo papà erano seduti sul treno. Il viaggio sarebbe durato un’ora circa. Il padre si siede comodamente e si mette a leggere una rivista per distrarsi.
Ad un certo punto il bambino lo interrompe e domanda: “Cos’è quello, papà?”. L’uomo si volta per vedere quello che gli aveva indicato il bambino e risponde: “E’ una fattoria.” Incomincia di nuovo a leggere quando il bambino gli domanda un’altra volta: “Quando arriveremo, papà?”. Il padre gli risponde che manca ancora molto.
Aveva di nuovo cominciato a leggere la sua rivista quando un’altra domanda del bambino lo interrompe e così per tantissime altre volte. Il padre disperato cerca la maniera di distrarre il bambino.
Vede sulla rivista che stava leggendo la figura del mappamondo, la rompe in molti pezzetti e li da al figlio invitandolo a ricostruire la figura del mappamondo. Così si siede felice sul suo sedile convinto che il bambino sarebbe stato occupato per tutto il resto del viaggio.
Aveva appena cominciato a leggere di nuovo la sua rivista quando il bambino esclama: “ho terminato”. “Impossibile! Non posso crederci! Come hai potuto costruire il mondo in così poco tempo?” Però il mappamondo era stato ricostruito perfettamente. Allora il padre gli domanda di nuovo: “Come hai potuto costruire il mondo così rapidamente?”
Il bambino risponde: “Non mi sono fissato sul mondo …. dietro al foglio c’era la figura di un uomo, ho ricostruito l’uomo e il mondo si è aggiustato da solo!”