Il lungimirante reparto di Odontoiatria che segue Emma da quando ha 6 mesi.
L’astronave di Star Wars atterra a Piove di Sacco, e salva un bambino.
Thomas soffre di un ritardo cognitivo con tratti autistici, e da alcuni anni anche di continue crisi di dolore dentale. Una situazione sempre più seria e complessa, tanto da rendere molto difficile anche l’alimentazione quotidiana. Fortunatamente un’associazione per ragazzi disabili suggerisce ai genitori di Thomas di rivolgersi all’Ospedale di Piove di Sacco, dove è attivo il servizio di Odontoiatria di comunità, coordinato dal dottor Claudio Gallo. Qui i familiari si rivolgono per una consulenza. “La prima visita che ho effettuato personalmente si è svolta con molta difficoltà in quanto il ragazzo – racconta il dr. Gallo – presentava di fatto una totale compromissione dei denti molari affetti da carie destruenti e a causa del dolore e della paura non ci permetteva un’adeguata visita del cavo orale. Oltre al giovane paziente anche i genitori apparivano emotivamente disperati a causa di una situazione non più gestibile ed apparentemente non risolvibile. Con i genitori ho deciso di inserire in lista operatoria per un intervento in anestesia generale Thomas e come sempre abbiamo chiesto loro se c’era qualche particolare che poteva facilitare la relazione del ragazzo con la nostra équipe”.
Mamma e papà raccontando della grande passione del loro figlio per i personaggi di Guerre Stellari in particolare per Dart Fener. “A quel punto abbiamo deciso d’inserire il ragazzo in una dinamica comportamentale di Guerre Stellari da svolgere – continua il medico – all’interno della nostra struttura ospedaliera e così facendo Thomas ha iniziato ad effettuare il ruolo di Dart Fener con tanto di vestito e maschera. Questa dinamica ludica ha creato in Thomas una situazione emozionale così affascinante e piacevole che gli ha permesso di entrare totalmente a contatto con le varie “sezioni” della nave spaziale ospedaliera intraprendendo di volta in volta situazioni già vissute a livello del film. Questa dinamica ci ha permesso di effettuare ulteriori visite di ambientamento nei nostri ambulatori e di procedere senza alcun problema ai vari accertamenti clinici (esami del sangue, elettrocardiogramma, visite anestesiologiche) ed infine al ricovero in regime di Day Hospital con ingresso in sala operatoria vestito sempre da Dart Fener”.
Con l’anestesista e il personale di sala operatoria Thomas ha deciso di intraprendere il suo “viaggio” con personaggi di altre serie televisive come il Capitano Kirk che fornisce a lui la maschera dell’ossigeno, per l’intubazione dell’anestesia. L’esperienza è stata molto gradita anche dal personale dell’équipe e delle varie sezioni della struttura ospedaliera interessate (gruppo operatorio, anestesisisti, Day Surgery).
“Rassicurare per curare: è la cifra stilistica della storia di Thomas. Nessuna pozione magica, nessun incantesimo, nessuna volontà di spettacolarizzazione, ma l’approccio molto serio offerto dalla Medicina narrativa per aiutare l’assistito a sconfiggere la diffidenza, la paura, l’ansia dell’atto medico-chirurgico-anestesiologico. L’effetto speciale – commenta il Direttore Generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta – è innescato dalla capacità dei nostri operatori di entrare in empatia con il paziente, ponendolo concretamente al centro dell’ambiente ospedaliero, dando voce alle sue passioni, a ciò che lo entusiasma, agli interessi che nella vita di tutti i giorni lo tranquillizzano e gli conferiscono un senso di serenità e di positività.
Sono molteplici gli esempi di come la fantasia, il gioco, le forme espressive siano protagoniste attive nei processi di cura rivolti a bambini e adolescenti. Proposte, queste, che utilizzano il cosiddetto “sfondo integratore“, un ambiente fantastico nuovo o noto ai giovani pazienti, che integra le diverse attività del contesto educativo e di cura favorendo i processi di identificazione, l’utilizzo di linguaggi e la sperimentazione di ruoli diversi. In questo caso mutuati da una fortunata saga televisiva. Nello sfondo integratore – spiega Scibetta – anche i portatori di disabilità trovano agevolmente il proprio spazio di espressione: tale strumento, infatti, possiede un ampio potere relazionale, è cioè capace di favorire il raccordo, la relazione.
Accogliere e rassicurare per poter curare, questi i capisaldi della nostra modalità di affrontare la malattia attraverso il vissuto del paziente per costruire, insieme a lui e alla sua famiglia, un percorso di cura personalizzato, un “vestito su misura” che porta all’accettazione della terapia e alla guarigione.
E rimane addosso, anche una volta dismessi i panni del supereroe”.
…che bellissima storia…”Rotta verso la Terra, massima curvatura”… ??…❤❤❤??☀️☕?♂️