Il parco avventura sugli alberi è una bellissima prova di coraggio.
L’anno scorso ci avevamo già provato con Emma, ad Auronzo (Bl), e ricordo come appena saliti sul primo albero del percorso più facile, avesse voluto scendere. Terrorizzata.
Quest’anno ci abbiamo voluto riprovare, e senza di me.
Giovanni, mio papà e Tommaso sono partiti in direzione del Rampy Park Piancavallo (Pn), in una bellissima e soleggiata mattinata di agosto.
Lo ammetto, la mia presenza, anzi, le mie paure a volte non riescono a restare solo mie: se i miei figli si avvicinano troppo ad un precipizio mi si stringe lo stomaco, mi abbasso verso il suolo, quasi a voler più spazio dove appoggiare i miei piedi. So bene dove è nata questa paura: 20 anni fa, durante una semplice ferrata sono scivolata da un ghiaione per molti metri, e la persona che era con me al posto di aiutarmi durante il sopraggiungermi di una crisi d’ansia, banalizzò la mia paura.
L’anno scorso ho rispettato la paura di Emma, sapendo cosa provavain quel preciso istante. Ho però voluto provare a seguire l’altro mio temerario figlio, fino al livello 3 di quel parco sugli alberi. Orgogliosa di riuscire a salire senza crisi d’ansia, guardando pure in basso, ho però abbandonato a metà percorso, dopo aver percorso un cavo d’acciaio a non so quanti metri, con le gambe che tremavano.
Piccoli passi verso grandi traguardi… proprio come per Emma e la sua ormai passata paura dei temporali.
Emma ha voluto provare, ha perseverato, ha dimostrato di avere una forza nelle mani che l’anno scorso era impensabile (i moschettoni non sono così semplici da premere) e una voglia di raccontarmi quanto accaduto lontano da me che mi ha reso una mamma orgogliosa.
Brava Emmina… come dice Nicole Orlando, atleta olimpica con sdDown: vietato dire non ce la faccio!
Pronti!?….Viiiaaaa!!! E l’avventura comincia!!