Giocare con la palla piace a molti bambini.
So bene cosa significa arrivare a casa, stanchi dal lavoro, con una montagna di cose da fare: preparare i pasti, sistemare, stirare, fare i compiti con i bambini. E a volte si prova quel senso di colpa di non poter/voler giocare con i bambini, perchè sì, anche quello può essere faticoso.
Ricordo bene quando, al primo anno del mio corso di psicomotricità, la mia formatrice disse: “non serve giocare un ora intera con il bambino, bastano 5-10 minuti, durante i quali non si fa niente altro, si è lì per il proprio figlio, e questa sincera partecipazione, il bambino la percepisce, e lo struttura.”
Il gioco delle palline è un gioco che è sempre piaciuto ad Emma e, come psicomotricista, ne conosco il significato simbolico. Può sembrare futile, ma cela molteplici significati e sviluppa numerose competenze.
La motricità fine, per la prensione della palla, fatta con l’intera mano e non solo con il palmo; la mira, mi coordino per mandarla in quel preciso posto (io sono negata per questo!); l’attesa del turno, perchè aspetto che anche l’altra persona mi tiri la palla… e quale palla mi tirerà? Quale colore? Gli spunti per la verbalizzazione su questo gioco sono numerosi.
Ma ancor prima di queste competenze c’è il significato simbolico della palla.
La forma della sfera contiene significati simbolici che ci mettono in contatto con l’energia che dà la vita a tutto l’universo: essa ha un interno (uovo, ventre della madre) nel quale la vita nasce e viene protetta, e un esterno (corpo celeste, sfera planetaria) che porta in sé la vitalità, la forza e l’armonia del movimento spaziale e temporale.
Le palle più grandi possono stare immobili o dondolare appena: rappresentano allora un grande corpo o una parte di esso (pancia, seno) sul quale abbandonarsi e ricercare sensazioni di intenso piacere e di forte regressione, come il dondolio corporeo vissuto durante la vita prenatale.
Le palle medie rappresentano la vitalità dell’essere vivente perchè sembrano possedere movimento e vita propria. Per un bambino, la palla media è spesso l’immagine di sé stesso: può venire lanciata, come alter-ego, su percorsi difficoltosi (dislivelli, tunnel, antri senza luce) per studiarne la pericolosità prima di avventurarsi di persona; può venire donata come riconoscimento della sua capacità di prendersi cura della o delle persone che gli sono affidate; può venir distrutta o sgonfiata da chi non ha acquisito considerazione del proprio valore. Viene coccolata, accudita e protetta da chi si sente indifeso; lanciata, rincorsa e rilanciata con gioia nello spazio in salti e piroette da chi si sente felicemente protagonista della propria vita.
Le palle piccole rappresentano parti o “pezzi” della persona. In sala di psicomotricità vengono spesso tenute insieme, come beni preziosi, dentro a stoffe annodate o trasportate in secchi o contenitori, per comprendere il percorso individuale del bambino verso l’unità di sè. Il riempire e svuotare il secchio simboleggia il riempire (nutrire) e lo svuotare (evacuare) del bambino in un tragitto di entrata e uscita simbolica dalla fusione con il corpo dell’altro, in special modo con il corpo della madre.
Nel nostro giocare, c’è sintonia, complicità, ironia… e una sana rilassatezza che anche per noi mamme super impegnate non guasta affatto!
Buona visione!